Autonomia differenziata: La Consulta non la boccia, ma impone riflessione

La Consulta si pronuncia: il DDL Calderoli sull’Autonomia differenziata non è incostituzionale in toto, ma presenta diverse criticità. I ricorsi sono stati presentati nei mesi scorsi da Puglia, Toscana, Sardegna e Campania; controricorsisti di Lombardia, Piemonte e Veneto, che invece sostenevano il testo del governo.

Il primo rilievo dei giudici costituzionali è di ordine generale: si premette infatti che «la distribuzione delle funzioni legislative e amministrative tra i diversi livelli territoriali di governo debba avvenire in funzione del bene comune della società e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione. A tal fine, è il principio costituzionale di sussidiarietà che regola la distribuzione delle funzioni tra Stato e regioni».

Ma vi sono alcuni profili di incostituzionalità. Il primo è che «la devoluzione debba riguardare specifiche funzioni legislative e amministrative e debba essere giustificata, in relazione alla singola regione, alla luce del richiamato principio di sussidiarietà», ma la maggior parte dei rilievi dei giudici costituzionali si concentrano sulla definizione dei Lep (i Livelli Essenziali di Prestazione), punto su cui, tra l’altro, si sta concentrando la polemica politica.

«Spetta al Parlamento», concludono i giudici costituzionali, «nell’esercizio della sua discrezionalità, colmare i vuoti derivanti dall’accoglimento di alcune delle questioni sollevate dalle ricorrenti, nel rispetto dei principi costituzionali, in modo da assicurare la piena funzionalità della legge».

Le prime reazioni politiche sono giunte dal fronte delle opposizioni, che hanno cantato vittoria.

Dentro Forza Italia, rilevanti sono le parole del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, voce critica del centrodestra, soddisfatto del pronunciamento dei giudici: «Avevo suggerito al governo un surplus di riflessione e una moratoria sull’autonomia differenziata. Oggi la moratoria, con molta più autorevolezza del sottoscritto, la impone la Corte Costituzionale».

Evelyn Zappimbulso

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

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