Un incontro fuori del comune ieri sera al MuDi di Taranto, in cui musica, letteratura e storia si sono fuse caratterizzando il Puccini uomo, oltreché il compositore

A 100 anni dalla morte di questo straordinario artista, ieri sera, nella sala del MuDi di Taranto, un evento di sorprendente interesse. Un evento, ideato e realizzato dall’Associazione culturale Nobilissima Taranto, che ha entusiasmato il folto pubblico presente, grazie anche allo spessore degli artisti che hanno partecipato ad esso

Gli artisti

Non solo musica, dunque, ma anche indagine storica e socioculturale del tempo in cui visse ed operò Giacomo Puccini.

Un’indagine acuta. condotta da due relatori d’eccezione, quali lo scrittore Pierfranco Bruni e il prof Piero Massafra, impreziosita dalla potente e armoniosa voce del soprano Valentina Colleoni, accompagnata al pianoforte dal maestro Alessandra Corbelli.

Il ‘900, tra musica, arte e letteratura

Tutto al di là della musica, ma per la musica in questa ventosa notte tarantina, riscaldata dal calore delle melodie pucciniane.

Tutto nuovo e preziosamente custodito nel ricordo di  una serata fuori del comune in cui, nell’avvicendarsi con intermezzi musicali, i due relatori, al di là di ogni retorica, hanno analizzato la personalità del grande compositore toscano , vissuto in un’epoca di transizione, un’epoca di radicale mutamento ideologico, culturale, sociale.

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Il prof Piero Massafra

Tra ‘800 e ‘900 infatti, malgrado le vicissitudini e le conseguenze politiche che portarono al primo conflitto mondiale, il clima culturale in Italia fu estremamente frizzante e innovativo e Puccini, nella Milano dell’epoca, seppe contribuire notevolmente all’invio di quei messaggi rivoluzionari, che non furono solo musicali, ma anche sociali

La sua musica infatti rappresentò, descrisse, visse e fece vivere questa temperie socioculturale, ponendo in primo piano le fragilità e le passioni umane.

Il sogno, il rapimento

Ma se il realismo è la nota caratterizzante l’espressione musicale pucciniana, nondimeno questa è pregna di note, di  registri che travalicano lo spazio e il tempo. E ieri la vocalità di Valentina Colleoni, soprano che vanta un notevole curriculum, ha colmato la sala di dolci vibrazioni sonore. Echi nostalgici di un romanticismo che ormai sembra perso.

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Il soprano Valentina Colleoni

E il sogno ha avuto la meglio sui vuoti di una quotidianità oggi più che mai estremamente difficile.

Questo soprano, dalla voce dolce e potente, è stata Manon, Mimì, ma anche Tosca Turandot, regalandoci momenti che hanno saputo parlare all’anima.

Impeccabile anche l’accompagnamento al pianoforte di Alessandra Corbelli, nota alle platee tarantine per  il suo indiscutibile talento.

La forza della musica

Se l’universo ha una sua voce, un suo essere, proiettato nella perenne armonia, indubbiamente la musica è la sua voce. E la sua melodia che travalica gli odi, i limiti che solo l’uomo sa porre, può farsi messaggio eterno di pace.

La musica, modulo espressivo dell’Arte, nell’accezione più totale del termine, aiuta, unisce e proietta chiunque in una dimensione unica. Fatta di ‘sogni e di chimere’.

Ma aiuta anche in Puccini a condannare una realtà che sa essere crudele, spietata con gli ultimi, i dimenticati.

E, nel ricordo di questo incredibile compositore, ieri sera abbiamo sognato, abbiamo vissuto momenti preziosi che custodiremo gelosamente in noi.

Un plauso, dunque a Carmine Di Gregorio, promotore di questa iniziativa, ma anche agli artisti ed ai relatori che ieri hanno arricchito istanti, momenti della nostra vita.