Sui migranti è “In atto un tentativo di compressione dei diritti”. Solidarietà al giudice Marco Gattuso, presidente della Sezione Immigrazione del Tribunale felsineo
BOLOGNA -Dopo gli attacchi ai giudici del Tribunale di Roma che con una sentenza hanno messo in discussione per primi il “progetto Albania” per i migranti, è toccato anche al collega bolognese che ha seguito il loro orientamento. Preoccupazione e solidarietà al magistrato sono espressi dall’Associazione nazionale forense di Bologna.
“L’Associazione nazionale forense di Bologna esprime forte preoccupazione per il tentativo di compressione dei diritti e solidarietà al giudice Gattuso per gli attacchi personali ricevuti anche a mezzo stampa. Libertà, democrazia e tutela dei diritti sono valori irrinunciabili su cui si basa il lavoro dei magistrati e degli avvocati a tutela delle persone, in nessun modo sacrificabili o limitabili”. Queste le parole del direttivo di Anf Bologna sugli attacchi ricevuti negli ultimi giorni dai giudici di Bologna che hanno rinviato alla Corte di Giustizia europea il decreto del Governo sui Paesi sicuri.
“Gli avvocati ed i giudici sono parte di un sistema giudiziario il cui superiore interesse è la tutela dei diritti da esercitarsi in un giusto processo”, sottolinea Anf. “In questo ambito, il tema della protezione internazionale dei diritti assume maggior rilievo trattandosi di decisioni che riguardano i richiedenti asilo. Le leggi nazionali non possono essere in contrapposizione con i principi contenuti nelle normative internazionali, Convenzione di Ginevra, Trattato EU, Direttiva 32 del 2013 ma in primo luogo con la nostra Costituzione”, incalza l’associazione.
“Poiché le norme sono applicate dai giudici- aggiunge Anf- Marco Gattuso, presidente della Sezione Immigrazione del Tribunale di Bologna, ha esercitato il potere, che la sua funzione gli attribuisce, di proporre un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia della Ue, riguardante la individuazione delle condizioni sostanziali che consentono la designazione di un paese di origine come ‘sicuro’”, per dirimere contrasti interpretativi
“In un sistema democratico, quale il nostro, tutto questo dovrebbe rientrare nella normale funzionalità del sistema giustizia, a maggior ragione quando si tratta di diritti di minoranze. Purtroppo quello che sta accadendo in queste ore, esula da questa logica, strettamente collegata alle tutele previste dalla nostra Costituzione”, si rammarica Anf. “Le questioni giuridiche e giudiziali non riguardano, e non devono riguardare, profili di vita personali di avvocati e magistrati, a maggior ragione se ciò può condizionare o comprimere la liberta di esercizio della funzione del magistrato in quanto altera gli equilibri costituzionali e rischia di mettere in pericolo la reale tutela dei diritti di tutti gli esseri umani, siano essi cittadini o meno”, conclude l’Associazione nazionale forense.
(in foto il giudice Marco Gattuso)
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it