MINERVINO – Una città ultra dimezzata nei suoi abitanti in meno di un secolo e con due popolazioni, tra residenti veri e minervinesi fuori per lavoro o motivi di studio. E giovani che adesso vedono, come unica prospettiva concreta per il loro futuro, il trasferirsi, dovendo però rinunciare agli affetti e al confort in cui sono cresciuti e lasciare un posto come questo «ancora a misura d’uomo come quelli che tanti altri invece cercano o sognano soltanto».: un fenomeno preoccupante, perciò, questo esodo delle nuove leve che trova pure un suo riscontro nel drammatico dato annuale della natalità (dai 100 bambini degli anni ’90 alla ventina di oggi) come conseguenza diretta della partenza per altre destinazioni o Paesi di intere generazioni di mancati cittadini.

Questo il ritratto di Minervino Murge, oggi, per come l’ha ereditata dalle gestioni precedenti la volitiva sindaca Maria Laura “Lalla” Mancini, al suo secondo mandato, e impegnata con ogni mezzo per farla rinascere. Impossibile però farlo fino in fondo, senza prima risolvere il cronicizzato e complesso problema della «partenza di tanti giovani, e quasi sempre i più capaci e promettenti». Un doloroso allontanamento dalla propria terra e dalla propria casa in assenza di posti o opportunità di lavoro per assenza di investimenti su questo territorio ormai divenuto quasi una “Cenerentola di Puglia”, laddove le risorse che arrivano sono insufficienti persino a sostenere le sue storiche attività o i rinomati allevamenti locali, e quelle per il turismo scarse. E, se vogliamo, forse pure male impiegate.

L’accusa che gira? Una poca attenzione della politica per questi luoghi, davvero fantastici in tutti i sensi e da rilanciare, ma probabilmente non certo rientranti nell’interesse primario di chi amministra attualmente la regione – si potrebbe pure plausibilmente azzardare – perché probabilmente un bacino elettorale minimo e di poco interesse. E dunque un problema non certo da poco, quello «dei viaggi della speranza dei giovani in cerca di futuro» da affrontare quanto prima possibile per cercare, almeno per il momento, una qualche soluzione praticabile sin da subito.

Ed ecco la spiegazione dell’appuntamento del 15 u.s. nella Sala Consiliare, organizzato dalla Sindaca Mancini invitando scolaresche di giovani e con, al tavolo, un panel accuratamente scelto e variegato di relatori di assoluta eccellenza: a cominciare dall’ospite principale, Lino Patruno,  docente di master in giornalismo e già direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno di Bari per 13 anni nonché volto noto di Rai 1 come critico letterario, per poi andare ai Sindaci delle città contigue, Pietro Picerno per Poggiorsini e Michele Patruno per Spinazzola  e alla Consigliera Regionale Antonia Spina sino, dulcis in fundo, all’ex Presidente della BAT e Consigliere Regionale, ma ora Parlamentare a Bruxelles, Francesco Ventola.

L’occasione di questo vero e proprio evento, per come si è rivelato, la presentazione dell’ultimo lavoro di Patruno, e lì invitato in veste di autore del se non più bello, quantomeno del più utile saggio sul nostro Meridione che, a nostro avviso, sia mai stato scritto finora: Imparate dal Sud – Lezione di Sviluppo all’Italia. Alla sua quarta ristampa, e con un titolo che sembra quasi una provocazione – salvo doversi ricredere totalmente leggendolo- un libro che spiega uno per uno i primati sconosciuti e le tante eccellenze di un Sud che parla con il mondo intero…e, altro che palla al piede dell’Italia – e giusto per limitarci a un solo esempio – un Sud che è capace di produrre un ritorno economico, su un investimento, del 30% maggiore che se fatto al Nord!  Quanto cioè basta a rendere così attrattive le sue regioni, Puglia in primis, «da poter anche pensare alla tanto discussa autonomia differenziata, più come a una opportunità da cogliere che a un pericolo per noi».

È un travolgente Lino Patruno quello che, abbandonando il suo proverbiale aplomb e rivolgendosi ai tanti ragazzi rapiti da quanto stava dicendo, si è rivolto a loro con un forte «Voi siete il futuro, e il vostro futuro è qui!» invitandoli a non lasciare questi posti, ma a studiare sia pure a distanza o, ancor  meglio, nei tanti centri di eccellenza che abbiamo, a cominciare dalla stessa Università di Bari; cioè dove – per inciso – un ennesimo traguardo mondiale è stato raggiunto, da aggiungere alla oltre mezza dozzina di importantissimi brevetti internazionali di ricercatori baresi e pugliesi «e già belli e pronti per essere inseriti nella prossima ristampa del libro». A seguirlo e fargli eco l’Europarlamentare Ventola, molto legato e attento a questi posti, con un brillante intervento e pure il racconto personale di come il suo impegno per gli altri, attraverso la passione della politica, lo abbia poi portato a Bruxelles.

Altro che presentazione di un libro questa serata che, tutta all’insegna di un sano e ritrovato orgoglio pugliese, è finita con l’essere un’iniezione di speranza nel futuro non solo per i giovani, ma anche per tutti i presenti! E chissà pure che non si riprenda quel sogno fermatosi per un banale problema di ponte o deviazione sulla ex R 6 che, anche solo intercettando parte del traffico destinato al sud della Puglia, potrebbe rilanciare tutta una zona perfetta per un turismo colto e alla ricerca del relax e del wellness ai massimi livelli. E dunque il vero futuro di Minervino e di tutte le splendide realtà vicine è tutto qui, pale eoliche, lupi e cinghiali permettendo. Ma questa è un’altra storia.

 Enrico Tedeschi