di Roberto Chiavarini

L’amore tra un uomo e una donna, progettato sin dalla notte dei tempi dalla logica imposta da una Entità Superiore, è tanto più forte e spirituale, quanto più si integra come componente vitale nelle dinamiche di tutti i giorni.

L’amore, è pur sempre una conquista e, come tale, segue un tragitto attraverso il quale, la donna e l’uomo, misurano l’intensità del fondamento cristiano con il sigillo spirituale della sacralità del matrimonio.

Naturalmente, come sempre impone la regola, eccezioni a parte.

La donna e l’uomo, comprendono di doversi amare lungo tutto il tragitto della vita, come compagni di viaggio, con la certezza che dal sacrificio e dalla sofferenza, nasceranno le gioie più profonde.

E, tutto ciò, accade, in contrapposizione a una società disarticolata come quella contemporanea che punta, senza scrupoli, sull’amore malato, inteso come schiavitù materiale, corrotto nel corpo, nella mente e nell’anima, che crea ambiguità e confusione tra i credenti, anche per via del digradare della attuale Chiesa, non interventista, estranea alle responsabilità etico-morali che pure ha, attraverso una oramai consolidata affermazione da brividi e che recita: “… chi siamo noi per giudicare?”.

Spero che in questo momento storico, che mette a nudo le deformazioni degli “usi e dei costumi” della nostra civiltà, gli “Uomini Giusti”, biblicamente riconosciuti, riescano a concentrare le loro forze, per opporsi alla realtà che li circonda.

Dal canto nostro, bandiamo dalla nostra vita di tutti i giorni, i “falsi profeti”, “i venditori di fumo”, gli “ingannatori di anime” e ancoriamoci ai grandi insegnamenti incorruttibili di una Santità come Papa Wojtila, al secolo Papa Giovanni Paolo Secondo.

Lui non c’è più, ma i suoi insegnamenti spirituali, restano scolpiti nella mente di ognuno di noi.

In virtù di ciò, cerchiamo di non seguire le strampalate idee di chi, funzionale al sistema di Potere, indichi la via sbagliata (per i cristiani, naturalmente), fatta di apparenti innovazioni sociali e religiose, che fanno perdere il senso della spiritualità nel cuore di ognuno di noi.

Ovvero, la Cristianità unisce le famiglie mentre, l’anticristianità, le separa.

Il dilemma spirituale della nostra Società moderna, basa tutto su questa domanda spirituale: “Unire o separare?”

Diceva Karl Marx: “la strada per l’inferno, è lastricata di buone intenzioni”.

Che in questo caso è rappresentata dalla facile separazione e dalla distruzione di una famiglia per lasciare il posto a uno stile di vita dissacratorio.

È bene ricordare che nella formula recitata nel corso del Sacramento del Matrimonio, il sacerdote enuncia con forza: “nessuno osi separare ciò che Dio ha unito”.

E io aggiungo, casi straordinari a parte, tanto che è la stessa Chiesa che, in quel caso di straordinarietà, può “annullare” il vincolo del matrimonio.

Oltretutto, una Chiesa che pensi di aprire a tutte le altre religioni del mondo, banalizzando così il sacrificio di Cristo, lo fa in violazione del primo comandamento che recita  “ io sono il Signore Dio tuo … non avrai altro Dio all’infuori di me”, non può essere considerata più la Chiesa di Pietro.

Pietro, colui che rappresenta il concetto teologico, sintetizzato nel simbolo di Cristianità.

Pietro, non è stato solo il padre della Chiesa di Roma ma, insieme a Paolo, il suo fondamento spirituale.

Certo, Dio ha concesso all’uomo il “libero arbitrio”, ma nessuno pensi di utilizzarlo per violare le sue leggi, partendo proprio dall’interno della Chiesa.

Chi non crede in Dio (per carità, può anche farlo), ma esca immediatamente dalla sua casa e vada a professare i propri “Credo” da un’altra parte.

Tempo fa ho letto che non bisogna più “pregare” Dio a “pappagallo” ma, rivolgendosi a lui, sarà sufficiente salutarlo con un semplice “Ciao” (ricordo a tutti che il secondo Comandamento recita: Non nominare il nome di Dio invano)

Salutarlo così, naturalmente, nella lingua italiana, ma poi nelle altre lingue, come potremmo salutarlo? Per esempio con un “Hello”?

Ma, forse, sarebbe meglio fare un saluto a Dio ancor più confidenziale: “ Hey friend, are you okay?”, che tradotto significa: “Ehi, Amico”, tutto bene?”

Qui, siamo di fronte alla più totale follia umana.

Un antico proverbio salentino recita: “Quantu cchiù forte chiove, cchiù mprima scampa” … che tradotto significa: “Quanto più forte piove, prima finisce”.

Per rinnovarci spiritualmente in una nuova alba della Umanità, nel Segno di Cristo che, per l’uomo qualunque di Fede Cristiana, significa “speranza”.

E ve lo dico io che, da quando ho perso la mia povera Mamma, ho messo in discussione perfino la mia Fede.

Questo, è il mio pensiero, che prende spunto dalla mia esperienza adolescenziale, maturata nel corso dei sette anni di frequentazione presso il Convento dei Padri Francescani, che non metterei mai in predicato e in discussione per nulla al mondo, poiché significherebbe buttare al vento la mia formazione culturale e intellettuale, dal momento che mi compete il potere concessomi dalla mia conoscenza dei fattori in campo.

Riflettiamo: secondo la mia suddivisione, la vita di un uomo si divide in tre fasi, l’ultima di esse è la più triste, poiché  essa porta alla fine della vita umana.

Togliere a un “vecchio” la speranza di un’altra vita ultraterrena cosi come professato dagli Apostoli, significa banalizzare la esistenza stessa dell’uomo.

Ricominciamo da questa giornata di Festa Religiosa dell’Epifania, che si celebra il 6 gennaio di ogni anno, per commemorare il manifestarsi di Gesù Cristo come Dio Figlio incarnato, in modo tale da scrollarci di dosso ogni dubbio e ogni peccato dall’aver scelto la via sbagliata rispetto a quella indicata da Cristo stesso.

Perché o siamo con Cristo o siamo con l’Anticristo. Da qui non si sfugge.

Questa è la mia Opinione e, in quanto tale, mi rifaccio all’Art. 21 della nostra amata Costituzione che recita testualmente:

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

E io l’ho fatto. Da buon Cristiano.

Penso che ciò, si possa ancora affermare, vero?… o è già diventato un reato?

Ho consultato il Dizionario Treccani e mi sono rincuorato.

Buona Festa dell’Epifania a tutti.

Roberto Chiavarini

Opinionista di Arte e Politica