Honorè de Balzac in Eugenia Grandet fa un passo avanti dopo “i piccoli borghesi” che abbiamo gustato nella nostra soffitta dei libri il 5 aprile scorso.
Questo portento della letteratura francese, come accadeva nell’ottocento, era tutto fare, ovvero scrittore, drammaturgo, critico letterario, saggista, giornalista e… stampatore. Ora immaginatelo con la copia appena stampata sotto braccio che entra in un salotto letterario, magari è anche atteso. Fatto e distribuito. Divago.
Comunque la sua opera è vasta e ha influenzato da Flaubert a Zola e anche Friedrich Engels che pur chiamandolo reazionario, ammise di aver imparato più da lui che da tutti gli economisti.
Nel 1842 Balzac decise di organizzare la sua opera monumentale in una specie di gerarchia piramidale con il titolo di La Comédie humaine: alla base di essa c’è il gruppo degli “Studi di costume del XIX secolo” diviso in “Scene delle vita privata”, “Scene della vita di provincia”, “Scene della vita parigina, della politica, della vita militare, della vita di campagna”; poi c’è il gruppo degli “Studi filosofici” ed infine quello progettato ma non realizzato degli “Studi analitici”. Si tratta di un grandioso progetto di analisi della vita sociale e privata nella Francia dell’epoca della monarchia borghese di Luigi Filippo d’Orleans.
Fu Victor Hugo a fare l’orazione funebre quando Honoré de Balzac morì per una peritonite complicatasi in cancrena.
L’incipit dell’orazione è:
Signori: l’uomo che ora scende in questa tomba è uno di quelli a cui il dolore pubblico rende omaggio.
In un giorno tutte le finzioni sono scomparse. L’occhio è fisso non solo sulle teste che regnano, ma sulle teste che pensano, e l’intero paese si commuove quando una di quelle teste scompare. Oggi abbiamo un popolo in nero a causa della morte dell’uomo di talento; una nazione in lutto per un uomo di genio. continua
Il libro di oggi porta una firma, nella traduzione di tutto rispetto, tale Grazia Deledda, Qui c’è il tema dell’avaro caro da Plauto a Molière, ed è il padre della protagonista. Ma non è preponderante la figura paterna se non nel condizionare la vita della figlia, almeno solo all’inizio.
Anche qui amori e delusioni e tanta vita borghese, a volte noiosa, se non fosse lo stile di uno scrittore che macina parole ed escono paesaggi, sputa verbi ed ecco descrizioni di personaggi. E’ questa la bellezza dello scrivere che noi auspichiamo diventi il piacere di leggere
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La Rete
Filmografia su Eugenia Grande arriva fino ai giorni nostri con un film Marc Dugain. Con Joséphine Japy, Olivier Gourmet, Valérie Bonneton, César Domboy, François Marthouret. Cast completo Titolo originale: Eugénie Grandet. Genere Drammatico – Francia, Gran Bretagna, Belgio, 2021
Eugenia Grandet è anche un film del 1947 diretto da Mario Soldati. Una trasposizione del romanzo omonimo di Honoré de Balzac.
Film Francese sempre dei primi anni