Luigi Bertelli, detto Vamba: Il giornalino di Gian Burrasca- Lo abbiamo  abbiamo incontrato l’altro ieri nella soffitta, con il suo fantastico mondo delle formiche viste dal di dentro, con il bambino trasformato prima in uovo e poi in formichina.

Oggi invece ecco l’altro capolavoro per ragazzi. Il Giornalino di Gian Burrasca che poi è un diario di un ragazzetto che ne fa di tutti i colori.

Scritto da Vamba (pseudonimo usato dal nostro autore) nel 1907 e pubblicato prima a puntate sul Giornalino della Domenica tra il 1907 e il 1908, e poi in volume nel 1912.

È ambientato in Toscana (e in parte anche a Roma).

Il libro è scritto in forma di diario: il diario di Giannino Stoppani, detto “Gian Burrasca”. Questo soprannome, che la famiglia gli dà a causa del suo comportamento molto irrequieto (più per esuberanza che per cattiveria), è divenuto proverbiale per indicare un ragazzino indisciplinato.

Ecco l’incipit del romanzo

“Ecco fatto. Ho voluto ricopiare qui in questo mio giornalino il foglietto del calendario d’oggi, che segna l’entrata delle truppe italiane in Roma e che è anche il giorno che son nato io, come ci ho scritto sotto, perché gli amici che vengono in casa si ricordino di farmi il regalo.

Ecco intanto la nota dei regali avuti finora:
l.° Una bella pistola da tirare al bersaglio che mi ha dato il babbo;
2.° Un vestito a quadrettini che mi ha dato mia sorella Ada, ma di questo non me ne importa nulla, perché non è un balocco;
3.° Una stupenda canna da pescare con la lenza e tutto l’occorrente e che si smonta e diventa un bastone che mi ha dato mia sorella Virginia, e questo è il regalo che mi ci voleva, perché io vado matto per la pesca;
4.° Un astuccio con tutto l’occorrente per scrivere, e con un magnifico lapis rosso e blù, regalatomi da mia sorella Luisa; 419
5.° Questo giornalino che mi ha regalato la mamma e che è il migliore di tutti.

Ah sì! La mia buona mamma me ne ha fatto uno proprio bello, dandomi questo giornalino perché ci scriva i miei pensieri e quello che mi succede. Che bel libro, con la rilegatura di tela verde e tutte le pagine bianche che non so davvero come farò a riempire! Ed era tanto che mi struggevo di avere un giornalino mio, dove scriverci le mie memorie, come quello che hanno le mie sorelle Ada, Luisa e Virginia che tutte le sere prima d’andare a letto, coi capelli sulle spalle e mezze spogliate, stanno a scrivere delle ore intere. Non so davvero dove trovino tante cose da scrivere, quelle ragazze!”

Ecco il libro

La rete