di Sandra Faccaci                       

Sì, era certamente una donna complessa, Oriana.

Non facile né da frequentare né da decifrare: si potevano prendere fischi per fiaschi, e fraintendere certi significati pur essendo convinti d’aver capito giusto. Per questo ci sono aspetti che andrebbero chiariti, per restituire la giusta dimensione a un personaggio di cui si parla molto (non sempre a proposito).

I miei ricordi partono da quando avevo tre anni, e già iniziavano a dirmi che io e lei eravamo cugine di primo grado, che lei era bravissima a scrivere fin dal liceo eccetera; ma non di questo voglio parlare adesso.

Ci sono invece altri aspetti, molto più recenti e davvero buffi, che vale la pena considerare. Per esempio, le infinite discussioni dopo la sua morte a Firenze per intitolare un giardino a suo nome, o una piazzetta o qualcosa del genere; sembra stato perlomeno inopportuno l’atteggiamento dell’amministrazione (non della gente, si badi…). Ma non c’è da stupirsi, se si considera che nel cimitero di S.Felice a Ema nei pressi della città non c’è nulla che ricordi il maggior poeta italiano del ‘900, Eugenio Montale, lì sepolto: né una targa, né una scultura all’ingresso, magari una di quelle che uscivano dalle mani di docenti e studenti dello storico Istituto d’Arte di Porta Romana, vicino al Viale dei Colli. Niente di niente.

Incredibile? Beh, eppure è così.

Non era nato a Firenze, Montale: ma un omaggio gli era comunque dovuto, visto che il suo rapporto con la città di Firenze era stato lungo e significativo e sono visibili foto di lui in compagnia di Ardengo Soffici e quant’altri di quel periodo. O era anche lui un personaggio scomodo…?

Eccoci al punto: qui chiunque non si lasci portare dalla corrente è considerato scomodo, sgradito, da evitare. Ed è per questo che alla fine le è stata dedicata una fermata della tramvia (sic) col nome di Strozzi-Fallaci: la tramvia si trova in effetti sul Viale Filippo Strozzi (ma i maligni ironizzano sulla scelta del nome).

Certo, lei non mediava per nulla nelle sue affermazioni: l’abitudine di dire le cose in faccia ha risvolti negativi, e negli ultimi libri che sono usciti quando era ancora in vita aveva “pestato i calli a qualcuno”, come si dice   da queste parti. Però chi l’ha definita “di destra” si è sbagliato parecchio.

A lei della politica importava poco, la sua attenzione si era concentrata altrove e non aveva stima per i politicanti in generale.

La nostra è una famiglia di tradizioni socialiste, ho avuto quattro zii partigiani fra cui lo zio Edoardo, padre di Oriana appunto; e almeno due di loro furono malmenati a Villa Triste dove i tedeschi interrogavano i prigionieri. In casa sentivo parlare bene di Nenni, per esempio.

Neanche gli sceneggiati restituiscono granché di lei, anche se è ovvio che lo sguardo di chi l’ha conosciuta molto bene è necessariamente più completo di chi tenta di avvicinarsi a un personaggio così spigoloso, controverso e difficile da interpretare.

Non trovo giusto, comunque, l’atteggiamento di chi vuole etichettare mia cugina con una targa politica che non ha portato e non le è appartenuta; ribadisco che lei non è neanche mai stata particolarmente interessata alle vicende politiche.

Non sarebbe l’ora di fare chiarezza su tutto questo?

Sandra Fallaci©

 

 

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