© foto di SSC Bari
Riprendere a vincere, possibilmente senza patemi d’animo, guadagnando altre suggestive posizioni lassù dove comincia a far freddo, o proseguire col minimo sindacale della striscia positiva inanellando l’ennesimo pareggio? Scongiurando, ovviamente, il peggio. L’avversario che pure era davanti al Bari, era pur sempre una neopromossa e come tale, soggetta a cadere sotto il peso dell’esperienza ma – si sa – non sempre prevale questa regola non scritta. Però sulla panchina dei cavallucci marini bianconeri sedeva un certo Michele Mignani che tanto bene ha fatto a Bari e poi mandato via, appunto, perché stava facendo troppo bene come spesso capita da queste parti a prescindere dalle proprietà. Un allenatore che è entrato di diritto nei cuori dei tifosi baresi che, anche da avversario, lo stimano e gli vorranno sempre bene perché qui sono pochi coloro i quali lasciano il segno e coloro che lo lasciano, vengono misteriosamente (mica tanto, però) mandati via all’improvviso e di diritto entrano nel cuore dei tifosi.
A sorpresa c’è Obaretin al posto di Simic in difesa, mentre Falletti è stato preferito a Sibilli dietro le due punte Novakovich e Lasagna, confermata, invece, la quaterna di centrocampo con Dorval, Benali, Maita e Oliveri.
Nel primo tempo i romagnoli si dimostrano una squadra insidiosa, soprattutto in attacco, ma lasciano qualche spazio in difesa. Il Cesena inizia con aggressività ma a costruire la prima azione importante è il Bari con un cross di Falletti per Mantovani, che non riesce però a trovare la porta da posizione favorevole. Il Bari fatica a costruire gioco, con il centrocampo che non riesce a far crescere l’azione e un Falletti irriconoscibile. Il Cesena pressa con intensità e mette i pugliesi sotto pressione, sebbene la difesa barese regga con ordine, mostrando però qualche scricchiolio. Una punizione pericolosa dei romagnoli crea brividi: Navokovic anticipa Radunovic, ma il suo colpo di testa termina fortunatamente alto. Nonostante il predominio territoriale del Cesena, l’occasione più importante fino a quel momento è per il Bari, con Mantovani che manca un’opportunità chiave. Al 33′, il Bari trova il vantaggio con Dorval, protagonista assoluto della prima frazione. Su un preciso cross di Novakovic, l’esterno barese colpisce di testa indisturbato, segnando il suo secondo gol consecutivo, ancora una volta con un colpo di testa sorprendente. La disattenzione della difesa del Cesena lo rende decisivo. Dorval si rende poi nuovamente pericoloso, servendo un ottimo pallone a Maita, il cui tiro viene deviato dal portiere avversario Klinsman. Il Cesena risponde con un gol di Ciofi annullato per una posizione di fuorigioco del pericoloso attaccante Shpendi, e continua a rendersi insidioso con diversi tiri, tutti neutralizzati da un attento Radunovic. Il Bari chiude in vantaggio, ma sente la mancanza di un Falletti incisivo. La difesa biancorossa si conferma solida, Mantovani ha reso dura la vita a Shpendi, mentre il Cesena paga le sue incertezze in copertura, forse sottovalutando l’altezza di Dorval.
Il secondo tempo tra Bari e Cesena si apre con gli ospiti che continuano a spingere con intensità, mantenendo il controllo del gioco. La difesa barese, con un Mantovani in grande spolvero, regge l’urto con sacrificio e interventi decisivi. Il tecnico Longo, costretto a gestire la condizione fisica di Falletti, lo sostituisce con Lella, riportando il Bari al più tradizionale 3-5-2.
La partita rimane equilibrata e combattuta, ma le occasioni da rete scarseggiano. Mantovani, protagonista assoluto, si guadagna un’ammonizione che lo costringerà a saltare la prossima sfida contro il Pisa. Nel frattempo, il Bari prova a cambiare volto con gli ingressi di Sibilli e Favilli, passando al 3-5-1-1.
