La Delta S4, fu l’auto che lanciò la sfida nel panorama del rally mondiale, alle dirette concorrenti e regine della trazione integrale come Audi e Pegoeut.
Nel 1985 il mondo del rally professionistico mondiale, vide protagoniste la Pegeout turbo 16 V e l’Audi 4, auto dotate della trazione integrale (quattro ruote motrici).
La Lancia 037 lasciò un vuoto di successi, complice anche una serie di tristi avvenimenti, avvenuti durante le manifestazioni rallystiche. Alle prove speciali del Rally in Corsica, il pilota Attilio Bettega perse la vita schiantandosi con la sua Lancia 037 su un albero, c’era un prezzo da pagare per il Team Corse Lancia e Cesare Florio, capo indiscusso della scuderia, ne era consapevole.
Il progetto S4, fu affidato all’ingegner Claudio Lombardi, la Lancia Delta S4 fu pensata e costruita per essere l’antagonista d’eccellenza della Pegeout T16 e dell’Audi 4.
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La Cocecomp, iniziò a montare scocche e telai, mentre la carrozzeria Savio, si occupò di verniciare le resine leggere per la struttura esterna dell’auto. La fase finale avvenne negli stabilimenti di Borgo San Paolo a Torino, dove vennero montati gli organi meccanici di una vettura che ben presto farà tornare la Lancia seppur per un breve periodo nel panorama del Rally internazionale.
Alla Lancia pensarono di abbinare potenza e velocità, evitando di creare scompensi alla vettura, rendendola leggera, per quanto riguarda la carrozzeria in vetro resina, con le componenti facili da rimuovere, in modo tale da raggiungere, qualsiasi organo meccanico. Per l’intelaiatura a corpo reticolato, furono scelti il Nichel e il Cromo.
Le officine Abarth di corso Marche si occuparono del sistema di propulsione. Ancora una volta, il reparto corse di stanza in casa Fiat fu protagonista nello sviluppo dei motori delle auto da corsa Lancia.
Per l’omologazione del gruppo B, furono prodotti necessariamente 200 esemplari, della Lancia Delta S4. La versione stradale, non aveva nulla a che vedere con la versione da corsa.
Le officine Abarth, svilupparono un sistema di propulsione per versione stradale, composto da un 4 cilindri in linea per 1759cm3, con una potenza erogante di 250 CV. La versione da corsa, fu invece sviluppata con 4 cilindri, eroganti la potenza di 450 CV, fino a raggiungere i 530 CV, nella vettura schierata al mondiale.
L’Abarth confermava le sue doti di eccellente sviluppatore e costruttore di propulsori da corsa e l’evoluzione del motore della Delta S4, inizia proprio da questa dicitura: S stava per Sovralimentata e 4, stava per le quattro ruote motrici.
La Lancia, finalmente, era in grado di sfidare le vetture del momento, come la Pegeout T16 e l’Audi 4.
La tecnologia Abarth, sviluppata dagli ingegneri di Corso Marche, ancora una volta, aveva creato la vettura ad immagine e somiglianza dei desideri del Team Manager Cesare Florio.
Il sistema di compressione Volumex, fiore all’occhiello delle officine Abarth, fu introdotto nel propulsore S4. Ma la novità in casa Abarth riguardava la doppia sovralimentazione composta dal già brevettato Volumex R18 e abbinato al turbo compressore KKK o K27, un sistema di sovralimentazione che poteva spingere la vettura a 1500 giri al minuto consentendo, nelle accelerazioni, le performance di elasticità e potenza.
Il basamento del motore fatto in lega di magnesio e la testata in lega di alluminio, presentavano altri importanti aggiornamenti pensati per compensare il sistema di compressione Volumex e KKK. Le canne dei cilindri furono rivestite con del materiale ceramico, il Cermetal e le quattro valvole per cilindro furono rivestite con il Nimonic, materiale a base di Nichel, resistente alle alte temperature.
