Scomparso nel 2005 a ottantacinque anni il nostro autore di oggi è stato un grande economista di origini pugliesi – il nonno fu parlamentare di Bitonto -.

Specializzatosi ad Harvard (Massachusetts), ha girato diverse università italiane come professore, per approdare alla Sapienza di Roma.

Economista vincitore del Premio Saint Vincent (1984) per l’Economia, del premio A.P.E. (1986), del Premio speciale per la Cultura (1988), del Premio Giangiacomo Feltrinelli per l’Economia (1990) e del Premio Invernizzi (1994).

Lo vogliamo ricordare in questa soffitta di libri, per la sua partecipazione ai girotondi di Moretti quando la voglia di cambiare la politica era diffusa in una buona parte dei cosiddetto ceto medio intellettuale.

Questo seguace di Gaetano Salvemini, può essere considerato un liberalsocialista.

Economista riconosciuto a livello mondiale, scomparso il 7 dicembre 2005 Labini non è solo il maestro riconosciuto di successive generazioni di economisti; è anche stata una persona pubblica stimata per il rigore morale e la ben documentata concretezza dei suoi interventi nei dibattiti politici.

La sua vicenda politica, ne faccio una sintesi per inquadrare il personaggio, lo vede scontrarsi con Andreotti nel 1974 quando Giulio, ministro in carica per quel dicastero, nominò come sottosegretario Salvo Lima e Sylos Labini si dimise dal comitato tecnico-scientifico del Ministero del Bilancio, di cui faceva parte da circa dieci anni, visto che il Lima, già all’epoca era comparso varie volte nelle relazioni della Commissione parlamentare antimafia ed era stato oggetto di quattro richieste di autorizzazioni a procedere nei suoi confronti.

Lo scontro con Mancini, nonostante la sua accumunanza socialista, a causa del suo coinvolgimento con varie tangenti ricevute quando era Ministro dei Lavori Pubblici.

Successivamente, prese sempre di più le distanze dal Partito socialista quando Bettino Craxi sviluppò la logica tangentizia che doveva portare a tangentopoli.

Infine lo scontro con Berlusconi è stato appassionatamente vissuto negli ultimi anni di vita, concretizzatosi con il famoso “Appello contro la Casa delle libertà” firmato nel febbraio del 2001 insieme a Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Alessandro Pizzorusso, che cominciava con queste parole: « È necessario battere col voto la cosiddetta Casa delle libertà. Destra e sinistra non c’entrano: è in gioco la democrazia. »

Possiamo dire che è stato un personaggio che merita un approfondimento.

E non vorremmo cedere al cronachistico arrogante come fece nel 2011 il Giornale nel sottotitolare “pace fatta tra la famiglia Berlusconi e la famiglia Sylos Labini” e solo perché un parente non specificato in quale rapporto fosse con il defunto, l’attore Edoardo Sylos Labini si sposava Luna Berlusconi nipote di Silvio.

E per questo che tiriamo fuori l’ultima fatica dell’economista e la offriamo alla lettura.

Clicca qui per aprire il libro

La rete

Manifestazione al Palavobis

YouTube player