“È meglio che i nostri figli sappiano fin dall’infanzia che il bene non riceve ricompensa e il male non riceve castigo. E tuttavia bisogna amare il bene e odiare il male. E a questo non è possibile dare nessuna logica spiegazione”. La scrittrice Sandra Petrignani ha riportato sulla sua pagina Facebook, queste parole di Natalia Ginzburg. Ed ecco il mio commento: “A mio parere è un discorso che lascia il tempo che trova.
E’ meglio, infatti, che i nostri figli fin dall’infanzia imparino a distinguere il bene dal male, a capire che cosa è bene e che cosa è male. Una volta che sono in grado di fare questa distinzione, è perfettamente inutile dire loro che bisogna amare il bene e odiare il male, che bisogna seguire il primo e non il secondo. Persone malate e d’animo cattivo, seguiranno il male, magari anche non amandolo.
Persone sane e d’animo buono seguiranno il bene”. Sandra Petrignani deve essersi resa conto che il discorso di Natalia Ginzburg aveva poco senso, giacché mi ha risposto: «Come diceva Simone Weil: “Conta solo il bene”. Ha valore in sé». La spiegazione, quindi, del perché bisogna “amare il bene e odiare il male”, non ci deve essere. Sarebbe come voler spiegare perché amo il piacere e odio la sofferenza mia e soprattutto di creature innocenti.
Renato Pierri
foto@Francesco-Reitano-Amare