Al centro del colloquio la Siria e la liberazione degli ostaggi a Gaza.  Nei giorni scorsi, il presidente eletto degli Stati Uniti avrebbe detto al primo ministro israeliano di essere preoccupato per una possibile crisi nucleare iraniana durante il suo mandato

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha avuto un colloquio telefonico nella tarda serata di ieri con il presidente statunitense eletto, Donald Trump. Lo riporta il quotidiano “Times of Israel” spiegando che le parti avrebbero discusso dell’attuale situazione in Siria e degli sforzi volti a raggiungere un accordo per la liberazione degli ostaggi del movimento islamista palestinese Hamas nella Striscia di Gaza.

Nei giorni scorsi, nel corso di altri colloqui telefonici, Trump ha inoltre detto al primo ministro Netanyahu di essere preoccupato per una possibile crisi nucleare iraniana durante il suo mandato, hanno riferito al “Wall Street Journal” due persone a conoscenza delle conversazioni. Trump ha segnalato così di essere alla ricerca di opzioni per prevenire tale sviluppo.

Il presidente eletto vuole piani che evitino di scatenare una nuova guerra, e in particolare un conflitto che potrebbe coinvolgere le forze armate statunitensi, poiché gli attacchi alle strutture nucleari di Teheran potrebbero porre gli Stati Uniti e l’Iran su una rotta di collisione.

L’Iran dispone di uranio altamente arricchito sufficiente ad assemblare quattro bombe nucleari; ad oggi è l’unico Paese non dotato di armi nucleari a produrre materiale fissile arricchito al 60 per cento, vicino al livello necessario per l’impiego bellico. L’ulteriore arricchimento necessario alla produzione di testate nucleari richiederebbe a Tehran solo pochi giorni.