Nicoletta Montesano Rechtien
Attraverso la rappresentazione della Natività, il presepe non solo celebra la nascita di Cristo, ma racconta anche la storia di una comunità, dei suoi valori e della sua identità.
Le origini del presepe
Il termine “presepe” deriva dal latino praesepium, che significa “mangiatoia” o “recinto per animali”, un riferimento diretto alla scena evangelica della nascita di Gesù.
Le prime rappresentazioni della Natività risalgono al IV secolo, quando l’imperatore Costantino autorizzò la costruzione di basiliche cristiane. A Betlemme, presso la grotta ritenuta luogo della nascita di CRISTO, fu eretto un altare, avviando così una venerazione dei luoghi santi.
La vera nascita del presepe come lo conosciamo oggi, tuttavia, è attribuita a San Francesco d’Assisi. Nel 1223, il santo allestì a Greccio, un piccolo borgo umbro, una rappresentazione vivente della Natività. Utilizzando persone e animali reali, San Francesco volle riportare alla memoria dei fedeli la semplicità e l’umiltà del primo Natale.
L’evoluzione artistica del presepe.
Dopo il presepe vivente di Greccio, la tradizione si diffuse rapidamente in tutta Europa, assumendo diverse forme e adattandosi alle culture locali. Nel XIV secolo, i primi presepi scolpiti apparvero in Italia, spesso realizzati in legno o terracotta. Questi presepi, collocati nelle chiese, avevano una funzione didattica: raccontare visivamente la storia della Natività ai fedeli analfabeti.
Tra il XV e il XVI secolo, il presepe si arricchì di dettagli e cominciò a spostarsi anche nelle case delle famiglie nobili.
Le botteghe artigiane svilupparono una vera e propria arte del presepe, con statue sempre più raffinate e scenografie elaborate. In questo periodo, NAPOLI emerse come uno dei centri principali della tradizione del presepe.
Il presepe napoletano.
Il Settecento rappresenta l’apice dell’arte del presepe, in particolare a Napoli. Il presepe napoletano, celebre in tutto il mondo, si distingue per la ricchezza delle scene e la varietà dei personaggi. Oltre ai protagonisti della Natività, come Maria, Giuseppe, Gesù, i pastori e i Magi, compaiono figure popolari: venditori, contadini, pescatori e artigiani. Questi personaggi rappresentano la vita quotidiana del tempo, inserendo la Natività in un contesto più ampio e vivido.
I presepi napoletani del XVIII secolo erano vere opere d’arte, realizzate da grandi maestri come Giuseppe Sammartino, noto per la bellezza e l’espressività delle sue statue. Le figure erano spesso in legno o terracotta, con arti mobili e abiti in tessuto ricamato.
I presepi erano allestiti in complesse scenografie che potevano occupare intere stanze, simboleggiando non solo la fede ma anche il prestigio sociale delle famiglie che li possedevano.
Il presepe popolare.
Con il tempo, il presepe divenne sempre più accessibile e si diffuse anche tra le classi popolari. Materiali meno costosi come il gesso e la carta pesta permisero la produzione di figure più economiche, che potevano essere acquistate dai ceti meno abbienti. In molte regioni italiane si svilupparono varianti locali del presepe, spesso legate alle tradizioni artigianali del territorio.
In Sicilia, ad esempio, si realizzavano presepi in ceramica, mentre in Liguria si prediligevano le statuine in legno dipinto. Ogni comunità inseriva elementi caratteristici del proprio ambiente e della propria cultura, trasformando il presepe in un racconto della vita quotidiana e delle tradizioni locali.
Il presepe oggi.
Oggi il presepe continua a essere un simbolo importante del Natale in molte parti del mondo. Nonostante la diffusione di alberi di Natale e decorazioni moderne, la tradizione del presepe mantiene un forte valore spirituale e culturale. Accanto ai presepi tradizionali, si sono sviluppate interpretazioni contemporanee, con materiali innovativi e design minimalisti, ma sempre fedeli al messaggio originario.
I presepi viventi, che richiamano la tradizione francescana, sono ancora molto popolari in Italia e all’estero. Eventi come il presepe vivente di Greccio, o quelli organizzati in grandi città come Verona e Matera, attraggono ogni anno migliaia di visitatori, confermando l’universalità e l’attualità di questa tradizione.
Conclusione.
Il presepe, nato come un semplice ricordo della Natività, si è trasformato nel corso dei secoli in un’espressione complessa e multiforme della fede e della cultura. Che sia scolpito nel legno, modellato in terracotta o vivente, esso rimane un simbolo potente del Natale, un racconto senza tempo che parla di speranza, umiltà e rinascita. Nel presepe, ogni dettaglio è un invito a riflettere sul significato profondo della vita e sul mistero della nascita, rendendolo un dono prezioso per ogni generazione.
Il direttore e la Redazione tutta del CorrierePL. it, augurano ai nostri lettori, amici, collaboratori, volontari e simpatizzanti un buon Santo Natale a tutti gli uomini di buona volontà