Il cambio fu progettato con il sistema ad innesti frontali, con albero primario cavo e sistema di ripartizione di coppia con rotismo epicicloidale, dotato di un giunto Ferguson per la distribuzione della potenza in fase di accelerazione e frenata. Il sistema ammortizzante prevedeva sospensioni anteriori a parallelogramma, per contenere la potenza dell’accelerazione e tenere la macchina in assetto. Mentre il sistema ammortizzante coassiale a molla, era stato posizionato dietro, quest’ultimo, un altro importante dettaglio che serviva a non dare troppa rigidità alla vettura in fase di accelerazione.La Pirelli fu scelta, sempre e comunque, con le gomme da montare su asfalto e sterrato, considerando l’assetto corsa ribassato della vettura.
Con un overboost, regolabile dall’abitacolo, per via del sistema sovralimentato, la Delta S4, si preparò al suo debutto, effettuando i primi test con il pilota Miki Biason.
https://www.fia.com/news/fisa-planting-project-roots-branches
I test furono seguiti da Giorgio Pianta, per nulla impressionato, in quanto, dava per scontato gli effetti e i risultati ottenuti da Miki Biason, come pilota collaudatore.
Giorgio Pianta, alla guida del settore sviluppo Abarth, si ritenne soddisfatto e consegnò la vettura alla scuderia Lancia Corse. Cesare Florio, puntò le sue fish sul pilota ufficiale finlandese Henri Toivonen, alla vigilia del Rally RAC del 1985, la Pegeout T16, la Ford RS 200 e l’Audi 4, imperavano nel panorama rallystico con le performance dell’eccellenza del 4×4, a queste vetture si aggiunse la Lancia Delta S4, anche lei, dotata della necessaria trazione integrale. C’era ancora amarezza per la morte di Attilio Bettega, ma Toivonen alla sua prima uscita ufficiale, non tradì le attese, lui stesso disse alla stampa le sue impressioni: “come se avessi avvertito l’esigenza di pilotare la S4, sui binari ferroviari”.
Al debutto ufficiale la Delta S4, nel Regno Unito, raggiunse i primi due posti, con gli equipaggi Thoivonen-Wilson e Alen-Kivimaki.
Lo spauracchio, Audi, Pegeout e Ford, fu esorcizzato, se non annichilito. Al Rally RAC, nell’era della trazione integrale, la lancia riuscì a superare se stessa, con due podi conquistati. Toivonen, asso del volante a bordo della Lancia, guardava avanti fiducioso, il futuro. Ancora Lancia, ancora Toivonen, ancora la spettacolare livrea Martini e il 1985, si chiude con i successi al Rally RAC.
Il 1986, segnò l’epilogo di questa fantastica vettura, con il tragico incidente avvenuto al Tour de Corse e che costò la vita a Henri Toivonen. La sessione di gara fu vinta dal duo Alen-Kivimaki a bordo della Delta S4, ma la morte di Attilio Bettega, quella di Henri Toivonen e i numerosi incidenti avvenuti durante le gare, ebbero delle conseguenze, come la sospensione del mondiale di Rally e la revoca delle normative del Gruppo B, favorendo le auto del Gruppo A.
https://www.acisport.it/it/TIR/notizie/2020/70581/l’almanacco-dei-rally-italiani
Al Rally di Montecarlo, la Delta S4, tornò a sfrecciare in testa, davanti alla Pegeout e all’Audi 4. Accadde un fatto eclatante, che coinvolse la squadra corse Pegeout, e i suoi tecnici, responsabili di aver montato alla Pegeout T 16, le famose minigonne sulle fiancate, in modo tale da rendere più stabile l’assetto delle vetture. Le tre Pegeout furono squalificate dalla manifestazione, dominata dalla Lancia che vinse il mondiale piloti con Marku Alen. I francesi fecero ricorso e la FISA, decise di assegnare anche il titolo piloti, decretando l’uscita di scena della Lancia Delta S4.
Il tempo, per questa vettura fu breve, se non brevissimo, l’uscita di scena dal rally professionistico d’eccellenza mondiale, non pregiudicò la carriera sportiva della Lancia, che partecipò ad altre manifestazioni dove erano ancora ammesse le auto del gruppo B.
Nel 1987 la Delta S4, raggiunse ottimi risultati al Campionato europeo del Rally Cross e al campionato italiano dello slalom e della cronoscalata, nel frattempo, a Borgo San Paolo, il progetto High Fidelity, andava avanti con i lavori sulla Delta Evolution.
La Lancia si preparava nuovamente a sfidare il Rally Mondiale.