di Vincenzo Caccioppoli
Continuano ad arrivare buone notizie dal mercato del lavoro italiano. Nel mese di febbraio, secondo l’ISTAT il numero degli occupati è salito ulteriormente al nuovo record di 24 milioni 332 mila unità, segnando +47 mila in un mese e +567 mila in un anno. E l’occupazione femminile si attesta al 54,2%, mai così alto nella storia d’Italia. In valore assoluto, le donne al lavoro sono salite a 10 milioni 355 mila, in crescita di 315 mila su base annua. Tra gli uomini la crescita è stata più ridotta, a 252 mila unità. Questi dati arrivano dopo il record registrato a gennaio, con 145mila unità è stato favorito anche dalle revisioni al rialzo dei dati di novembre e dicembre.
Su base annua, si registra una crescita di 513mila posti di lavoro. Tuttavia, il 94% dell’aumento riguarda la fascia over 50, evidenziando il peso della demografia sul mercato del lavoro. Questo significa che gli occupati totale hanno superato la quota di 24,2 milioni, che vuol dire un aumento di circa 1.250.000 nuovi occupati in due anni, da quando il governo Meloni si è insediato.I dati Istat mostrano chiaramente come il trend di salita dell’occupazione sembra non conoscere sosta, anche in un momento in cui la congiuntura non appare così favorevole come qualche mese fa. Questo risultato ha portato anche a una riduzione di disoccupati (-9 mila) e inattivi (-146 mila), segno di un recupero importante nella partecipazione al mercato del lavoro.
Il dato positivo più rilevante riguarda i dipendenti permanenti, che sono aumentati di 702 mila unità rispetto al gennaio 2024, insieme a un incremento di 41 mila autonomi. Sebbene i contratti a termine abbiano visto un calo di 230 mila unità, il panorama generale rimane positivo. Il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3%, con una flessione anche del tasso di disoccupazione giovanile, che è passato al 18,7%, con un miglioramento di 0,3 punti. Ma quello che sorprende maggiormente, in un paese come il nostro, è quello che registra il balzo dell’occupazione femminile. A febbraio 2025, il tasso di occupazione delle donne ha toccato il 54,2%, con oltre 10,2 milioni di occupate, rispetto al 51,8% di ottobre 2022 (9,8 milioni). Le politiche di decontribuzione per le assunzioni femminili e il clima di fiducia generato dalle imprese hanno evidentemente aperto nuove opportunità, soprattutto per le giovani madri e le professioniste.
Insomma malgrado occorra dire che non si può dare tutto il merito al governo Meloni, è però necessario dire che le politiche attive sul lavoro, coniugate con eliminazione del reddito di cittadinanza e un nuovo reddito di inclusione, con un grande attenzione ai conti pubblici, attraverso un mix di aumento delle entrate e riduzione della spesa che ha diminuito il deficit dall’8,1 al 3,4 per cento in due anni, riportando il bilancio in avanzo primario. Il taglio del cuneo fiscale, diventata misura permanente dal 1 gennaio 2025, ha certamente avuto un riflesso sulla stabilizzazione di molti contratti e sulle nuove assunzioni.
Lo sforzo del governo quindi ha cercato poi di adottare quel mix di misure volte a far emergere anche parte del lavoro sommerso, e incentivando le imprese a stabilizzare i contratti. Non si certo dire che il merito di quello che appare come un trend ormai consolidato sul fronte dell’occupazione, che ha numeri maggiori anche rispetto a chi come la Spagna ha dati economici di gran lunga superiori al nostro, sia tutto del governo, ma è un dato di fatto che un periodo cosi lungo di crescita del lavoro non si registrava da decenni.