© foto di SSC Bari

Ai piedi delle maestose Alpi Apuane, dove il marmo domina il paesaggio e scolpisce l’identità del territorio, la Carrarese tornava a giocare sul suo terreno di casa, lo stadio “dei Marmi”, teatro di sette vittorie, quattro pareggi e tre sconfitte stagionali alla ricerca della vittoria che mancava dal 15 febbraio, e l’avversario, ovviamente, era quello giusto per cercare una boccata di ossigeno. Un fortino, quello dello stadio apuano, che oggi ospitava il Bari afflitto da pareggite acuta, in un incrocio che profumava di storia e di obiettivi diversi ma altrettanto cruciali. Ma nessuno aveva fatto i conti con la scelta di Longo di far giocare due trequartisti.

I padroni di casa, attualmente dodicesimi in classifica, cercavano punti pesanti per garantirsi la permanenza anticipata in Serie B senza passare per i playout. I pugliesi, invece, erano alla caccia di un posto nei playoff, trascinati da una striscia di imbattibilità che dura dal 9 febbraio scorso, quando caddero a Castellammare di Stabia proprio contro un’altra neopromossa, così come lo è la Carrarese.

In panchina, tra i galletti, presenti giocatori non al meglio della condizione, reduci da acciacchi e influenze, ma comunque aggregati al gruppo: tra questi anche Oliveri e Benali, regolarmente recuperati. Un Bari non al completo, ma con lo spirito pronto ad affrontare una sfida che profuma di storia e pesa come una scultura da scolpire nel cuore del campionato.

Longo, come anticipato, cercava un briciolo di fantasia mancata fino adesso e ha deciso di mandare in campo una formazione a trazione uruguaiana: Falletti e Pereiro dietro Bonfanti, con un quartetto a centrocampo formato da Dorval, Maita, Benali e Oliveri mentre in difesa il terzetto ormai collaudato Obaretin, Simic e Mantovani, naturalmente con Radunovic in porta.

Parte forte il Bari, con Gaston Pereiro subito protagonista: il trequartista uruguaiano prova a scaldare il mancino, ma la sua prima conclusione è troppo debole e termina sul fondo. Poco dopo, però, è ancora lui a illuminare la scena con una punizione potente e precisa dalla lunga distanza, su cui Fiorillo compie un autentico miracolo togliendo il pallone dall’incrocio dei pali.

Il Bari continua a spingere e sfiora il vantaggio con un’altra iniziativa partita dal sinistro di Pereiro: il pallone attraversa l’area di rigore e capita sui piedi prima di Bonfanti e poi di Mantovani, che però non riescono a trovare il tocco vincente. Sulla successiva azione da corner, ancora Pereiro protagonista: pennella per Simic che colpisce di testa, ma Fiorillo è nuovamente provvidenziale. Sulla ribattuta, Pereiro calcia di nuovo, ma questa volta la mira è imprecisa.

La Carrarese si fa vedere solo alla mezz’ora con una bella punizione di Cicconi, ben neutralizzata da Radunovic: è la prima vera occasione dei toscani. Al 37’ arriva però il meritato vantaggio per i biancorossi: Oliveri serve un pallone perfetto in area a Simic, che si coordina splendidamente e batte Fiorillo con un destro preciso.

Quando sembra che il Bari possa andare al riposo in vantaggio, la Carrarese colpisce. Al 44’, su un’azione insistita, Finotto serve un pallone rasoterra in area che Torregrossa trasforma in rete con un tocco preciso da pochi passi, quasi un rigore in movimento, con la difesa pugliese colpevolmente immobile.

Si va all’intervallo sull’1-1, con il Bari padrone del campo ma troppo sprecone, e la Carrarese cinica nel colpire alla prima vera occasione. Primi tempi del genere non chiedono altro che infierire senza troppe storie, ma ormai consociamo il Bari e i suoi limiti.

La ripresa si apre con una Carrarese aggressiva e determinata. A rompere l’equilibrio è Guarino, molfettese di nascita, che incorna perfettamente su azione d’angolo e firma il 2-1 senza esultare, per rispetto verso le sue origini pugliesi. La squadra di casa continua a spingere e sfiora il tris con una bella azione corale conclusa da Milanese: Radunovic è attento e devia in angolo.

Il Bari prova a scuotersi con una raffica di cambi: fuori Pereiro, Benali, Bonfanti e Simic, dentro Maggiore, Lasagna, Novakovich e Vicari. Ma la scossa non arriva. La squadra di Longo sembra svuotata, senza mordente, incapace di costruire gioco o rendersi pericolosa. Lasagna, chiamato a dare profondità e vivacità, fatica anche solo a controllare il pallone e perde sistematicamente il possesso. L’ultima carta dalla panchina è Bellomo, subentrato a un opaco Oliveri.

La Carrarese, invece, mantiene ritmo e lucidità, andando ancora vicina al gol con una conclusione di Bouah dopo una splendida iniziativa personale di Cherubini. Ancora una volta Radunovic evita il peggio.

Solo nel finale il Bari accende una fiammella: Bellomo mette in mezzo un pallone invitante per Lasagna, che riesce ad arrivarci ma non a inquadrare lo specchio. Il pallone sfila di poco a lato, l’unico sussulto di un secondo tempo altrimenti deludente per i biancorossi.

Una frazione in cui è mancato tutto: reazione, intensità, idee. E la Carrarese, con merito, si prende i tre punti.

La Carrarese torna a vincere dopo un mese e mezzo e il Bari puntualmente le risolve la crisi. Una sconfitta meritata da parte del Bari che non ha fatto nulla per cercare di raddrizzarla, ma soprattutto non è stato capace di infierire quando ce n’era la possibilità nel primo tempo.

Massimo Longo