Un grande recupero storico che parla del forte legame tra Bari e Venezia, anche quest’anno non è certo passata inosservata la rievocazione del “Vidua Vidue”: la festa popolare e cristiana che ha superato il millennio – precedendo di quasi un secolo quella universalmente famosa di S. Nicola-  e ha preso il suo nome, pari pari, dal grido dei baresi all’arrivo della flotta dei veneziani che li liberavano da un poderoso assedio saraceno durato mesi. Istituita nel 1003, però nel tempo si perdono le tracce di questa seguitissima celebrazione, salvo vederla riproposta ininterrottamente dagli anni 70 del 1800 fino al 1946, ma per poi interrompersi nuovamente.

Dopo un breve ritorno di fiamma nel 2014 e 2015, a strapparla però all’oblio della memoria e a farla rinascere (v. BariSera del 18 ottobre 2023) i Cavalieri dell’Ordine della Nave e di S. Nicola, a guida del Gran Maestro Giuseppe Massimo Goffredo, con la chiara intenzione di farne un ineludibile appuntamento annuale. Cosa che ha peraltro suscitato così tanto l’interesse dell’attuale Amministrazione, e in particolare dell’Assessore alla Cultura Paola Romano, da concedere a questo evento «di forte rilevanza storica ma soprattutto religiosa» il patrocinio, per quanto gratuito, del Comune di Bari.

E questo non solo perché non andasse perduta una tradizione ancor viva nella memoria collettiva, ma pure per la indubbia valenza anche promozionale, oltre che culturale, che il “Vidua Vidue” ha  per l’intera  Puglia, essendo la prova dei profondi rapporti esistenti tra Bari e Venezia già ancor prima della vicenda dei due furti delle reliquie delle Vescovo di Myra, il cui culto è così fortemente sentito da mettere in relazione diretta le due Città che – non dimentichiamolo –  nel medioevo sono state entrambe capitali dell’Adriatico e del Mediterraneo.

Quanto basta a spiegare il perché, nel maggio dell’anno scorso, alla tenace associazione barese sia stato possibile realizzare, con la collaborazione della locale “Associazione Amici di S. Nicola” e il forte impegno della consigliera di Venezia Marina Faraguna, una solenne “ Translatio  reliquiae Sancti Nicolai” in Laguna «per invocare, nel nome universale di San Nicola, la Pace nel Mondo».

Cosa che, nel solco di quell’evento, chiarisce anche il motivo per cui i Cavalieri di S. Nicola, per la rituale messa in programma per ieri, abbiano fatto cadere la loro scelta sulla piccola ma molto suggestiva chiesa romanica di San Marco dei Veneziani:  uno dei 25 scrigni di bellezza e di fede della Città Vecchia e costruita, nel 1003, con i contributi del Doge Pietro Orseolo II e quelli dei mercanti veneti che qui si stanziarono, appunto per  celebrare la liberazione di Bari dell’anno prima e rafforzare i legami tra la popolazione di Bari e la Serenissima.

Tornando ora alla cronaca, chiesa piena con i mantelli bianchi dei Cavalieri baresi accanto ai tanti fedeli presenti, una celebrazione solenne, quella di padre Enzo, che è stata l’occasione per il dr. Goffredo con accanto il presidente della “Arciconfraternita di S. Marco” a Bari, dr. Traversa, per un racconto che spiegasse il significato e il perché del Vidua Vidue. Un momento di grande cultura che ha affascinato i presenti al punto tale che molti di loro si sono aggiunti al corteo per la Pace che, stendardo in processione con fedeli in costume e torce in mano, ha poi fatto un giro per le vie e viuzze più significative di Bari Vecchia; in testa a tutti una guida turistica molto conosciuta, Michele Fanelli, nonché presidente sia del Circolo ACLI “Dalfino” che della vitale Associazione Culturale “U Suttane”.

Punto di arrivo la balconata sul mare di fronte alla Basilica di S. Nicola, ad attenderli lì una delegazione del sodalizio cavalleresco barese, mentre giù a sventolare la bandiera di Venezia vi era, “Doge” in sontuosi abiti d’epoca, l’arcinoto “S. Nicola” e “Babbo NatalePaolo Caradonna.

La luna tra le nuvole a salutare la scena, manifestazione dunque riuscita, ma soprattutto come esempio perfetto di cosa si possa realizzare, pur in assenza di altre risorse, quando passione e unità di intenti diventano sinergia tra associazioni diverse ma animate dallo stesso amore per Bari e San Nicola. All’anno prossimo, allora!

Enrico Tedeschi