<a href="https://www.corrierenazionale.net/" target="_blank" rel="noopener">Il Corriere Nazionale</a>

Addio a Jimmy Carter ex Presidente degli Stati Uniti d’America, il presidente più longevo di tutta la storia americana, 100 anni di vita, una vita lunga dove al centro c’era l’importanza dei diritti, delle uguaglianze e delle persone. Un presidente moderno che aveva capito quarant’anni fa i problemi della società, celebre il suo discorso sulla “crisi della fiducia e del malessere” nel 1979 quando criticò lo stile di vita degli americani e invitando a cambiare stile ci vita, riducendo i consumi energetici.

Le condoglianze sono state bipartisan, da Donald Trump prossimo presidente degli Stati Uniti al presidente Joe Biden, tutti che hanno riconosciuto Jimmy Carter come uno dei migliori Presidenti degli Stati Uniti. Jimmy Carter rappresentava l’esempio americano di come farsi strada con coraggio, prima di entrare in politica era coltivatore di arachidi e nel 1946 si diplomò all’accademia navale. Iscritto al Partito Democratico, nel 1970 venne eletto Governatore della Giorgia e si batté per la fine del razzismo contro gli afroamericani in un’America dove se non eri bianco non potevi sederti sul bus, idee che dovrebbero essere ancora d’esempio per molti. 1979 il grande anno, Jimmy Carter vinse con il 50% dei voti le elezioni americane sconfiggendo il rivale e presidente Gerald Ford.

Per Carter, affianco a sua moglie Rosalyn, quattro intensi anni alla Casa Bianca dovendo far fronte alle politiche interne ed estere. Sul piano economico gli Stati Uniti affrontarono la crisi energetica e Carter cercò di ridurre l’inflazione. In politica estera la crisi degli ostaggi americani all’ambasciata statunitense a Theran, la storia si ripete, quando nell’Iran dello ayatollah Khomeini vennero tenuti in ostaggio 53 dipendenti americani, poi liberati due anni dopo. 1978 Carter riuscì ad arrivare con i presidenti Anwar Sadat e Menachem Begin, agli accordi internazionali di Camp David tra Egitto e Israele e poi ancora stabili relazioni diplomatiche con la Cina, accordi sulla limitazione del nucleare adottati con l’Unione Sovietica, la presidenza Carter fu caratterizzata da una politica fatta di diplomazia, diplomazia che al giorno d’oggi servirebbe. Ma ciò che avvenne a Theran e l’aumento dell’inflazione abbasso la popolarità di Jimmy Carter e le elezioni del 1980 furono vinte da Ronald Reagan che aprì una nuova fase della storia americana.

Gli anni successivi alla presidenza videro Carter impegnato per la pace, nel 2002 ricevette il Premio Nobel per la Pace, la lotta contro la povertà, le malattie infettive e per un mondo pulito contro le politiche di inquinamento, scrivendo saggi, libri autobiografici o partecipando a conferen

Antonio Simondi