Pubblicato l’aggiornamento del Piano Energetico Ambientale Regionale PEAR in Puglia, con l’elencazione di un set di azioni, articolare in sub Azioni, tra cui  “Supportare l’incremento degli spazi verdi a favore della riduzione dell’isola di calore: tetti verdi, piantumazione degli alberi, riforestazione” (A.4.18) nell’azione “Promuovere la sostenibilità ambientale, paesaggistica e l’economia circolare” (A.4).

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Piano Energetico Ambientale Regionale PEAR in Puglia

Al fine di aggiornare il Piano Energetico Ambientale Regionale PEAR in Puglia, partendo dal Bilancio energetico e delle emissioni, sono stati elaborati due scenari futuri senza alcuna azione correttiva (uno con inazione e uno con continuità) per definire quindi lo Scenario Obiettivo (finale) sulla base di due principi imprescindibili: il rispetto degli obiettivi energetico-ambientali più recenti a livello comunitario e nazionale, la coerenza con le specificità regionali.

Analizzando la situazione specifica di questi ultimi anni, la Puglia ha prodotto nel 2022 energia pari a 34.400 Gw a fronte di 15.900 Gw di consumi interni, quindi esporta energia in misura maggiore di quella consumata. La capacità installata è di 6,3 Gw per le Fonti di Energia Rinnovabile (FER) elettriche, posizionandosi dopo la Lombardia a livello nazionale. Per l’eolico con 3 Gw è al primo posto, al secondo per il fotovoltaico con 3 Gw.

Negli ultimi 10 anni si è ridotta la produzione di energia elettrica da fonti fossili, parallelamente ad una riduzione dei consumi interni, con una conseguente riduzione delle emissioni inquinanti.

Tra le dinamiche degli scenari futuri è stata posta l’auspicata de-carbonizzazione del polo energetico di Brindisi e del polo siderurgico di Taranto, il che inciderebbe notevolmente sulla riduzione delle emissioni di CO2, inoltre occorre tener conto della prevista obsolescenza delle FER, in quanto molti dei primi impianti hanno già superato la metà della loro vita utile (circa 2 Gw installati nel 2011).

Nel luglio 2024, con decreto interministeriale, è stata individuata la quota di potenza aggiuntiva da FER, rispetto al 31 dicembre 2020, che ogni regione dovrà raggiungere entro il 2030. Pertanto, con il pacchetto “Repower UE”, alla Puglia sono stati assegnati 7.387 Mw (7,3 Gw). Le aree idonee alla localizzazione degli impianti di produzione da FER saranno definite con successive leggi regionali.

La Vision del Piano, articolata in obiettivi generali, già in parte delineata con DGR nel 2023, fa riferimento alle raccomandazioni nazionali ed europee più aggiornate, per valorizzare i punti di forza della regione al fine di non soccombere alle minacce esterne (SWOT Analisys). *

Tale Vision si articola su quattro driver di sviluppo, coerenti con il Green Deal Europeo e con la politica regionale contraria alla produzione da fonti nucleari: riduzione dei consumi energetici puntando all’efficientamento energetico, quindi riduzione del consumo di suolo, dei terreni permeabili e coltivabili, e degli impatti paesaggistici, inoltre la de-carbonizzazione di alcuni sistemi di produzione e il ruolo centrale dei cittadini e delle imprese nella transizione energetica.

La Puglia ha una forte vocazione turistica e una preziosa tradizione enogastronomica e, pertanto, le esigenze degli impianti di produzione e delle reti di trasporto di energia devono conciliarsi con l’attenzione all’uso del suolo e alla tutela paesaggistica.

Difficile l’equilibrio ma necessario. Inoltre occorre rammentare che il regolamento del Parlamento Europeo (n. 1991 del 2024) obbliga gli Stati membri, entro il 2030, a provvedere “affinché non vi sia alcuna perdita netta a livello Nazionale della Superfice Totale degli spazi verdi urbani né della copertura della Volta Arborea Urbana”.

Un punto fermo per la difesa del verde posto a livello comunitario. Esemplare pertanto la recente delibera di Giunta del comune di Andria, nella provincia BAT, con la quale hanno stanziato 200mila euro sul bilancio comunale per nuove alberature in città al fine di riempire le postazioni che sono rimaste prive di alberi e per intervenire anche lì dove in passato non siano mai stati previsti: “un ulteriore tassello di attenzione all’arredo urbano che si aggiunge ai nuovi parchi” ha confermato sui social la sindaca di Andria avv. Giovanna Bruno.

Riguardo al PEAR Puglia, nell’azione A.4 “Promuovere la sostenibilità ambientale, paesaggistica e l’economia circolare”, tra le altre sub-azioni sono previste la sesta (A.4.6) “Preservare le aree di valore ecologico e naturalistico anche potenziale, i parchi e le riserve naturali e i siti della Rete Natura 2000 nelle scelte localizzative degli impianti di sfruttamento delle FER” e la diciottesima (A.4.18) “Supportare l’incremento degli spazi verdi a favore della riduzione dell’isola di calore: tetti verdi, piantumazione degli alberi, riforestazione”

Con riguardo agli impianti, il PEAR, inoltre, in linea con la difesa del suolo, promuoverà interventi per la modernizzazione di quelli esistenti al fine di allungarne il ciclo di vita (revamping), quindi la realizzazione di impianti più piccoli adeguatamente integrati nel tessuto urbano e industriale, ad esempio su tetti e tettoie anziché a terra o in zone marine.

La Puglia è la prima regione in Italia per la richiesta di nuovi impianti da FER, a giugno sono risultate circa 92 Gw di richieste a Terna per gli impianti di connessione da FER. Se le richieste fossero tutte accolte e se quindi fossero realizzati tutti gli impianti, la nostra regione avrebbe una capacità da FER superiore a quella nazionale! Quindi la Puglia sembra avere le potenzialità per contribuire alla sicurezza energetica nazionale.

Rileviamo inoltre che il Piano pone la importante questione della centralità dei cittadini e delle comunità pugliesi nella transizione energetica, pertanto incoraggia la stretta vicinanza o identità tra luogo di produzione e di consumo di energia, con la co-pianificazione con gli enti locali (ad esempio sub azione A.3.2), un’alleanza tra pubblico e privato.

Un  ambizioso set di azioni e sub azioni che mirano anche ad un maggiore coinvolgimento dei cittadini. La transizione energetica ne è l’obiettivo finale. Infatti il Piano, per il processo di trasformazione tecnologica e organizzativa della società che si rende necessario, richiede anche la considerazione delle implicazioni socio-economiche, per conseguire nel contempo l’inclusività e il sostegno del reddito (ad esempio sub-azione A.2.7), affinché possa essere realizzato un modello evoluto di transizione.

Un piano si ambizioso ma apprezzabile, per il verde, per i cittadini, per la produzione di energia, che intende fermamente dare il suo parziale ma cruciale contributo, delineando il percorso per gli scenari futuri regionali, anche nella normazione.

*DAL PEAR pubblicato nel BURP n 90 del 7-11-2024

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