Il 6 novembre ormai è una scadenza a cui milioni di italiani non si sottraggono, arriva sulle tavole il vino novello.

Dalla mezzanotte di ieri è in vendita in negozi, ristoranti, enoteche, winebar e vinerie per essere consumato entro i prossimi sei mesi, termine ultimo consigliato perché il primo vino dell’annata ad essere imbottigliato mantenga inalterate le proprie caratteristiche, portato a casa o bevuto nei locali si potrà stappare e bere la produzione di milioni di bottiglie di novello realizzati in Italia.

Mentre i francesi per poter stappare il loro Beujolais Noveau devono attendere la terza settimana di novembre.

Molti si chiedono come sia possibile che soltanto dopo poche settimane dalla vendemmia, il vino novello sia già pronto da bere. Cominciamo col dire che si sente spesso parlare erroneamente di vino novello come il vino “nuovo”, ma tale bevanda nasce da una produzione particolare e molto differente dalla “solita” vinificazione.

Il suo segreto si chiama macerazione carbonica, ed è il procedimento grazie al quale si riesce ad ottenere questo vino morbido, dal sapore fruttato e dal colore purpureo.

Perciò vino novello e vino nuovo non sono affatto la stessa cosa

La preparazione del novello è molto diversa dalla tradizionale vinificazione. L’uva viene chiusa in un contenitore sigillato ermeticamente, da una a tre settimane.

La temperatura è intorno ai 30 gradi e l’ambiente è saturato con l’anidride carbonica, in assenza di quella che comunemente viene definita “aria” e che è indispensabile per la fermentazione.

Come fa il novello a fermentare in assenza d’aria?

Succede che l’uva che sta sul fondo del contenitore sia schiacciata da quella sovrastante. In questo modo entra in circolo il mosto, che fermenta ricorrendo ai lieviti naturalmente presenti negli acini.

A questo punto c’è la produzione di ulteriore anidride carbonica e alcol. La particolare tecnica di vinificazione appena descritta è nata quasi per caso nel 1934 in Francia, dove si produce il Beaujolais Nouveau dove un gruppo di ricercatori francesi stavano sperimentando un metodo innovativo per la conservazione dell’uva, che prevedeva appunto il contatto con anidride carbonica.

Come metodo di conservazione non si dimostrò valido, ma gli stessi ricercatori si accorsero che le uve tendevano a diventare “frizzanti” e ad assumere aromi particolari e gradevoli; decisero quindi di vinificarle, ottenendo un vino molto diverso da quelli tradizionali ma decisamente apprezzabile sotto molti punti di vista, leggero e frizzantino con bouquet aromatico e bassa gradazione, solo11°.

Non occorre essere esperti enologi per apprezzarlo, il novello viene consumato soprattutto dal pubblico dei più giovani in abbinamento con i prodotti autunnali, degustati in casa o in pizzerie, enoteche, winebar, ristoranti e nelle piazze dove sono numerose le feste e le sagre.

Anche se per berlo non occorrono feste o ricorrenze ma solo il piacere del gusto e del palato.

Vino giovane e atipico rispetto ai rossi tradizionali apre le porte alla sperimentazione di abbinamenti inusuali, offre sperimentazioni di accostamenti azzardati e rende onore all’ accostamenti con peperoncini e pietanze piccanti, grazie agli aromi fruttati il novello si sposa bene con peperoncini altrettanto aromatici, quindi “ceraselle” “diavulicchi” “cancaricchio” o raccogliendo i profumi e i sapori migliori nel mondo del peperoncino, largo all’Amachito, al Datil, al Cumari, all’Habanero Red.

Anche se gli abbinamenti più usuali e anche ben riusciti restano le castagne e i prodotti tipici come salumi, formaggi piccanti a pasta molle, o abbinato a zuppe di funghi freschi o paste con funghi secchi.

Alcuni accostano il novello persino ai carciofi che solitamente sono difficili da accompagnare al vino. Un vino novello di qualità, comunque, non disdegna primi piatti non molto elaborati e secondi di pesce e carni non troppo corpose.

L’arrivo del vino novello viene festeggiato in tutta Italia, da nord a sud.

