Fistel Cisl: contratto al ribasso che riduce tutele a 5.000 lavoratori pugliesi
Moraglia, chiediamo solidarietà a istituzioni e committenti

“Fistel Cisl Puglia dice no al nuovo Ccnl siglato da Assocontact e Cisal che prevede per le lavoratrici e lavoratori dei Contact center un aumento triennale di soli 7 euro e 74 centesimi, azzeramento indennità malattia, dimezzamento ore di permesso, sdoganamento senza limiti del controllo individuale della prestazione, utilizzo poco chiaro dei dati prestazionali dei lavoratori e lo svuotamento della clausola sociale per la garanzia occupazionale nei cambi di appalto”. Così il Segretario generale della Fistel Cisl Puglia, Oronzo Moraglia, nel ricordare l’iniziativa prevista a Bari nella giornata di domani, 10 gennaio, alla quale sono stati invitati a partecipare i Senatori e i Deputati della Repubblica Italiana eletti in Puglia, i Consiglieri regionali pugliesi ed il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Non accettabile l’applicazione di un contratto che con le sue inique condizioni economiche e normative, totalmente al ribasso, rispetto invece a quanto richiesto nella piattaforma di rinnovo del CCNL TLC, creerebbe un forte danno all’intero settore delle Telecomunicazioni – aggiunge Moraglia – in quanto in un meccanismo fortemente competitivo come quello dei Contact Center, l’applicazione del citato CCNL sottoscritto lo scorso 4 dicembre 2024, tra Assocontact e Cisal, trascinerebbe inevitabilmente tutte le altre aziende che attualmente intendono applicare quello delle Telecomunicazioni, maggiormente rappresentativo del settore, gradualmente verso l’applicazione del nuovo contratto ‘ribassista’.

Si rischia quindi un effetto domino tra le aziende dei contact center, con evidente arretramento della parte normativa e soprattutto della parte economica. Restituire pochi euro di aumento dopo il triennio di inflazione dilagante che ci lasciamo alle spalle è un ‘peccato mortale – secondo Moraglia – che ribadisce la necessità di solidarietà da parte dei principali committenti, in questa complicata vertenza.

Societá come Enel, Enel Enel Energia, Wind3, Poste Italiane, Sorgenia, Engie, Hera, Acea, BNL, Intesa San Paolo, Mediolanum, Agos, Compas, ASL Bari, Comune di Lecce, Cariparma, Aruba, Crif, Credem, Infocert, devono far sentire il sostegno a migliaia di lavoratori che sono la loro voce.

È necessario porre dei correttivi in fase di gara/assegnazione evitando di far competere società con un differente costo del lavoro in un settore labour intensive, dove la eventuale scelta verso un CCNL meno costoso, fa la differenza – sottolinea Moraglia –.
Moraglia conclude “che l’eventuale applicazione di questo CCNL dumping, in ambienti lavorativi dove già prevalgono profili orari part time, significherebbe indurre indirettamente tantissimi lavoratori a dover cambiare lavoro e non riuscire a sostenere le proprie famiglie”. Giunge notizia che a livello nazionale, è stato richiesto ed ottenuto l’8 gennaio un tavolo Interministeriale, che i Ministri Urso e Calderone convocheranno entro il mese di febbraio per il settore mentre parallelamente proseguiranno le iniziative di mobilitazio