Un colpo di testa di Ceesay per il Cesena viene neutralizzato sulla linea da Radunovic, in uno dei pochi veri brividi del match. Poco dopo, un episodio controverso in area barese – un presunto tocco di mano – viene ignorato dall’arbitro. Longo continua a inserire forze fresche, con Favasuli e Tripaldelli che rilevano Oliveri e Dorval, per cercare maggiore concretezza e stabilità.
Il Cesena alza il pressing, riversando palloni nell’area del Bari, ma manca di incisività sotto porta. Il Bari, pur soffrendo e senza spingere con continuità in avanti, dimostra grande capacità di sacrificio e spirito battagliero. In una serata complicata, la squadra di casa regge e porta a casa un risultato importante, consapevole che in Serie B anche la sofferenza può essere un’arma vincente.
Il Bari conquista una vittoria fondamentale contro il Cesena, una di quelle vittorie che fanno battere il cuore ai tifosi: sofferte, sudate, “sporche”. Queste sono le partite che raccontano il carattere di una squadra, e il Bari oggi ha dimostrato lucidità e solidità nel difendere, pur concedendo tanto possesso palla agli avversari. Con questo successo, i biancorossi scavalcano il Cesena in classifica e agganciano la Cremonese al quarto posto, in attesa del match dei lombardi contro la Reggiana.
Un 1-0 di cinismo, organizzazione e carattere: non si può che parlare della vittoria più bella del campionato finora. Il Bari ha saputo interpretare la partita con maturità, mettendo in campo tutto ciò che serviva per battere un Cesena forte e determinato. Dopo il triplice fischio, la gioia della squadra e dei tifosi è esplosa, una gioia pienamente meritata.
Tra i protagonisti assoluti, Mantovani si è distinto con una prestazione straordinaria. Nonostante un cliente scomodo come Shpendi, l’avversario non è mai riuscito a rendersi pericoloso negli ultimi metri. Benali, instancabile, ha dominato il centrocampo: sempre al posto giusto nel momento giusto, è stato il cuore pulsante della squadra. Dorval, ancora una volta, ha fatto la differenza: decisivo non solo per il gol, ma anche per il contributo in fase di spinta offensiva. Longo sembra aver trovato il modo giusto di utilizzarlo, puntando sulla sua abilità in avanti senza chiedergli troppo in copertura.
Nonostante la grande vittoria, c’è ancora qualcosa da registrare. Dopo il gol, il Bari ha faticato a costruire azioni pericolose in attacco. La squadra ha mostrato solidità e carattere, ma queste qualità potrebbero non bastare sempre. È importante imparare a chiudere le partite per evitare spiacevoli sorprese in futuro. Novakovich si è sacrificato molto, ma le opportunità per il raddoppio sono state poche o nulle. Inoltre, dai cambi ci si aspetta un impatto maggiore: se è vero che hanno contribuito a rafforzare la squadra, non sono riusciti a cambiare l’inerzia della gara.
Falletti, ancora lontano dalla sua forma migliore, deve trovare il modo di incidere maggiormente. Sibilli, chiamato in causa, non è riuscito a esprimersi al meglio. Per ambire a qualcosa di più in campionato, il loro apporto sarà cruciale. La società, in vista del mercato, potrebbe dover intervenire per rinforzare la rosa e sfruttare appieno le potenzialità di questa squadra. Non approfittarne sarebbe un delitto. “Perfetto”, per dirla alla Hitchcock visto che c’è il cinema a muovere i fili del Bari.
Con 14 risultati utili consecutivi, il Bari dimostra di avere la stoffa per ambire in alto. La squadra, come il Bari di Mignani, sta facendo il massimo per sovvertire ogni pronostico, mostrando un’identità forte e unita. Tuttavia, è fondamentale che anche la tifoseria continui a sostenere la squadra con entusiasmo, mettendo da parte le critiche per concentrarsi su questo percorso positivo. I problemi societari rimangono e meritano attenzione, ma ciò non deve oscurare quanto di buono viene fatto in campo.
Una vittoria da incorniciare, una prova di maturità che lascia ben sperare per il prosieguo del campionato. Avanti così.
Massimo Longo