L’avanzata del film Vermiglio di Maura Delpero non si arresta. Dopo aver vinto il Leone D’Argento-Gran Premio della Giuria all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, il lungometraggio è stato scelto per comporre i sei candidati al Miglior film in lingua straniera ai prossimi Golden Globe del 5 gennaio, e niente di meno che tra i quindici titoli della proposta cinematografica mondiale inseriti nella shortlist dell’Oscar Academy come candidati a Miglior film internazionale.   

Scritto dalla stessa Delpero, il film è ambientato nel 1944 nella città natale della regista e racconta le vicissitudini legate all’arrivo in paese di Pietro, un soldato siciliano, che turberà gli equilibri di un insegnante e della sua famiglia, innescando soprattutto tumulti sentimentali ed esistenziali della giovane Lucia, che dovrà fare i conti con scelte che metteranno in discussione i suoi legami e la sua stessa identità, in un periodo di cambiamento storico e sociale. La trama offre uno scenario eterogeneo, affrontando i temi dell’amore, delle paure, del coraggio, affrontando con tocco delicato quella sfera più segreta e fragile dell’animo umano nella sua continua lotta tra caduta e risalita.

La battaglia per la statuetta non sarà semplice, vista la continua ascesa del suo principale antagonista, ovvero il musical Emilia Pérez del francese Jacques Audiard già vincitore agli scorsi European film award, ma anche di altri nomi della compagine, tra cui il brasiliano Io sono ancora qui di Walter Salles, storia dell’ex deputato Rubens Paiva, fatto sparire dal regime nel 1971 e Il seme del fico sacro del regista Mohammad Rasoulof, in rappresentanza della Germania che lo ha prodotto, fuggito dall’Iran lo scorso maggio, portavoce di una storia di ribellione ispirata alle proteste delle donne contro l’oppressione degli ayatollah. E poi il delicatissimo Flow — Un mondo da salvare, cartone animato indipendente del lettone Gints Zilbalodis, che narra le avventure di un gatto in un mondo post apocalittico senza uomini e Dahomey di Mati Diop, potente documentario vincitore della Berlinale, candidato per il Senegal.

L’8 gennaio cominceranno le votazioni che termineranno la domenica successiva per ridurre le nomination a cinque titoli per ogni categoria, per poi annunciare ufficialmente il 17 gennaio i nomi selezionati. Non rimane che attendere in diretta mondiale dal Dolby Theatre di Hollywood la notte stellata del 2 marzo 2025.