Un lungo applauso ha salutato l’arrivo di Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè ieri sera sul palco del Teatro Petruzzelli di Bari, dove è stato proiettato in anteprima il documentario “Fabi Silvestri Gazzè. Un passo alla volta”, firmato dal regista Francesco Cordio. L’opera ripercorre il cammino umano e musicale di uno dei sodalizi più longevi e autentici della scena cantautorale italiana.

Il film, accolto con calore dal pubblico del Bif&st, è un viaggio emozionante nella storia di tre artisti legati da un’intesa che va oltre la musica: trent’anni di amicizia, condivisione e crescita artistica. Un racconto che intreccia ricordi personali e collettivi, dall’esordio nella Roma degli anni ’90 fino ai grandi palchi italiani ed europei, passando per esperienze significative come il viaggio in Sud Sudan nel 2013, da cui prese forma il progetto discografico “Il padrone della festa”.

Attraverso immagini inedite e testimonianze dirette, il documentario mostra la nascita e l’evoluzione di un trio in cui l’equilibrio tra personalità e stili ha rappresentato la chiave della durata e del successo. La narrazione restituisce l’intimità di un rapporto umano e creativo, in cui non emergono mai competizione o individualismi, ma al contrario, un gioco di sponda continuo tra linguaggi diversi che si arricchiscono a vicenda.

Nel corso dell’incontro con la stampa, i tre artisti hanno riflettuto sul valore del loro legame e sul contesto musicale contemporaneo. Fabi ha sottolineato come l’assenza di rivalità e la fiducia reciproca abbiano reso speciale la loro collaborazione: un’alleanza più da musicisti che da cantanti solisti, dove ogni performance è vissuta con spirito collettivo.

Silvestri, con il consueto tono schietto, ha rimarcato come la loro unione sia stata sempre più importante della somma dei singoli, e che in un panorama dove le rivalità hanno spesso caratterizzato le carriere di grandi nomi, il loro percorso condiviso rappresenti un’eccezione significativa.

Gazzè ha invece espresso un pensiero sullo stato attuale della musica italiana, osservando una crescente ricerca di autenticità da parte delle nuove generazioni: “Si avverte un desiderio di ritorno alla verità del suono, dopo anni di omologazione digitale. Noi – ha raccontato – continuiamo a suonare dal vivo senza supporti elettronici, accettando anche l’imperfezione, perché è lì che si trova l’anima della musica”.

Il documentario segue anche le tappe del tour che nel 2014 portò i tre nei principali palasport italiani, oltre che in Europa, con momenti culminanti come l’Arena di Verona e Rock in Roma. Il racconto si chiude con un ritorno trionfale: la serata-evento del luglio 2024 al Circo Massimo, dove una folla di 50mila persone ha celebrato i dieci anni di “Il padrone della festa”, confermando l’affetto di un pubblico trasversale che continua a seguirli con entusiasmo.

Dopo la proiezione al Bif&st, il documentario sarà presentato in altre città italiane con la presenza del trio: il 2 aprile a Roma al Cinema Barberini, il 3 aprile a Milano all’Anteo Palazzo del Cinema, il 6 aprile a Bologna al Modernissimo e nuovamente il 7 aprile a Milano, questa volta all’Anteo City Life.

Un’occasione preziosa per riscoprire, attraverso lo sguardo della cinepresa, l’autenticità di una storia musicale e umana che ha lasciato – e continua a lasciare – un segno profondo nel panorama italiano.

Massimo Longo

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