Con un gol di Dovbyk al minuto 80, la Roma vince sul campo del Lecce portando a 14 la serie di risultati utili, di cui sette vittorie di fila compresa quella odierna maturata al cospetto della squadra di Giampaolo che, invece, per la quinta volta di seguito esce a mani vuote dal terreno di gioco confermando la sterilità in fase offensiva.
L’azione che sblocca il tabellino lascia dei dubbi perché l’attaccante romanista si impossessa del pallone, fuori area, dopo aver palesemente sbilanciato Baschirotto che sta sprintando con Shomurodov. Il direttore di gara, Manganiello, non interviene e la sua valutazione di campo non si può configurare in sala Var come un chiaro ed evidente errore.
Non è che la Roma non avesse fatto la sua partita, ma tutto sommato anche il Lecce si era costruito almeno un paio di buonissime occasioni da gol. E per come stava scorrendo il secondo tempo, il pareggio sarebbe stato un risultato che ci poteva stare. In fin dei conti la differenza è, come prevedibile, tutta nella qualità, che non è solo tecnica, ma anche fisica: il Lecce deve fare il doppio della fatica della Roma, infatti, per avere la metà delle uscite palla al piede, delle trame nello stretto, delle giocate individuali che creano i presupposti delle azioni pericolose. E il divario si conferma anche quando i due tecnici attingono dalle rispettive panchine.
Non ha portato fortuna la maglia storica, quella della stagione 1976/77, indossata dai salentini per celebrare i 117 del calcio in città e consegnata prima del fischio d’inizio a Fortunato Loddi e Gaetano Montenegro, protagonisti di quell’epoca, due che di gol ne segnavano parecchi. Nella prossima giornata il Lecce sarà impegnato ancora in casa, contro il Venezia (sconfitto in casa dal Bologna) e quello contro i lagunari non si può che definire uno spareggio. L’Empoli, terzultimo in classifica, pareggiando a Como ha recuperato un punto ed ora è a due lunghezze dai salentini.
Primo tempo: parte bene la Roma
L’avvio di gara è tutto romanista: al 6’ Gaspar respinge in disperata opposizione una conclusione di Dovbyk dal limite dell’area di rigore, al 9’ Angeliño, su lungo lancio del portiere Svilar, non approfitta dell’incomprensione tra Falcone e Gulibert che si scontrano, con il francese che frana a terra e rimane intontito.
Il primo sussulto leccese arriva al 15’ e porta il timbro di Helgason, con un buon tiro che spegne non di molto al lato. Al 21’ Falcone rischia di farla grossa, ma poi rimedia alla grande: passa la palla a Ramadani, marcatissimo da Koné che se la ritrova tra i piedi e calcia a botta sicura trovando però la deviazione miracolosa del portiere del Lecce. Il pubblico di casa rumoreggia, disapprovando la continua ricerca dell’impostazione dal basso.
Scampato il pericolo, la squadra salentina prende meglio le misure della partita e nel finale di frazione si costruisce tre opportunità: al 36’ Svilar riesce a opporsi al tiro di Gallo che si era sovrapposto a Karlsson, al 40’ Krstovic corregge al volo il cross di Guilbert con la sfera tìche termina sul fondo e, infine al 44’, è lo svedese che conclude debolmente dopo un contropiede condotto da Pierotti. Il primo tempo si chiude di fatto con un tiro di Pellegrini che non inquadra lo specchio della porta.
Secondo tempo: lampo di Krstovic, gol di Dovby
Dopo 13 minuti dalla ripresa del gioco Giampaolo cambia gli esterni offensivi: fuori Pierotti e Karlsson, dentro Banda e N’Dri. L’obiettivo è quello di infilare la Roma, i cui reparti danno l’impressione di potersi scollare. Autore fino a quel momento di una gara non certo esaltante, Krstovic estrae dal cilindro una giocata improvvisa: Svilar rinvia, Ramadani colpisce di testa e il montenegrino, spalle alle porta, controlla e poi tira con potenza dalla grande distanza. La Roma si salva perché la parabola finisce fuori, ma non di molto.
Al 66’ Falcone devia in corner un tentativo di Dovbik, leggermente sporcato da Gaspar. Dal dischetto calcia Pellegrini, corregge il numero 11 ucraino e Mancini, appostato sul secondo palo, manda comodamente il pallone in porta. L’assistente di linea segnala subito il fuorigioco, ma la revisione in sala Var dura ben quattro minuti perché bisogna valutare anche una eventuale deviazione di Falcone, che per fortuna del Lecce non c’è.
Prima della ripresa del gioco, due cambi per parte: Pellegrini e Soulé lasciano il posto a Baldanzi e Shomurodov mentre Berisha e Kaba prendono quello di Helgason e Coulibaly. La girandola di avvicendamenti avvantaggia la Roma perché il Lecce perde il sincronismo faticosamente trovato nel corso del primo tempo tra gli ingranaggi del centrocampo.
La gara scivola così verso la parte finale senza grandi sussulti né da una parte né dall’altra fino al gol di Dovbyk che, dopo essersi sbarazzato di Baschirotto in maniera non proprio ortodossa, entra in area e con un tiro non bellissimo, ma efficace, sorprende Falcone sul primo palo. Incassato il gol, in teoria il Lecce avrebbe ancora tempo per riorganizzarsi: al minuto 84 entra Rebic per Ramadani, mentre Ranieri manda in campo Pisilli per Saelemaekers e El Shaarawy per Dovbyk.
I padroni di casa, al netto della volontà, non hanno però molto altro da offrire ed è la Roma ad andare due volte vicina al raddoppio con Shomurodov: nella prima circostanza, al minuto 88, l’attaccante spreca calciando sul fondo da ottima posizione, nella seconda, al 95’, è bravo Falcone a respingere col piede.
FONTE:
Per il Lecce quinta sconfitta di fila, Dovbyk sbilancia Baschirotto e poi segna
https://www.lecceprima.it/sport/calcio/lecce-roma-partita-dovbyk-baschirotto.html
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Gabriele De Giorgi