Una legge ambigua, sospesa tra sviluppo urbano e deregulation edilizia, che divide politica e cittadini

Il disegno di legge noto come Salva Milano, approvato dalla Camera dei Deputati il 21 novembre 2024 con 172 voti favorevoli e 41 contrari, sta alimentando un acceso dibattito tra politica, urbanisti e cittadini. L’obiettivo dichiarato della norma è quello di facilitare la rigenerazione urbana, introducendo disposizioni che consentano di sostituire i piani attuativi comunali con una semplice “Segnalazione Certificata di Inizio Attività” (SCIA) per interventi in aree già urbanizzate. Una misura che, secondo i promotori del provvedimento, sbloccherebbe circa 150 progetti edilizi attualmente congelati a Milano.

 

Sebbene non siano disponibili dati specifici sul fatturato totale dell’edilizia a Milano, è evidente che il settore delle costruzioni contribuisce in modo significativo all’economia lombarda. Basti pensare che nel secondo trimestre del 2024, le imprese edili hanno registrato un incremento del volume d’affari su base annua del 2,1%, segnando il settimo trimestre consecutivo di crescita. Nel 2021, il valore aggiunto, generato dal settore delle costruzioni, è stato di circa 17,6 miliardi di euro, che corrisponde al 4,9% del valore aggiunto complessivo prodotto da tutte le attività economiche regionali.

 

L’opposizione al disegno di legge: speculazione e aggiramento delle norme

Le preoccupazioni principali riguardano il rischio di una deregolamentazione eccessiva nel settore urbanistico. Per chi si oppone alla norma, questa potrebbe favorire operazioni speculative su larga scala, permettendo interventi con deroghe ai vincoli esistenti. Questo timore si collega alla cosiddetta prassi del “rito ambrosiano“, un approccio che in alcuni casi avrebbe consentito di aggirare le regole vigenti per ampliare le possibilità edificatorie.

 

Un esempio emblematico riguarda il progetto delle Park Towers a Milano, per il quale, nel secondo trimestre del 2024, la Corte dei Conti ha notificato un invito a tre dipendenti del Comune contestando un presunto danno erariale superiore ai 300.000 euro, legato a sconti concessi sugli oneri di urbanizzazione.

2) Le “Park Towers” a Milano, La Procura ha avviato indagini coinvolgendo sei persone, tra cui tre funzionari comunali

Le indagini riguardano la qualificazione dell’intervento come “ristrutturazione edilizia” attraverso una SCIA, anziché come nuova costruzione, con il rischio di aver consentito la realizzazione di grandi palazzi a scapito dei cittadini e delle finanze comunali. La Procura ha avviato indagini per lottizzazione abusiva, abuso edilizio e abuso d’ufficio, coinvolgendo sei persone, tra cui tre funzionari comunali.

 

A rendere la situazione ancora più complessa è la sentenza n. 9415 del Consiglio di Stato, pronunciata il 2 novembre 2023, che ha stabilito l’obbligo per i comuni di rispondere alle richieste di autotutela presentate da terzi, qualora si sospetti che un titolo edilizio sia stato rilasciato in violazione delle norme. Questa decisione potrebbe costituire un punto di riferimento fondamentale per eventuali ricorsi contro i progetti approvati sulla base delle nuove disposizioni legislative.

 

La posizione dell’amministrazione comunale

Il Comune di Milano, guidato dal sindaco Beppe Sala, inizialmente aveva sostenuto il provvedimento, salvo poi fare marcia indietro e dichiarare di non voler più appoggiare l’iter di approvazione del “Salva Milano”. La scelta di ritirare il sostegno è stata accompagnata dall’adozione di misure per rafforzare la trasparenza nel settore urbanistico, un segnale che suggerisce una presa di distanza rispetto a possibili rischi di abuso della nuova normativa.

 

“In attesa degli sviluppi delle indagini della Magistratura, alla quale va la nostra completa fiducia, attendiamo la prima udienza del prossimo 11 aprile presso il Tribunale di Milano per seguirne l’evoluzione” ha dichiarato Fabio Desideri, segretario nazionale di Pensiero Popolare Italiano,

che ha evidenziato la necessità di chiarire le reali conseguenze del provvedimento.

 

La posizione di Pensiero Popolare Italiano

Pensiero Popolare Italiano ha espresso forti riserve nei confronti del “Salva Milano”, ritenendo che il provvedimento possa favorire interessi speculativi a discapito della tutela urbanistica e del diritto dei cittadini a una città vivibile. Desideri ha sottolineato che la norma potrebbe consentire la regolarizzazione di interventi edilizi controversi, alterando il tessuto urbano di Milano senza adeguati controlli. “Non possiamo accettare che il diritto alla città venga subordinato agli interessi di pochi”, ha concluso il segretario nazionale del movimento.

Politica e cittadini a confronto (ph P.P.I.)

Un equilibrio difficile da trovare

Il “Salva Milano” rappresenta un tentativo di riforma che mira a sbloccare lo sviluppo urbanistico della città, ma il dibattito acceso dimostra quanto la questione sia complessa. Da un lato, vi è la necessità di semplificare le procedure burocratiche e incentivare la riqualificazione urbana; dall’altro, emergono i timori legati a una possibile liberalizzazione indiscriminata che potrebbe favorire gli interessi della grande speculazione edilizia a discapito dei cittadini e della qualità della vita urbana.