Ricette

Barchette di sedano con ricotta di pecora, olive e peperoncino

Ingredienti

4 coste tenere di sedano

100 g di ricotta fresca di pecora

5 olive verdi denocciolate

peperoncino fresco macinato

4 fettine di pane sottile integrale

Preparazione Pulire le coste di sedano di eventuali filamenti e tagliarle a segmenti lunghi circa 10 centimetri. Unire alla ricotta fresca di pecora le olive tagliuzzate e del peperoncino fresco macinato.

Lavorare per qualche minuto con un cucchiaio di legno fino ad ottenere un composto omogeneo. Servire le barchette di sedano con ricotta, olive e peperoncino accompagnando con del fettine sottili pane integrale tostato e vino novello.

Tagliatelle ai funghi porcini secchi Ingredienti: per 2 persone

Tagliatelle all’uovo, 160 gr.

funghi porcini secchi, 80 gr.

2 pomodori maturi

aglio,1 spicchio

uno scalogno piccolo

vino rosso, q.b

olio extravergine di oliva,

q.b. sale,

prezzemolo tritato, q.b.

Preparazione

Fase 1: mettete i funghi a mollo dentro una tazza di vino. Pelate lo spicchio di aglio e lo scalogno e tritateli. Fateli soffriggere nell’olio. Fase 2: fate bollire l’acqua. Unite i funghi strizzati al soffritto.

Bagnate con un goccio di vino utilizzato per spugnare i funghi. Alzate leggermente la fiamma. Fatelo svanire e aggiungete i due pomodori schiacciati.

Cucinate per altri 10 minuti. Fase 3: salate l’acqua e cucinate la pasta al dente. Scolatela. Unitela ai funghi. Fate saltare per 2 minuti. Insaporite con del prezzemolo tritato. Servite.

Fagioli piccanti

Ingredienti

500 gr di fagioli borlotti lessi

2 salsicce fresche

3 peperoncini colorati

1 spicchio di aglio

1/2 bicchiere di vino bianco

1500 ml di passata di pomodoro

olio evo

sale

Lessare i fagioli borlotti che avrete messo a bagno la sera prima o se preferite utilizzate dei fagioli borlotti già cotti. In una capiente padella far soffriggere nell’olio extra vergine di oliva, i peperoncini e lo spicchio d’ aglio.

Quando l’aglio si sarà imbiondito toglierlo e aggiungere le salsicce con la pellicina tolta. Sfumare le salsicce con il vino bianco, salare e farle rosolare per qualche minuto. Versare ora la passata di pomodoro e far cuocere il sughetto per alcuni minuti- A cottura aggiungere i fagioli borlotti con alcuni mestoli della loro acqua. Mescolare e far cuocere i fagioli ancora per 10 minuti circa. Servire i fagioli in piatti di coccio con dei crostini di pane e vino novello-

CASTAGNACCIO

Ingredienti

350 g di farina di castagne
acqua a 25° q.b.

100 g di pinoli

80 g di uvetta

4 cucchiai di olio evo

25 g di zucchero

qualche gheriglio di noci

ciuffetti di rosmarino

Procedimento

Mettete a bagno l’uvetta. Setacciate la farina ed aggiungete 2 pizzichi di sale; mescolate e, sempre mescolando, aggiungete acqua a filo fino a formare una pastella morbidissima senza grumi. Ungete con abbondante olio evo una teglia e versatevi la pastella che non dovrà superare i 3 cm. di altezza. Cospargete la superficie con l’uvetta strizzata ed infarinata, con la farina di castagne stessa, e decorate con i ciuffetti di rosmarino, i pinoli e qualche gheriglio di noci.

Irrorate con un filo di olio evo. Infornate a 220°, poi abbassate a 200° e cuocete per ca. 30′ Si mangia preferibilmente tiepido Assaporate questo splendido e semplice dolce abbinandolo ad un vino novello

CASTAGNE CARAMELLATE

Caramellare le castagne è un’idea sfiziosa e carina soprattutto quando si hanno ospiti. Basterà sciogliere, in padella, acqua e zucchero ed immergervi le castagne quando lo sciroppo è ancora caldo. Il caramello può essere fatto al microonde, è molto facile e non si corre il rischio di rovinare la padella o il pentolino: in un contenitore di vetro mettete 100 gr. di zucchero con 2 cucchiai di acqua e fate cuore per 2′ – 3′ al massimo della potenza girando ogni tanto il contenitore. Interrompete la cottura quando avrà preso un colorito marrone chiaro in quanto prenderà il suo colore più definitivo fuori dal forno. (www.giallozafferano.it)

Federico Valicenti