ROMA – Ritanna Armeni sulla sua pagina Facebook ha annunciato il suo nuovo libro. Trascrivo alcune righe, che distanzio con puntini: “Il mio nuovo libro si chiama “A Roma non ci sono le montagne “ e uscirà il 14 gennaio… La foto in copertina mostra un gruppo di ragazzi sorridenti, un po’ spavaldi.

Sono universitari, borghesi, che da un momento all’altro diventano partigiani… Fanno parte dei Gap e  il 23 marzo del 1944 portarono a termine a via Rasella  l’azione partigiana  piu’ importante fra le tante compiute in Europa… Nel libro racconto minuto per minuto, l’azione di Via Rasella. Ma soprattutto racconto loro: chi erano, cosa li ha spinti a scegliere quella strada, cosa significava lottare per la libertà…

E non parlo solo delle loro gesta di eroismo… Pur essendo pronti a morire per un ideale, avevano il cuore pieno di vita, di poesia, di letteratura. Era anche la loro giovinezza, con tutto ciò che comporta, a renderli capaci di compiere un’impresa così grande… Non è possibile, narrando quell’azione eroica, non ricordare la feroce risposta tedesca, l’eccidio delle Fosse Ardeatine, i 335 romani innocenti colpiti dalla furia nazista… Ho scritto questo libro perché quel pomeriggio continui a essere parte di una memoria collettiva, qualcosa che riguarda tutti.  Anche noi – tutti noi – siamo figli di quel coraggio, di quella speranza, di quel sogno di cambiamento”.

Ed ecco il commento di un lettore: “Ma è certa Ritanna Armeni che fu un’azione moralmente giusta? Che non era prevedibile una risposta da parte dei tedeschi?”.

La risposta di Ritanna Armeni: “Io racconto, poi ciascuno ha il suo giudizio. Il suo?”.

La breve replica del lettore: “Ovviamente non ho ancora letto il suo libro, però da come qui lo presenta, non sembra porsi la domanda se l’attentato fosse moralmente giusto. E non so se la domanda angosciosa se la posero gli attentatori”.

Nessuna risposta da parte di Ritanna Armeni.

Ricordo che l’attentato “causò la morte di trentatré soldati tedeschi (non si hanno informazioni certe circa eventuali decessi tra i feriti nei giorni seguenti) e di due civili italiani (tra cui il dodicenne Piero Zuccheretti), mentre altre quattro persone caddero sotto il fuoco di reazione tedesco”(Wikipedia).

Mi sembra che le perplessità del lettore siano legittime.

Renato Pierri

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