A dispetto di quanto si possa immaginare, l’ultimo film di Paolo Sorrentino regala al regista il suo record personale in termini di incassi, anche rispetto al suo capolavoro La Grande Bellezza, vincitore del Premio Oscar come miglior film internazionale nel 2014. Nonostante il timido slancio da parte della stampa e lo scarso interesse da parte dei festival cinematografici mondiali, Parthenope, a poco più di un mese dalla sua uscita al cinema, ha ricevuto il placet del pubblico con 1.028.794 presenze ed un incasso di 7.345.723 euro, di poco inferiore al primato di Un mondo a parte di Riccardo Milani e con Antonio Albanese, attualmente il primo in classifica per incassi italiani nel 2024. 

Per comporre il cast Sorrentino ha scelto nomi del cinema italiano come Dario Aita, l’esordiente Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Biagio Izzo, Peppe Lanzetta, Nello Mascia, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Daniele Rienzo, Stefania Sandrelli e Alfonso Santagata, accompagnati dallo straordinario Gary Oldman.

La storia è quella di Parthenope, una donna degli anni 50, che nel corso della sua vita non ha compiuto nessun atto eroico, nessun evento da celebrare, ma semplicemente ha vissuto, cercando di essere coerente con se stessa, con il suo senso di libertà, guidata dal suo amore per Napoli e da quei sentimenti che inevitabilmente passano attraverso il dolore per raggiungere il proprio senso di compiutezza. Ed è così che si vede il tempo passare sulla propria pelle e nella propria memoria, quella leggerezza sulle spiagge di Capri baluardo di una giovinezza che inevitabilmente ha la sua fine, considerata sempre troppo breve.    

Per dirla con le parole del suo creatore “Parthenope è una donna bellissima, libera, spontanea, priva di pregiudizi. Il riflesso della città in cui sono cresciuto. C’è una coincidenza tra personaggio e città, come dimostra il nome della donna, che è l’antico nome di Napoli”. “Nonostante i traumi dell’esistenza, lei non perde il suo interesse verso gli altri. Nasce in una condizione perfetta per essere libera e lotta per questo suo diritto”.

Il risultato personale ottenuto dal regista partenopeo è probabilmente frutto del tam-tam sui social network spinto anche dalle sue numerose apparizioni per la promozione del film nei diversi canali di informazione, durante le quali ha centellinato aspetti di sé, sinora degnamente celati, dimostrando quando l’industria cinematografica sia vittima e carnefice di questo splatter intimistico necessario per stare al passo.

E’ già tutto previsto.