VELLETRI – Una bufera giudiziaria ha scosso l’UNEP del Tribunale di Velletri e le coscienze di onesti lavoratori del settore della Giustizia.
La Procura della Repubblica di Velletri aveva avviato un’articolata indagine sulla gestione degli emolumenti spettanti agli Ufficiali Giudiziari, sollevando interrogativi su presunte irregolarità amministrative e possibili abusi nella distribuzione delle risorse economiche destinate al personale.
Il caso, ormai di eco nazionale, si avvia a produrre conseguenze giudiziarie di rilievo per alcuni responsabili coinvolti.
Il punto di rottura si è manifestato con l’introduzione, nell’ottobre 2024, di nuove modalità organizzative che hanno di fatto paralizzato l’attività dell’Ufficio Notifiche ed Esecuzioni del Tribunale.
Un arretrato di oltre 600 fascicoli, molti dei quali relativi a ricerche patrimoniali e pignoramenti ex art. 492 bis c.p.c., grava sull’ufficio.
Gli avvocati, provenienti da tutta Italia, denunciano gravi ritardi nell’evasione degli atti, con istanze regolarmente depositate e pagate che giacciono ancora inerti all’interno del sistema cartaceo e telematico, senza alcuna risposta da parte dell’UNEP.
GESTIONE FINANZIARIA OPACA: SOSPETTI SU CRITERI DI RIPARTIZIONE
Le criticità non si esauriscono nella lentezza operativa. Secondo gli accertamenti preliminari, la redistribuzione degli emolumenti disciplinata dall’art. 122 del DPR 1229/1959, in combinato disposto con l’art. 492 bis c.p.c., sarebbe avvenuta in violazione delle regole vigenti. I compensi, che dovrebbero essere ripartiti in misura percentuale tra tutti gli ufficiali coinvolti, sarebbero stati oggetto di una gestione selettiva e potenzialmente discriminatoria.
Dubbi ulteriori emergono circa la modalità di comunicazione delle ordinanze di liquidazione, spesso consegnate “brevi manu” ad alcuni dipendenti, nonostante l’obbligo di tracciabilità imposto dal Processo Civile Telematico, introdotto dalla riforma Cartabia. Una funzionaria dell’UNEP, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe addirittura richiesto il ritorno alla consegna manuale, alimentando sospetti circa la trasparenza dell’intero sistema.
Numerose istanze di restituzione somme, presentate regolarmente da oltre un anno tramite PCT, non risultano evase: il denaro è giacente nelle casse UNEP, ma gli aventi diritto restano senza risposte.
L’INCHIESTA GIUDIZIARIA
Alla luce delle segnalazioni ricevute, la Procura di Velletri ha disposto nei giorni scorsi una perquisizione degli uffici per esaminare la gestione finanziaria dell’UNEP dal 2014 ad oggi. Il Sostituto Procuratore, dott. Cassiani, che ha coordinato l’indagine volta a verificare la tracciabilità delle somme, le modalità di liquidazione e la loro destinazione effettiva, ipotizza un uso distorto del denaro.
Nel corso di un blitz, la Guardia di Finanza ha acquisito una vasta documentazione ritenuta di interesse investigativo. Le prime risultanze parlano di gravi discrepanze nei flussi economici e di presunti favoritismi nell’attribuzione degli emolumenti.
Qualora venissero confermate le irregolarità contabili ipotizzate, potrebbero configurarsi ipotesi di reato rilevanti, con conseguenze penali per i soggetti responsabili. Sullo sfondo, il rischio concreto di un danno erariale che, ove i responsabili risultassero insolventi, ricadrebbe sull’amministrazione.
GLI INTERROGATORI PREVENTIVI: LA PAROLA PASSA ALLA DIFESA
Nei prossimi giorni sono stati calendarizzati interrogatori preventivi di alcuni dipendenti UNEP, ai sensi della legge Nordio, per garantire il contraddittorio e il diritto di difesa, prima dell’adozione di eventuali misure cautelari personali, che sarebbero state richieste dalla Procura.
Si tratta di un passaggio decisivo: gli indagati, accusati di gravi reati, avranno l’opportunità di fornire la propria versione dei fatti al Giudice per le indagini preliminari e per confutare le ricostruzioni dell’accusa. La parola, dunque, passa alla difesa.
MALCONTENTO E PROTESTE: IL SISTEMA GIUSTIZIA SOTTO ACCUSA
Intanto, cresce il malcontento tra gli Ufficiali Giudiziari, molti dei quali si dichiarano danneggiati nelle proprie spettanze. Alcuni valutano di agire in sede giuslavoristica per ottenere ristoro. Gli avvocati, nel frattempo, segnalano un impatto drammatico sull’attività forense: centinaia di esecuzioni ferme, diritti bloccati, cittadini disillusi.
UNA VICENDA DESTINATA A ESTENDERSI
Il Presidente del Tribunale di Velletri, dott. Antonino La Malfa e il Ministero della Giustizia seguono con attenzione la vicenda. Se le accuse verranno confermate, sono ipotizzabili provvedimenti disciplinari e penali, anche di carattere cautelare, nonché un effetto domino su altri UNEP del territorio nazionale.
Questa vicenda, invero dolorosa, mostra l’urgenza di una riforma strutturale nella gestione dei fondi negli uffici giudiziari, affinché la legalità torni a risiedere anche nei luoghi deputati ad amministrarla, con pagamenti tracciati anziché con l’uso del contante.
Le prossime settimane saranno decisive. L’inchiesta entra ora in una fase delicata. Ma il quesito più amaro resta sul tavolo: chi restituirà ai cittadini la fiducia tradita?