L’esame ha evidenziato carenze nella fase di programmazione, che potrebbero incidere sul corretto e continuo monitoraggio dell’andamento della misura, precludendo la rilevazione tempestiva di scostamenti e la messa in campo di azioni correttive. La complessità del processo negoziale e istruttorio dei Contratti di Sviluppo – puntualizza inoltre la magistratura contabile – non pregiudica l’adozione di un cronoprogramma che migliorerebbe il coordinamento tra la programmazione finanziaria delle risorse e l’attività amministrativa legata alla fase istruttoria e alla successiva assegnazione delle agevolazioni.
I risultati dei controlli mostrano uno stato di avanzamento non uniforme. Mentre alcuni contratti di sviluppo sono ancora in fase iniziale (quelli relativi all’art. 1, comma 253, della legge n. 213/2023 e alla delibera CIPESS n. 34/2022), i contratti finanziati con delibera CIPESS n. 7/2022 mostrano risultati più soddisfacenti, con il raggiungimento degli obiettivi definiti in delibera, ma con criticità legate sia al notevole divario tra risorse impegnate ed erogate ai beneficiari, sia alla limitatezza dei trasferimenti alle imprese a valere sulle risorse del FSC 2021-2027.
La Corte ha sottolineato l’importanza di ottimizzare i processi di erogazione delle risorse, in particolare per i contratti con un andamento realizzativo contenuto. In tal senso, è stato raccomandato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy di adottare misure concrete per affrontare le cause dei rallentamenti nelle diverse fasi procedurali e accelerare il processo di erogazione delle agevolazioni, monitorando l’efficacia delle azioni adottate e l’impatto sulla riduzione dei tempi di concessione degli incentivi.
Resta ferma – concludono i giudici contabili – la necessità che il Ministero svolga funzioni di impulso e controllo su Invitalia e sullo stato di avanzamento delle misure agevolative, anche valutando l’adozione di ulteriori indicatori e acquisendo ogni elemento informativo necessario.
Corte dei conti
Ufficio Stampa