In una ricerca realizzata da Economist Impact con il supporto di SAS, oltre 500 leader del settore assicurativo valutano i rischi, le opportunità e le tendenze da tenere d’occhio fino al 2040:
sanare il protection gap sarà fondamentale, ma prima sarà necessario aprirsi all’innovazione tecnologica e riconquistare la fiducia dei clienti

MILANO – Il divario di protezione globale – la differenza tra le perdite assicurate e quelle non assicurate nei settori vita, salute, catastrofi naturali e colture – è stato stimato a 1.800 miliardi di dollari[1]. Tuttavia, su oltre 500 dirigenti assicurativi di 17 Paesi, il 79% ritiene che il settore abbia “l’obbligo etico” di colmare il divario di protezione e tre su quattro (76%) ritengono che colmare il divario di protezione sia un’opportunità commerciale “significativa”, percorribile attraverso la tecnologia.  

A rivelarlo è l’indagine sul “futuro delle assicurazioni”, #Insurance2040, condotta da Economist Impact e SAS, leader nel settore dei dati e dell’intelligenza artificiale.Un divario crescente

Nel 2024, incendi, inondazioni, tempeste e terremoti sempre più catastrofici hanno provocato 368 miliardi di dollari di perdite economiche globali, il 60% delle quali non risultava assicurato. Nel settore danni e infortuni, questo fenomeno è connesso principalmente alle comunità vulnerabili, spesso situate in mercati ad alto rischio, dove gli effetti del cambiamento climatico rendono difficile o impossibile l’acquisto di un’assicurazione.

Migliorare l’accesso e offrire coperture economiche ai mercati poco serviti sarà quindi un imperativo per gli assicuratori del ramo sanità e vita, che si dovranno adattare al peggioramento del rischio climatico.

In qualità di primi soccorritori finanziari, i leader del settore assicurativo sono consapevoli che passare dall’individuazione e riparazione dei danni, dopo una catastrofe, alla previsione e prevenzione è fondamentale per affrontare i crescenti rischi climatici e le sfide legate all’accessibilità assicurativa”, ha dichiarato Sean Kevelighan, CEO dell’Insurance Information Institute. Inoltre, trovare il modo di incentivare questo cambiamento di comportamento e di mentalità tra i nostri clienti e le nostre comunità ridurrà i livelli di rischio e il divario di protezione”.

Quali barriere impediscono l’azione?

I dirigenti del settore assicurativo rinvengono tuttavia la presenza di diverse barriere, sia interne che esterne, che limitano significativamente la capacità della loro organizzazione di trarre vantaggio dalle tendenze del settore.

La maggior parte dei leader del settore insurance (75%) vede la mancanza di comprensione dell’ambiente esterno, come le normative e i competitor, ma anche e soprattutto l’insufficiente conoscenza delle mutevoli esigenze dei clienti (76%) e la scarsa capacità di innovare (74%), come i principali ostacoli all’interno del proprio settore.

Al contempo, il 77%, come dichiara Franklin Manchester, Principal Global Insurance Advisor di SAS, “identifica la mancanza di fiducia nel settore come un ostacolo significativo per colmare il divario di protezione, e non c’è da stupirsi del perché. Con il ritiro dei vettori dalle aree a rischio catastrofe e la scoperta di violazioni della privacy, gli assicuratori devono agire con decisione per riconquistare la fiducia dei consumatori e delle autorità di regolamentazione”. 

La tecnologia apre la strada per colmare il divario di protezione

Tra le strade individuate dai leader per aiutare le loro organizzazioni a colmare in modo più efficace il divario di protezione globale, tre dei quattro metodi più popolari riguardano la tecnologia, tra cui: 

  • Utilizzare le tecnologie per rendere i prodotti assicurativi più accessibili (48%); il 40% delle organizzazioni intervistate le sta attualmente utilizzando.
  • Sviluppare prodotti assicurativi innovativi come la parametrica o la micro-assicurazione (42%); attualmente impiegate presso il 40% delle organizzazioni intervistate.
  • Impegnarsi con le autorità di regolamentazione attraverso le organizzazioni assicurative (38%); il 28% delle organizzazioni intervistate è attualmente impegnato.
  • Sfruttare i dati per valutare meglio i rischi e progettare i prodotti (39%); il 32% delle organizzazioni intervistate ci sta lavorando. 

“Il futuro appartiene a coloro che sfruttano l’innovazione – AI, dati e tecnologie di frontiera emergenti – per rendere le assicurazioni non solo più accessibili, ma anche più eque”, ha affermato Sabine VanderLinden, CEO e cofondatrice di Alchemy Crew. “Il settore deve certamente coprire i rischi. Ma deve anche responsabilizzare le comunità, creare fiducia e colmare il divario per un domani più sicuro”.

Per scaricare il report completo, visitare sas.com/insurance2040[1] SwissRe, “Restoring resilience: the need to reload shock-absorbing capacity,” 2023, https://www.swissre.com/dam/jcr:21aa5588-965e-422e-aa57-3c8a5a92e858/2023-06-21-sri-sigma-restoring-resilience.pdf