di Vincenzo Caccioppoli

Il gruppo dell’Ecr è da sempre in prima linea in Europa sul tema della gestione della immigrazione irregolare. Soprattutto da quando al governo italiano siede Giorgia Meloni, che fino a pochi mesi fa, guidava anche il partito dei conservatori europei. E proprio per mettere un punto su quello che appare un nuovo approccio della commissione guidata da Von der Leyen, proprio grazie alla spinta delle politiche intraprese per primo dal governo italiano, che Carlo Fidanza capo delegazione del gruppo di fdi a Bruxelles ha organizzato a Strasburgo un convegno sul tema intitolato ‘Fermare la tratta: cooperazione trans-frontaliera e controllo delle frontiere esterne’.

Ad aprire il dibattito l’intervento del  vice coordinatore di ECR in commissione LIBE, Alessandro Ciriani, che non ha perso l’occasione per tirare una bella frecciatina alla sinistra “Il via libera della Commissione europea ai Cpr in Albania è una doccia fredda alla sinistra e a un pezzo della magistratura. Noi crediamo che l’immigrazione debba essere governata, ordinata in modo da non importare povertà e criminalità e fare in modo che sia rispettosa della nostra cultura e delle nostre tradizioni”.

Perchè in effetti la decisione della commissione di dare il via libera ai Cpr in Albania concomitante con il convegno ha contribuito a rafforzare la convinzione nei deputati meloniani che la strada scelta dal governo italiano sia l’unica davvero percorribile. “Il protocollo con l’Albania è la dimostrazione che si può cooperare con Paesi terzi per gestire in modo serio ed i flussi migratori, tutelare le frontiere e garantire efficacemente rimpatri. Chi ha provato a ostacolare questa iniziativa con allarmismi ideologici oggi dovrebbe fare un passo indietro e riconoscere la validità del modello italiano, che potrebbe diventare un esempio anche per altri Paesi europei” ha affermato Fidanza. Al convegno sono intervenuti anche Nicolas Bay, eurodeputato di Identité Liberté, il senatore ligure di FdI e membro del Comitato Schengen Gianni Berrino, e il deputato di FdI e responsabile del dipartimento Immigrazione di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, il copresidente del gruppo Nicola Procaccini ed Edmondo Cirielli, viceministro agli Esteri.

C’è la chiara convinzione insomma da parte dei deputati della Meloni che ci sia un’altra aria sia nel parlamento europeo che nella commissione sul tema di come affrontare l’emergenza migratoria in Europa. “Una volta chi aveva un’idea diversa sull’immigrazione veniva bollato come razzista, come un assassino. Ora invece il clima in Europa è cambiato anche grazie al governo italiano: due anni e mezzo fa, quando si insediò, veniva visto con diffidenza per la sua politica migratoria. Oggi tutti vedono nella nostra strategia come una soluzione per il governo dell’immigrazione”. ha detto, Nicola Procaccini.

Mentre Cirielli senza mezzi termini ha voluto puntare il suo intervento sull’importanza del piano Mattei, altro tema centrale del dibattito  “La sinistra in passato – ha proseguito il Vice Ministro – ha stretto accordi con regimi africani mentre noi stiamo creando canali legali e allo stesso tempo occasioni di sviluppo, cercando di aiutare l’agricoltura per dare autosufficienza alimentare a quei Paesi. Sin dall’inizio tutte le famiglie politiche europee hanno apprezzato il Piano Mattei e il lavoro del nostro governo in Africa.”

Non solo un’azione che punta a costruire un futuro da cui non fuggire più, dunque, ma uno strumento anche per evitare che muoia gente innocente. Secondo Cirielli l’Italia “è un popolo, una nazione, uno Stato, una terra, che è stata sempre attraversata da migrazioni, ma migrare deve essere una scelta libera della persona che la mette in campo. Nel senso non costretta da situazioni esterne come fame, violenza, organizzazioni criminali che lucrano sulle persone o comunque spinte esterne”.

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