L’Associazione Nazionale Magistrati, pronta a mobilitarsi contro la riforma portata avanti dal Governo Meloni. Per il presidente Giuseppe Santalucia, la riforma sarebbe uno strappo alla costituzione e non tutelerebbe in ogni modo i cittadini.
All’Assemblea straordinaria dell’Associazione Nazionale Magistrati, si grida ancora una volta contro le ingerenze politiche e sull’incostituzionalità del Ddl del governo.
Roma- La Magistratura torna a tuonare contro il governo. Le toghe, all’assemblea straordinaria svoltasi nell’Aula Magna della Corte di Cassazione, hanno deciso di fare un fronte comune contro la riforma del governo e che prevede il doppio CSM, la separazione delle carriere e l’istituzione di un’alta corte come organo disciplinare.
Giuseppe Santalucia, avvia l’iter procedurale all’interno della ANM, per la creazione di un comitato che faccia da scudo contro l’incostituzionalità della riforma voluta dalla squadra di maggioranza e pronta già nel Ddl, pronto per l’iter procedurale parlamentare.
Una magistratura che grida all’ennesimo attacco da parte delle forze politiche di maggioranza e un chiaro monito lanciato dal presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati: “Siamo ancora una volta sotto attacco e non accettiamo la riforma, che altro non è, che uno strappo alla costituzione”, ha precisato il massimo organo dell’ANM Santalucia, in occasione dell’assemblea svoltasi a Roma nei giorni scorsi.
https://www.associazionemagistrati.it/
Tuttavia, i custodi delle regole, sono pronti a muovere contro il governo, con scioperi e comitati di controllo per impedire l’ingerenza politica e anticostituzionale, che mina il cammino della giustizia.
A dirla tutta, il presidente Santalucia, spertica ai quattro venti, il tema centrale di quell’eccessiva politicizzazione della magistratura, con il fantasma delle toghe rosse che aleggia nei corridoi della cassazione e del Consiglio Superiore della Magistratura, ANM, non intende cedere ai piani di riforma proprosti nel Ddl di governo.
Dal canto suo, la premier Giorgia Meloni dall’Atreju, parla chiaro e senza cambiare rotta. “L’obbiettivo della riforma sarebbe quello di liberare la magistratura dal controllo politico”, ha precisato la Meloni, mentre dall’ala forzista Antonio Tajani chiarisce che con la magistratura non c’è nessuna guerra mediatica, tantomeno politica”.
La riforma va avanti e in caso di approvazione del Ddl in prima lettura, l‘ANM, sarà pronta alla mobilitazione culturale. “Non è una nuova trama della costituzione, ma uno strappo alla stessa”, torna a ribadire Giuseppe Santalucia, rimarcando ancora una volta, l’importanza del documento costituzionale a garanzia dei cittadini.
L’imparzialità, potrebbe tornare ancora una volta il tema centrale pertinente alla magistratura contemporanea?
Quai sarebbero gli effetti derivanti dalla causa del doppio CSM? Un discorso a parere dell’ANM che potrebbe ostacolare il cammino della giustizia, nel percorso democratico e civile. Il governo, con questa riforma, potrebbe anche svecchiare l’iter burocratico e procedurale riguardante i processi lunghi?
Allo stato attuale, c’è da parte dell’esecutivo la volontà di avviare la riforma mediante l’approvazione, mentre, all’orizzonte c’è l’ombra dell’ennesimo referendum che demanda alla volontà del popolo, quale sia, la strada giusta da seguire.
Il referendum, sarebbe il risultato dell’osannata democrazia partecipata, confermata dalle dichiarazioni del Segretario Salvatore Casciaro.
Nella semplicità del discorso e lontani dal politichese(all’ANM è urticante), secondo il segretario Casciaro, la strada del referendum dovrebbe avere il quesito più importante e significativo per l’elettorato: “volete dei magistrati indipendenti dalla politica? Questa, sarebbe la domanda da porre ai cittadini e dalla quale noi ci attendiamo risposte concrete”, ha precisato Salvatore Casciaro.
Dal numero due del sindacato, Alessandra Maddalena, arriva l’importanza decisionale da parte di tutte le toghe, “è tempo di schierarsi, in quanto nella cornice del Ddl, c’è qualcosa di grosso in gioco. Tocca a tutti i magistrati schierarsi”.
All’analisi dei fatti, la Maddalena dall’area sindacale, sembra aver glissato su ogni diluvio informazionale e dispersivo, utilizzando quel chiaro e sintetico linguaggio analitico e perfetto, se non ad effetto e riguardante quella magistratura indebolita e normalizzata, che, culturalmente non si è mobilitata.