L’Artista Visuale e “Maestro Empatico” Antonello Pelliccia omaggia attraverso la seguente riflessione il “Maestro Empatico” Lino Vairetti che oggi inaugura la sua Mostra Antologica alla Frame Ars Gallery di Napoli. Pelliccia e Vairetti sono due protagonisti assoluti dell’Empatismo (2020 in avanti).

Scrive Antonello Pelliccia:

“L’intervento di Lino Vairetti alla Frame Ars Artes Gallery, si configura come un’operazione complessa, un dispositivo che indaga le intersezioni tra i diversi linguaggi espressivi. Vairetti, operatore culturale, agisce nel “campo allargato”, decostruendo le categorie tradizionali e ridefinendo i parametri dell’esperienza artistica. Le creazioni in esposizione, sono una riflessione e una indagine sulle tecniche artistiche: dalla grafica alla pittura, dalla scultura alla fotografia, sono una testimonianza della capacità di Vairetti di attivare i supporti, di trasformarli in vettori di significato.

Il disco, ad esempio, non è un semplice supporto musicale, ma un oggetto transmediale, un “archivio sonoro e visivo” che mette in discussione la nozione di medium specifico. Le sue immagini, evocative e simboliche, si fondono con la musica, creando un’esperienza sinestetica che sovverte le convenzioni della percezione. L’intervento si configura come una “scultura espansa”, un ambiente immersivo che ridefinisce i confini dello spazio espositivo.
La produzione di Vairetti, frutto di una “curiositas” insaziabile e di una “inventio” feconda, è un’indagine sui sistemi di rappresentazione e comunicazione, un’analisi dei processi di significazione.

Le opere, dalla figurazione all’astrazione, all’installazione, testimoniano la sua capacità di operare attraverso e oltre i confini dei media, di creare un sistema artistico coerente e complesso.
Il suo linguaggio, un’ “arte concettuale espansa”, pone l’accento sull’idea e sul processo creativo, trasformando la mostra in una “performance diffusa”, un evento che coinvolge lo spettatore in un’esperienza attiva e partecipativa. Vairetti, trasforma la sua esistenza in un’opera d’arte totale, mettendo in discussione la nozione di autore e opera.

La sua figura, avvolta di mistero e fascino, si trasfigura in mito moderno, una narrazione che continua a interrogare le convenzioni dell’arte. La sua ricerca, un esempio di arte “post-mediale”, trascende i confini disciplinari e si pone come un dispositivo per l’esplorazione della percezione e conoscenza.

Concludo con un augurio sincero a Lino, amico e artista straordinario, che questa mostra sia un ulteriore tassello nel suo percorso di ricerca e di espressione, e che il suo lavoro continui a illuminare e a ispirare chiunque abbia la fortuna di incontrarlo”. Antonello Pelliccia

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