Luca Fiocca: un viaggio tra architettura, emozioni e il recupero delle relazioni autentiche
Architetto di Lecce, laureato a Venezia con una specializzazione in restauro, Luca Fiocca è abile nel riportare in vita antichi edifici, nel trasformare esperienze in racconti e luoghi in storie. Storie di pietre che respirano l’aria del passato, ma anche di relazioni umane che hanno bisogno di essere riscoperte, senza i filtri imposti dalla tecnologia.
Fiocca vede una connessione tra la scrittura e l’architettura: entrambe creano e comunicano significati profondi, un’opera restaurata parla al cuore di chi osserva, la scrittura trasmette emozioni e valori.
Nel 2005 ha pubblicato un manuale, dedicato agli uomini, che aveva come tema le tecniche di seduzione. Quel libretto intitolato “Se è tortora all’acqua torna”, inaspettatamente, ebbe un grande successo, a tal punto che fu invitato come ospite al “Maurizio Costanzo Show” per sfatare lo stereotipo del maschio latino fragile e timido.
In un’epoca in cui i legami virtuali appaiono deboli, superficiali e fugaci proprio perché non appartengono al mondo reale, quest’opera invita a recuperare il contatto umano, fatto di emozioni visive, tattili e olfattive, fondamentali per arricchirci.
Da ottobre scorso ha inaugurato una sua Rubrica sulla rivista Novella 2000 diretta dal giornalista Roberto Alessi, dispensando con ironia consigli sulla timidezza maschile.
Lontano dai freddi manuali di tecniche di seduzione, Fiocca, attraverso i suoi libri e i suoi restauri, ci invita a rallentare, a guardare negli occhi, a toccare con mano e a riscoprire l’arte di relazionarsi, che è anche l’arte di vivere.
Cosa significa l’espressione tipicamente salentina “Se è tortora all’acqua torna”?
Come nella metafora ornitologica il pennuto non può fare a meno dell’acqua, così la donna morirebbe senza amore, e pertanto l’arsura la porta a tornare ad abbeverarsi alla fonte del piacere. Nel Salento, tale proverbio è molto noto e la sua origine si perde nella notte dei tempi. Significa che una donna dopo averti mollato, può tornare da te come una tortora. “Conditio sine qua non” perché il ritorno si realizzi, è che tu sia essenziale per lei come l’acqua.
Nella sua rubrica su Novella 2000, lei affronta con ironia il tema della timidezza maschile: quali sono i consigli più sorprendenti che ha condiviso?
Conquistare con una semplice frisella a volte può essere più efficace di una cena a base di aragoste. Signori cari, prima di partire in quarta con cene a base d’ostriche e champagne, fermatevi un attimo a pensare se non è il caso di offrire una semplice frisa al pomodoro. A volte ci vuole poco per colpire una donna, senza bisogno del canto ammaliatore di una bella e costosa auto sportiva. Dovremmo conquistare con il fascino, i modi, la voce, la galanteria.
A tal proposito https://www.novella2000.it/luca-fiocca-manuale-del-gentiluomo-conquistatore/
Secondo lei il modo di sedurre e conquistare una donna è cambiato in questi ultimi anni?
Assolutamente no! “C’è bisogno che tutto cambi se vogliamo che tutto resti com’è”, mi sentirei di dire. Se pure le donne hanno conquistato terreno nei confronti degli uomini e sono maggiormente consce dei propri mezzi, avendo acquisito prestigio e autorevolezza, esse amano ancora le buone maniere, le galanterie, i fiori e tutto ciò che consente loro di sognare. Desiderano essere corteggiate, sorridono a un complimento azzeccato e adorano le nostre attenzioni. Non disdegnano nemmeno d’essere “abbordate”, perché preferiscono l’intraprendenza e il coraggio alle stucchevoli presentazioni e alle melense strette di mano sudaticce e tremanti.
Come risponde al pubblico femminile o maschile che non riesce a cogliere l’essenza del suo libretto, definito un semiserio saggio con tecniche di approccio?
Come scriveva il saggio Roberto Gervaso: “Le donne che vanno per le lunghe, o sono delle frigide o sono delle virtuose. Comunque è meglio lasciarle perdere”. Oggigiorno vale anche per gli uomini, ovviamente.
Se dovesse scegliere un’opera musicale, quale la rappresenterebbe meglio?
La seconda aria della Regina della Notte, ne Il flauto magico, dove Mozart spinge la voce umana fino ai limiti estremi dell’espressività e dell’estensione. Il Flauto Magico è molto più di un’opera lirica: rappresenta una profonda allegoria spirituale ed esoterica.
Quale dipinto le piace e perché?
La “Vecchia” di Giorgione, una pietra miliare della storia dell’arte: la sua fisionomia è offesa dal tempo e sul suo viso si osservano molti segni di invecchiamento. La pelle rugosa e cadente, i denti corrosi, l’espressione stanca e malata. Il Ritratto di vecchia ricorda gli effetti inevitabili del trascorrere del tempo.