“La vera peculiarità di questo “Padre nostro” è che tutti i verbi sono nella forma dell’imperativo, cioè sono ordini. Gesù chiede ai figli d’Israele di dare questi ordini a Dio. Ora, come è possibile pensare che degli uomini possano dare degli ordini a Dio?
Ovviamente non volendo condizionare nessuno, lascio a voi la risposta”. Questa la conclusione del video di Mauro Biglino uscito qualche giorno fa, intitolato “Quale Padre Nostro?”. Ora, come può uno studioso serio, esperto conoscitore e traduttore di lingue antiche, prendere certe cantonate? Innanzi tutto Mauro Biglino trascura il particolare importantissimo che Gesù dice: “Voi dunque pregate così:” (Mt 6,9). E’ chiarissimo, quindi, che si tratta di una preghiera, e che Gesù indica in quale maniera bisogna pregare.
Ma il grande studioso ignora che “l’imperativo è un modo verbale, adoperato solo in frasi principali, che – come dice lo stesso nome, dal lat. imperatīvus (modus) – serve per esprimere un ordine, un comando o una preghiera” Treccani). Anche una preghiera, capisce gentile studioso? E qui si sta parlando precisamente di una preghiera. Se lei chiede aiuto ad un amico e gli dice “aiutami” ricorrendo al modo verbale imperativo, non gli sta dando un ordine, ma lo sta pregando di darle aiuto.
Quando la donna cananea dice a Gesù: “Signore, soccorrimi!”, non gli sta dando un ordine, lo sta pregando di darle soccorso. Io capisco il forte desiderio di sostenere le proprie tesi, però non bisogna forzare a tal punto l’interpretazione di un testo, altrimenti si diventa poco credibili in tutto ciò che si scrive.