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Due provvedimenti  insopportabili su, anziani non autosufficienti e bambini del Sud.

IL diritto universale alla salute? Non vale per gli anziani non autosufficienti. Buttati fuori dal Servizio Sanitario Nazionale saranno collocati nel Sistema Nazionale Anziani non Autosufficienti (SNAA), istituito sulla base del PNRR, tratterà le malattie croniche non più come un problema sanitario, ma come un problema di assistenza sociale.

Quindi? Tutto dipenderà da risorse e politiche regionali.

Reazione dei partiti ? Di tutti i partiti? Zero! Legge passata nella più totale indifferenza (legge delega 33/2023). A marzo di questo anno la approvazione del decreto legislativo, attuativo della legge delega. Decreto legislativo che prevede altri 17 decreti attuativi più la stesura di 5 linee guida.

Questa legge è stata  battezzata dal governo Draghi e approvata dal governo Meloni.

 Gli anziani non autosufficienti passando dal Servizio Sanitario Nazionale, al Sistema Nazionale Anziani non autosufficienti che ,  tratterà  le malattie croniche non come  problema sanitario ma come  problema di assistenza sociale non si vedranno negato  il diritto alla salute come diritto fondamentale e costituzionalmente protetto? 

L’intera assistenza non  dipenderà soprattutto o unicamente  dalle risorse regionali? 

Sembra un anticipo del regionalismo differenziato i  cui referendum regionali saranno vagliati dalla Corte Costituzionale tra 20 giorni, mentre in Parlamento è guerra per la nomina di 4 giudici della Corte Costituzionale.

Ricordo che nella sciagurata ipotesi di realizzazione del  regionalismo differenziato con risorse derivanti dalla fiscalità regionale , si ponga attenzione sul fatto che tutte le regioni del Sud producono il 22% del PIL italiano mentre  Lombardia, Veneto ed Emilia quasi il 42%.

Tanto per intenderci ancora meglio: la Lombardia 480 miliardi, il Veneto 191 miliardi, Emilia Romagna 181 miliardi, Campania 112 miliardi, Puglia 78 miliardi.

Dati che evidenziano la sostanziale impossibilità di corrispondere servizi pubblici attraverso la differenza di gettito fiscale derivante dai diversi PIL regionali.

L’altra porcata è sui bambini del Sud.

 E’ presente in una tabella del Piano Strutturale di Bilancio e di Medio Termine, inviato alla Commissione UE ,  per agire su deficit e debito rispettando il muovo Patto di Stabilità e Crescita.

La porcata è rappresentata dal taglio  degli asili nido nel Mezzogiorno.

Nella legge di bilancio 2022 si fissava l’obiettivo del 33% , localmente di disponibilità di posti di asili nido, l’impegno a rimuovere le differenze sul numero di asili tra Nord e Mezzogiorno.

 Ora nella citata  tabella del PSB si legge che,  quel 33% per ogni regione del Mezzogiorno diventa 15%, un più che dimezzamento (54,54%) per i bimbi del Mezzogiorno e per fare cassa.

Appare ridicolo e fuorviante oltre che inaccettabile, parlare di LEP con questi presupposti.