Perché il fatto non sussiste, ha detto il giudice.
Le domande che questa sentenza suscita sono molteplici. Di carattere politico, di carattere giuridico, soprattutto sulla interpretazione del diritto internazionale. Sui fatti che coinvolgono gli emigranti. Sui fatti che coinvolgono le ONG, molto impegnate nelle operazioni di salvataggio di questi emigranti. In particolare sulla attività promossa da Open Arms, che secondo la ricostruzione dell’avvocato Bongiorno ha risvolti politici.
Questa ultima considerazione è rafforzata dalla presenza a Palermo di Oscar Camps, il patrono di Open Arms, che si riserva, una volta lette le motivazioni, di fare ricorso.
Innanzitutto sorgono dei dubbi sulla attività condotta da Oscar Camps. Open Arms è una ONG spagnola così come lo è il suo fondatore.
In Spagna sono presenti da decenni dei flussi di emigranti che dall’Africa nord occidentale cercano di sbarcare sulle coste spagnole.
Non mancano i muri per fermarli, ma in particolare si assiste a traversate molto più lunghe e pericolose di quelle del mare di Sicilia. Ed è legittimo chiedersi perché Open Arms non è impegnata su questo fronte. Anche perché su quel fronte non c’è nessuno a salvarli.
La Spagna ha due enclavi in territorio marocchino. Si tratta di due città sulla costa africana: Ceuta e Melilla. Sono queste due città ad essere circondata da altissimi muri per bloccare l’ingresso degli emigranti. E nonostante i muri alcuni riescono ad entrare, soprattutto via mare.
Un’altra strada percorsa dagli emigranti è quella che partendo da porti sulla costa atlantica con fragili imbarcazioni cercano di raggiungere le Canarie, territorio spagnolo.
Su questa strada lunga più di mille chilometri alcuni arrivano a destinazione e tanti probabilmente no. E non ci sono navi delle ONG a salvarli.
E allora ci si può legittimamente chiedere perché Open Arms non si impegni su questo fronte.
Inoltre bisogna rispolverare alcune riflessioni sul fatto specifico, ricordate sapientemente da Giulia Bongiorno. La nave aveva avuto una risposta positiva allo sbarco sia da Malta che dalla Spagna. La Spagna si era impegnata ad inviare una nave a prendere gli emigranti.
E quindi perché Open Arms voleva sbarcare in Italia? I giornali poi continuano a insistere sui 148 emigranti sotto sequestro. In realtà il numero si era dimezzato perché donne, minorenni e malati erano stati fatti sbarcare. I medici avevano detto agli emigranti rimasti di dichiararsi malati e li avrebbero fatti sbarcare. La nave si trovava dentro il porto di Lampedusa a poche centinaia di metri dal molo.
Che di sequestro non si è trattato lo abbiamo appreso dal giudice di Palermo. E quindi come poteva l’accusa in base alle stesse leggi chiedere sei anni? È evidente che si trattava di una interpretazione forzata del diritto internazionale.
Sul piano politico ne esce indebolita la magistratura stessa, che a questo punto dovrà accettare la proposta di legge sulla separazione delle carriere. Anche per tutelare il difficile compito della magistratura giudicante, che non può permettersi le interpretazioni politicizzate del diritto internazionale.
Sul piano politico ci sono stati dei commenti da parte del PD. Le sentenze vanno rispettare. Cosa che secondo la Schlein la destra non farebbe. Silenzio invece da parte degli altri partiti.
C’è stato un errore politico. Quello di consentire che un ex ministro degli interni e parlamentare venisse dato in pasto alla magistratura per vicende che riguardavano il suo mandato politico. E soltanto quello. Sul piano politico il parlamento non dovrebbe acconsentire a dare in pasto alla magistratura un parlamentare in casi come questi. A prescindere dal colore politico.
Ma si voleva sconfiggere un politico altamente scomodo e mal visto da gran parte del popolo di sinistra. E questa volontà ha prevalso su tutto. Anche sull’ aver fatto parte dello stesso governo e aver condiviso determinate scelte.
Attilio Runello