II principio cardine che è divenuto pilastro centrale di Next Generation EU, è quello che i progetti finanziati non debbano arrecare nessun danno significativo all’ambiente, da qui il nome Do No Significant Harm (DNSH). La realizzazione di tunnel è una attività ad altissimo impatto. Richiede obbligatoriamente uno studio ecotossicologico da inviare e , sottoporre alla valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità.

 Il  lavoro di tre ricercatori  Jonas Westin e Per Kågeson del Royal Institute of Technology di Stoccolma nell’analisi “ Can high speed rail offset its embedded emissions?  scrivono che , affinché il bilancio di carbonio sia favorevole al clima le linee ferroviarie ad Alta velocità : “ non possono contemplare l’estensivo uso di tunnel ”. Esattamente il contrario di quanto fatto da Rete Ferroviaria Italiana con il progetto alta velocita Salerno Reggio Calabria e, in particolare con il lotto Battipaglia/ Romagnano di Km 35.

Finanziato al 90 % con i soldi di quel PNRR, in cui c’è  un principio cardine che è divenuto pilastro centrale di Next Generation EU, cioè quello che i progetti finanziati non debbano arrecare nessun danno significativo all’ambiente, da qui il nome Do No Significant Harm (DNSH).

 L’accesso ai finanziamenti è infatti condizionato al fatto che i Piani nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) includano misure che ,concorrano concretamente alla transizione ecologica per il 37% delle risorse e che, in nessun caso, violino il principio del Do No Significant Harm (DNSH), ossia non arrechino un danno significativo all’ambiente.

 I 35 Km da Battipaglia a Romagnano sono la negazione di tutto quanto è sostenibilità , a iniziare da verifiche delle prescrizioni della Sovrintendenza Speciale a un Tar che,  discuterà il merito dei ricorsi sugli impatti a progetto iniziato , il prossimo 10 ottobre a tipologie costruttive che per il 90% sono gallerie e viadotti ovvero il massimo degli impatti.

Abbiamo assistito alla sfilata ed esultanza di Istituzioni e politica al posizionamento della “ talpa” (TBM ) “ Partenope “ , per lo scavo meccanizzato di 8  gallerie su 20 e 19 viadotti , ma zero attivazioni e informazioni sullo strategico e importantissimo Osservatorio Ambientale costituito ,ma di cui nulla è rilevabile da siti ministeriali , dalla stessa RFI e dagli Enti locali territoriali.

 Scelta del corridoio autostradale operata sulla base di una analisi multicriteria che doveva  confrontare , mediante opportuni criteri e relativi pesi, un insieme d’alternative. Pesi assegnati ( ? Da chi? ) in funzione  dell’importanza che i decisori danno ad ogni singolo obiettivo. Una multicriteria che appare in difformità alle Linee Guida del ministero stesso.

Gli impatti generati da una talpa sono molteplici e da qui la necessità di rigorosi e frequenti controlli. Se non fossero così importanti non sarebbe previsto  l’ obbligatorio   studio ecotossicologico,  per i materiali scavati e poi inviato all’Istituto Superiore di Sanità. Studio affidato nel caso del lotto 1a ,  a una start up della Università La Sapienza di Roma.

Lo studio è reso necessario dall’uso da parte della “ talpa” dei  cosiddetti agenti condizionanti costituiti da :  miscele di tensioattivo ,  polimeri a lunga catena,  agenti lubrificanti e anti-adesione, agenti disgreganti,  bentonite, filler.

La quantità di tensioattivo nel terreno deve rispettare i limiti ambientali e deve garantire una biodegradabilità tale da permettere la rimozione dello smarino dall’area di stoccaggio temporanea dopo un tempo di aerazione non molto lungo (all’incirca 7 giorni).

 Le TBM sono macchine che consentono un alto grado di industrializzazione, rivelandosi nella pratica una “fabbrica mobile” che scava il terreno e monta i conci prefabbricati come se fosse una vera e propria catena di montaggio.

 Ulteriore delicatissimo aspetto è il rispetto  dei limiti di concentrazione degli inquinanti ,   il materiale scavato può essere considerato “non rifiuto speciale” ,  ma sottoprodotto e pertanto riutilizzato.

Su questi aspretti importantissimi di impatto ambientale silenzio tombale di amministrazioni comunali, rappresentanti parlamentari e regionali.

La realizzazione delle opere previste determina la produzione complessiva di circa 6.793.884 mc (in banco) di materiali di risulta.

L’attività di Ricerca  ha portato innanzitutto a definire in modo chiaro le informazioni, i dati e le evidenze disponibili in letteratura e  in anni di ricerca sperimentale sui prodotti commerciali (bentoniti) utilizzati per la preparazione dei fluidi di perforazione, sulle loro specifiche tecniche, sulle modalità di utilizzo e sugli eventuali rischi legati all’interazione con l’ambiente in fase di utilizzo, durante la vita utile delle opere realizzate. Ma anche  in relazione al riutilizzo, come sottoprodotto, delle terre e rocce da scavo poste a contatto con tali fluidi per esempio l’interazione tra  i fluidi/fanghi bentonitici e le terre e rocce da scavo.

Particolare importanza ai fini di un rigoroso monitoraggio sono le aree di cantiere : Eboli ha tre aree di cantiere per circa 34 mila mq, Battipaglia ne ha quattro che occupano 85 mila metri quadrati , Campagna ne ha 19 per complessivi 47 ettari circa.

Sono aree di cantiere con funzioni differenti :  cantiere base unico ubicato a Contursi ,  cantiere operativo,  aree di stoccaggio  destinate allo stoccaggio del materiale proveniente da scotico, scavi, demolizioni, ecc., in attesa di eventuale caratterizzazione chimica e successivo allontanamento per riutilizzo in cantiere, conferimento a siti esterni per attività di rimodellamento o recupero/smaltimento presso impianti esterni autorizzati. Ci sono poi i  cantieri armamento, le aree tecniche .

Si comprende facilmente l’importanza del monitoraggio e i controlli in corso d’opera ,l’analisi di caratterizzazione.

Infine il delicatissimo problema del rispetto dei requisiti di qualità ambientale per l’utilizzo dei materiali da scavo come sottoprodotti. Possibile come noto solo se  il contenuto di sostanze inquinanti all’interno dei materiali da scavo è inferiore alle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) di cui  alle norme del Codice Ambientale

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