Le patate saziano da secoli l’umanità ma ora per eccesso di consumo, diventa indispensabile valutarne l’impatto su rischio diabete e longevità.

Gli spagnoli che giunsero nel 1531 in Perù notarono piante amorosamente curate dagli indigeni, uno degli invasori, mentre cercava di mangiare un frutto maturo, fu bloccato da uno dei  nativi che disperato si gettò a terra imitando l’aspetto di un morto per fargli  intendere che poteva lasciarci le penne. I selvaggi sapevano che la bacca di patata era velenosa e serviva per avvelenare le loro frecce e stordire i pesci. Gli stranieri bianchi capirono poi che il frutto della patata era il tubero sottoterra.

Gli spagnoli rimasero sorpresi, di una pianta così bella, la parte più brutta venisse usata come cibo. Cambiarono idea quando mangiarono i curiosi tuberi, affettati e fritti o bolliti nell’acqua. Un gusto monotono ma in un cibo eccezionalmente saziante che non lasciava posto a altro.

Il contadino spagnolo povero e senza mezzi, accolse con calore una pianta che non richiedeva né aratri ne animali da tiro, così la patata si diffuse in tutta Europa, risolvendo il problema della fame in Inghilterra grazie a una pappa consistente che saziava molto ed ritenuta eccellente per il popolo. Nel 1664 uno scrittore ci descrive un Inghilterra felice con le patate e una Irlanda che ne fa una coltivazione esclusiva tanto da  portare  nel 1845 alla terribile carestia dovuta alla peronospora delle patate, una malattia del vegetale che provocò la morte di un milione di persone per denutrizione.

Oggi ci sono molti modi in cui mangiamo le patate: al forno, schiacciate, tritate, fritte, gratinate, arrostite e molto altro ancora. Ma possiamo davvero mangiarle 

tranquillamente per una salutare direzione di Longevità?

Nel 2006, l‘Harvard Nurses’ Health Study, che aveva seguito le diete e le malattie di decine di migliaia di donne per 20 anni, ha stabilito che un maggiore consumo di patate era associato a una maggiore probabilità di contrarre il diabete di tipo 2.

La maggior parte delle patate in vendita ne supermercati è fatta da patatine fritte e si sa che i cibi fritti contengono prodotti finali di glicazione avanzata (AGE), ritenuti dannosi per la salute.

I ricercatori di Harvard ritengono anche che gli individui che, nella maggior parte dei giorni mangiavano patate (al forno, bollite o schiacciate, e non solo patatine fritte e chips) sembravano avere un rischio maggiore di sviluppare ipertensione.

Nel 2018, una meta analisi di tutti gli studi sul consumo di patate e il rischio di diabete di tipo 2, ha rilevato un aumento di circa il 20 percento del rischio di diabete e la conferma che con un consumo elevato di patate, a lungo termine ci può avere un aumento del rischio di diabete.

Le patate hanno un alto indice glicemico, e il consumo di cibi ad alto impatto glicemico può aumentare il rischio di diabete. Consumando patate fredde come nell’insalata di patate, lo si può ridurre  di quasi il 40 percento. L’effetto refrigerante potrebbe, rallentare la velocità con cui l’amido viene scomposto e assorbito. Quindi, alle persone che desiderano ridurre al minimo l’indice glicemico potrebbe essere consigliato di precuocere le patate e consumarle fredde o riscaldate.

Lo svantaggio di mangiare le patate fredde è che potrebbero non essere sazianti come mangiare patate calde, ma potremmo ottenere il meglio da entrambi i modi raffreddandole e poi riscaldandole.

 

Umberto Palazzo

Editorialista de IlCorriereNazionale.net