di Vincenzo Caccioppoli

Una situazione delicata si sta sviluppando presso il sito Glencore di Portovesme, dove l’azienda metallurgica è al centro di tensioni legate alla fermata della produzione di zinco.

Con il timore che la cassa integrazione possa colpire i circa 1.200 lavoratori, il ministro Adolfo Urso ha annunciato la sua visita al sito per venerdì 27 dicembre 2024. Al suo fianco ci saranno la ministra Marina Elvira Calderone e la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, per affrontare direttamente la crisi in atto. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, venerdì sarà davanti ai cancelli della Portovesme Srl, società del gruppo Glencore, che ieri ha fermato la linea zinco in anticipo rispetto alla data annunciata del 31 dicembre. «Noi non molliamo. Mai», ha sottolineato l’esponente del Governo Meloni in un post su X. Il Natale evidentemente non ferma lo spirito battagliero di uno dei ministri piu attivi del governo, che ha gia risolto alcune delicate vertenze aziendali. “In oltre due anni di governo – osserva Urso – abbiamo affrontato con successo tutte le vertenze arrivate al ministero, individuando sempre soluzioni industriali e salvaguardando l’occupazione.

Nessuna azienda giunta al tavolo del Mimit è stata chiusa: ogni crisi è stata trasformata in un’opportunità di rilancio. Anche per questo dai territori ci sono giunte richieste di accompagnare anche una serie di vertenze locali, che per la loro dimensione non sono di nostra competenza: ormai – continua – tutti sono consapevoli che siamo in grado di trovare le soluzioni per la salvaguardia dei lavoratori e il rilancio produttivo. I rappresentanti sindacali che partecipano alle riunioni che teniamo quotidianamente al ministero lo sanno bene”. Ha detto Urso in una recente lunga intervista concessa alla Stampa. Adesso ecco all’orizzonte una nuova vertenza che vede coinvolta una Regione come la Sardegna gia da tempo alle prese con diverse situazioni difficili sul piano aziendale: «Ho comunicato alla presidente della Regione che ritengo doveroso far sentire la presenza e l’impegno delle Istituzioni a chi teme di perdere il proprio lavoro. Noi ci saremo, insieme, venerdì mattina a Portovesme», ha detto il ministro Urso sui social.

Un gesto forse eclatante e per certi versi sorprendente,  ma che mostra come il ministro non sembra intenzionato a cedere a ricatti e soprusi da parte delle aziende che lavorano nel nostro paese. Ma Urso non sarà il solo membro del governo Meloni a scendere Venerdì in Sardegna, perché anche la ministra del lavoro Marina Calderone ha deciso di accompagnare il ministro Urso in questa clamorosa forma di protesta contro i vertici dell’azienda Glencore: «Saremo davanti ai cancelli di Portovesme, con la presidente della Regione, Alessandra Todde, e tutti i sindaci del Sulcis, confermando l’attenzione del Governo per la vicenda e l’impegno per ogni singolo lavoratore in difficoltà, in armonia con le istituzioni del territorio». Ha affermato la ministra.

Il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante «la visita del ministro non deve essere né una passerella né l’occasione per impegni generici e dilazionati nel tempo, il tempo delle attese è finito, il board della Glencore lo ha chiarito in modo inequivocabile».  La situazione difficile dell’impianto sardo della, d’altra parte è nota da tempo, e sembra ormai arrivata ad un punto di non ritorno. Il 31 dicembre scadranno molti contratti di appalto. Diverse centinaia di lavoratori potrebbero perdere il posto. Non si prepara un Natale allegro negli stabilimenti della Portovesme Srl.. Ma a sorpresa l’azienda ha deciso di fermare da ieri la linea di produzione dello zinco dello stabilimento, con una settimana di anticipo rispetto alla chiusura annunciata per il 31 dicembre cui erano seguite le dure prese di posizione dei lavoratori, dei sindacati e della politica di tutta la Sardegna.

Ufficialmente lo stop è dovuto a un problema tecnico. Questo stabilimento, operativo da dieci anni, ha rappresentato un punto di riferimento fondamentale per la produzione di zinco, ma la chiusura della sala elettrolisi e dell’impianto di fusione ha acceso i riflettori sulle sorti future dei dipendenti. La linea di produzione, quindi, è ferma e la situazione si fa sempre più critica. La multinazionale negli ultimi incontri con il ministero aveva presentato il progetto litio che però è ancora solo nelle idee dell’azienda. “Aspettiamo ora le mosse del governo – ha dichiarato Emanuele Madeddu, segretario Filctem Cgil al giornale Cagliari Today – il ministro il 5 dicembre aveva anticipato che subito dopo l’incontro del tavolo tecnico del Mimit, presente in stabilimento il 20 dicembre, avrebbe convocato un tavolo per affrontare proprio l’esito di quell’incontro e capire se ci sono le condizioni per cui un nuovo player possa decidere di investire su Portovesme”.

foto Ansa