La vicenda di due fratellini ed educatori XV Municipio di Roma
(DIRE) ROMA – “Tante le incongruenze sui documenti, sulle relazioni del XV Municipio e sulle istanze presentate dal curatore e depositate presso il Tribunale dei Minori di Roma allo scopo di mettere alla gogna un’intera famiglia e la zia, costretta ad incontri protetti con i nipoti, al centro di situazioni inverosimili e a volte completamente contrarie a
quanto riportato nonostante la realtà dei fatti sia ampiamente documentata alle autorità competenti”. Torna a raccontare la propria vicenda la famiglia romana di nonni e zii coinvolti in una vicenda giudiziaria che ha portato a denunciare i servizi
sociali del XV Municipio. Oggi con una lettera la zia vuole segnalare, allegando documenti e istanze dei propri legali, le
anomalie della vicenda e tutti i timori che ha sui due minori, i nipoti. I bambini al centro della contesa, due fratellini, sono
stati collocati in una struttura a gennaio 2022, dopo esser stati cresciuti da nonni e zii, ed entrambi i genitori sono limitati
nella responsabilità genitoriale.
“Contrariamente a quanto riferito dal curatore al Tribunale non ci sono denunce a carico della zia, che è finita per questo ad avere incontri protetti con i nipoti”, ricorda l’avvocato Maurilio Prioreschi, che la difende. E assicura: “Chiederemo i danni per questo”.
Il legale entra nel merito e ribadisce: “Non esiste alcuna denuncia a carico della zia paterna dei minori che si riserva di
procedere legalmente anche per richiedere i danni subiti da lei e dai bambini anche visto quanto accaduto ai nonni e allo zio in data 9 ottobre a pochi giorni dall’udienza con gravi accuse presentate al tribunale verso la famiglia paterna, nonni e zio, già ampiamente documentate al Tribunale dei minori e alle istituzioni attraverso le telecamere di video sorveglianza presenti nella casa”. A confermare che non ci sono denunce a carico della zia, “è proprio la madre dei bambini- puntualizza la zia- in una mail scritta al padre il 22 settembre 2024”.
Numerose le incongruenze nell’operato dei servizi sociali e nelle comunicazioni del curatore verso il Tribunale che la
famiglia dei due fratellini segnala. Tra le tante “nessuno aveva avvisato della presenza di un nuovo educatore” e ancora, ricorda sempre la zia, “era stata la nonna paterna a mandare una mail al tutore e alla cooperativa chiedendo perchè i bambini venissero lasciati a 500 metri dal cancello e chi avesse disposto ciò e di essere avvisata delle persone nuove che venivano. Dopo numerosi solleciti il nome dell’educatore nuovo veniva fornito solo il 12 settembre. Tra l’altro lasciare i bambini a 500 metri dal cancello è una pazzia”, sottolinea la zia, che incalza: “Viene raccontato dagli educatori della cooperativa che non hanno mai sentito i bambini lamentarsi di subire pressioni e minacce fisiche e psicologiche all’interno della struttura e la sera in camera con la mamma, ci chiediamo il perchè visto che i loro
dialoghi con i bambini sono stati periziati fonicamente, perchè negano?”.
“Questi bambini- scrive ancora la zia- riferiscono di avere paura della sigaretta e di di cio che subiscono, e lo hanno
raccontato anche alla pediatra. Tutto cio è stato negato al tribunale dei minori”.
Altro episodio, che si legge nell’istanza del curatore al tribunale, denunciato come anomalo, è la dichiarazione
dell’educatore della cooperativa secondo cui “la zia lo avrebbe aggredito e addirittura minacciato, e la stessa durante gli
incontri tra padre e bambini disturba con video chiamate”.
“Questo sarebbe bene che fosse documentato dal curatore e dagli stessi educatori e ci chiediamo inoltre perchè l’educatore- proseguono i legali- non abbia sporto denuncia di aggressione nei confronti della zia”.
E ancora: “Dopo aver letto le relazioni con l’avvocato la famiglia paterna si è recata a prendere visione del fascicolo:
qui è stata trovata una denuncia con nome omonimo alla madre dei bambini, ma con data di nascita completamente diversa e non facente parte del fascicolo relativo ai minori in oggetto (cosa prontamente comunicata al Tribunale in un’istanza dall’avvocato professor Matteo Santini che segue i minori ed il padre)”.
“Come è possibile che questi educatori sentono tutte le lamentele dei bambini al padre e alla famiglia e i servizi
sociali non ne sanno nulla?”, si chiede la zia. “L’educatore riferisce che loro si limitano a produrre relazioni di
aggiornamento sugli incontri e che poi sono date in visione alla responsabile che le controlla e le modifica se necessario. Questo risulta tutto del tutto anomalo”.
La preoccupazione dei nonni è affidata a queste parole: “Siamo al centro di falsità ideate per denigrare e costruire sulla
famiglia un cerchio negativo da presentare al giudice; a ciò si aggiungono le cose non vere messe in bocca ai bambini al solo scopo di creare distanza dalla famiglia paterna e dalla zia con la quale i bambini sono cresciuti. Il tutto, visto che i genitori non hanno piena responsabilità genitoriale, per quale ragione viene fatto? Dietro c’è una Bibbiano 2?”.
(Com/Red/ Dire)
16:12 27-12-24