di Canio Trione

BARI – Uno dei compiti basilari dello Stato è quello di assistere i cittadini e le imprese colpiti da catastrofi naturali..e questo è nella prassi di tutto il mondo fin dai tempi più remoti; alle volte si accorre anche nelle catastrofi altrui; come è giusto e ovvio che sia.

Il governo, incalzato da recenti eventi avversi, si tira indietro parzialmente da questa sua missione e dovere e cerca di privatizzare il costo di tali eventi distribuendoli sull’intera platea delle imprese che così si trovano a sopportarne, pro quota, il costo sottoforma di premio assicurativo da pagare da subito cioè prima dell’evento stesso.

Non abbiamo voluto partecipare al dibattito che ne è nato perché ci sembrava incredibile che si sia pensato a questo e per di più da un governo che si dice patriota! ma adesso che abbiamo capito che fanno sul serio prendiamo carta e penna per alcune considerazioni che abbiamo dibattuto con la segreteria di Confimi industria Bari, Bat, Foggia.

Le grandi imprese hanno il vantaggio di poter trasferire i propri aggravi di costo agli stakeholder (azionisti, consumatori, dipendenti, fornitori…) e quindi se i loro amici politici decidono così, non fanno una grinza. Inoltre tra di loro vi sono le assicurazioni e l’intera finanza che probabilmente vedono con favore questo che forse considerano un regalo gradito. Ma le imprese minori che pagano veramente -e cioè di tasca loro- come la vedono? Pensate ad una impresa che lavora in un posto altamente sismico (al sud ve ne sono molti) o alluvionale che quindi avrà un premio assicurativo elevato che fa? Si trasferisce in un posto meno rischioso o se ne va all’estero ove questi obblighi non vi sono? Oltre allo spopolamento dovuto alla mondializzazione e alla denatalità avremo anche lo spopolamento da leggi statali? Le molte cantine che producono gli ottimi vini del Vesuvio o dell’Etna a quanto li devono vendere -non per migliorare il prodotto, ma per pagare l’assicurazione- sui mercati interni e internazionali?

Ovviamente le assicurazioni dovranno lucrare su queste polizze producendo così, gioco forza per il sistema delle imprese, un aggravio di costi ben superiore all’insieme dei danni che subiranno dalle catastrofi.

Forse sarebbe stato meglio utilizzare società assicuratrici interamente detenute dallo Stato (come la Sace) per effettuare questa operazione di privatizzazione dei danni da eventi così gravi; anche perché la obbligatorietà indica la esistenza di un interesse pubblico a questa copertura assicurativa. Infatti la obbligatorietà è giustificata dalla necessità di tutelare un soggetto debole; ad esempio nella assicurazione delle automobili si è pensato di tutelare il danneggiato dalla eventuale insufficienza delle sostanze del danneggiante vista la elevata possibilità di danno moto elevati. Ma qui chi si deve tutelare? non solo: non esiste una responsabilità dell’assicurato per cui gli si può imporre alcunchè! si tratta di una forma sostitutiva del ruolo dello Stato e quindi è una tassa sotto altra forma? aggiuntiva di quelle esistenti? se si, quella tassa deve essere commisurata al reddito con connessa progressività…e possiamo continuare a lungo!!

Forse, inoltre, ci si dovrebbe chiedere se le compagnie assicurative potranno coprire questi sinistri (che possono essere anche molto elevati) senza dissestarsi e quindi chiedere aiuto allo Stato. Oppure riassicurano sul mercato finanziario internazionale tali rischi? Facendo lucrare la finanza internazionale?

Forse, ancora, ci si dovrebbe accertare che tra le compagnie assicurative si formi una vera concorrenza per garantire un premio il più possibile bassoI i cartelli sono la norma e non certo una eccezione, magari casuale.

Forse, non è fantasioso dire che sarebbe più equo che il premio assicurativo comportasse una forma di risparmio fiscale visto che questo ruolo dello Stato viene privatizzato. Basti pensare a questo proposito che in una economia “aperta” -cioè non difesa da una cinta daziaria alta ed efficiente- il costo che una impresa subisce in Italia diviene per essa penalizzante sui mercati internazionali: per esempio solo per parlare di Europa si stratta di una specie di regalo ai nostri concorrenti francesi e tedeschi?!?!?!

Le imprese vanno considerate non certo scollegate tra di loro -e non solo quelle operative nei distretti- ma sono da considerare in una economia come la nostra, parti di una economia unica: infatti l’aggravio di costi di alcune imprese si ripercuotono sulle altre loro clienti e quindi con questo aggravio di costo il sistema Italia viene colpito (e molto pesantemente) proprio da quello che dovrebbe essere il loro primo “amico” e collaboratore, cioè il governo. Ma in questa ipotesi di fiscalizzazione di questo costo il suo importo totale non andrebbe a gravare sul contribuente? o sul debito pubblico? e chi farebbe i controlli sull’importo dei premi se non è l’imprenditore che paga ma il fisco?

In un momento in cui ci si candida alla ricostruzione dell’Ucraina o di Gaza come mai non ci sono i soldi per alluvioni, terremoti e frane nostrane?

Tutto ciò per non entrare nel merito delle polizze stesse, dei tempi del pagamento dei danni, delle modalità del loro accertamento, dei costi amministrativi relativi, e mille altre questioni che sono connesse al rapporto con le assicurazioni che non è mai stato soddisfacente.

Un vero ginepraio che andrebbe sfoltito riscrivendo la legge usando la penna dei veri imprenditori, quelli “piccoli”.

La privatizzazione già avvenuta di gran parte dei costi della sicurezza come della sanità, della giustizia, della cultura e adesso addirittura quelli delle catastrofi pur in un sistema fiscale apertamente ingiusto, occhiuto, esoso se non spoliativo delle imprese, specie piccole, significa che il sistema incentrato sullo Stato (che qualcuno ha chiamato “dalla culla alla tomba” altri: invece “niente fuori dallo stato, nulla contro lo stato, tutto dentro lo stato”) è fallito miseramente per far posto a un sistema in cui: “ognuno per se e Dio per tutti”? conviene che ce lo dicano chiaramente in modo da regolarci di conseguenza.

Canio Trione 
foto Uomo&Manager