Il folklore e i disturbi mentali alla base della costruzione della figura horror-fantasy più amata nel mondo: il Licantropo.

Dal Mondo – I testi narrativi e di fantasia sono stati i primi a dare vita all’immagine del licantropo e a contestualizzarlo all’interno di boschi, notti di luna piena e omicidi spesso irrisolti e incomprensibili a primo acchito.

In particolare, Ovidio parlerà del lupo mannaro all’interno di una delle sue opere più celebri, ossia Le Metamorfosi, in cui sono narrate le vicende di Licaone, un tiranno dell’Arcadia, che venne punito da Zeus e trasformato in un vero e proprio lupo. Dal nome Licaone deriva, infatti, il vocabolo “licantropo” (lykos=lupo; antropos=uomo). Ovidio descrive, così, quest’uomo-lupo “Le vesti si trasformano in pelo, le braccia in zampe: ed è lupo, ma della forma antica serba tracce. La canizie è la stessa, uguale la furia del volto, uguale il lampo degli occhi e l’espressione feroce.”

La licantropia, d’altro canto, sembra avere natali ancora più antichi e appartenere ai riti sciamanico-preistorici, tanto che si trovano ancora tracce di disegni sulle pareti rocciose di alcune grotte. 

Il fine dell’unione tra un animale elegante e potente, come il lupo, e una creatura, al contrario, fragile e vulnerabile alle circostanze della vita, come l’uomo, è data dal bisogno di fondere l’essere umano con qualcosa di magico e sovrannaturale, misterioso e divino.

Pertanto, la domanda che è risultata più ricorrente nel corso dei secoli è se, effettivamente, gli uomini-lupo siano davvero reali e, a tal proposito, sembrerebbero che vi siano delle testimonianze comprovate sulla loro esistenza.

L’uomo-lupo sembrerebbe riflettere una sindrome genetica, detta anche ipertricosi, e che è caratterizzata da una folta peluria sparsa su tutto il corpo della persona che ne è affetta. Spesso, in questi individui si possono scorgere anche tratti comportamentali psicopatologici, che enfatizzano lo stato di aggressività e la violenza.

In alcuni casi di cronaca nera del passato si è potuto osservare che molti serial killer affetti da forme di psicopatia tendevano a mordere e dilaniare il corpo delle proprie vittime con i denti e, nelle situazioni più estreme, anche a cibarsi degli organi interni, di cui il preferito rimaneva il cuore. 

Una storia simile è quella che è stata lasciata in eredità alla cittadina tedesca Bedburg nel XVI secolo, da parte di un suo abitante: Peter Strubbe. 

L’uomo è ricordato come tra i primissimi serial killer della storia europea, che ha mietuto vittime di sesso femminile e molti bambini. Quando fu catturato giustificò questo scempio come dovuto da una cintura magica, donatagli dal diavolo, che gli permetteva di trasformarsi in una bestia, simile a un lupo. Dopo il processo, fu torturato e ucciso mediante il supplizio della ruota; successivamente, toccò la stessa sorte anche alla moglie e alla figlia, in quanto giudicate complici. I corpi vennero arsi vivi prima di essere seppelliti.  

Un caso, invece, molto recente riguarda un uomo di Pisa, ormai da qualche anno deceduto, e di cui non verrà fatto il nome per rispetto della privacy. Per tutta la vita quest’ultimo ha lavorato come manuale, anche se i suoi compaesani lo conoscevano per un altro motivo: la gente del posto raccontava, infatti, che da giovane girovaga fino a tarda notte, ululando alla luna piena e causando spesso stupore negli abitanti, i quali lo scambiavano per un lupo che abitava sulle montagne e scendeva in paese perché molto affamato. Questi episodi continuarono, finché non fu scoperto. In tarda età si accompagnò a una signora di origini straniere e non mise mai al mondo una propria prole.

Insomma, la sindrome licantropica è pluri-variegata ed è inclusiva non solo di deficit genetici oppure di disturbi della personalità, ma anche di forme psicotiche e disturbi dell’umore, tra cui la depressione maggiore.

Al contempo, all’immagine del licantropo sono stati spesso attribuite delle connotazioni magiche, quasi a voler esorcizzare quegli effetti prodotti dalle pulsioni profonde e umane, difficili da controllare e inibire in taluni situazioni, e dalla razionalità imposta dalla convivenza sociale nelle comunità più moderne e globalizzate. Ciò favorisce l’origine di una creatura estremamente spaventosa, che possiede sia una forza bruta e animalesca, tipica del lupo, sia furbizia, intelligenza e arroganza umana.

Sta di fatto che, a prescindere da quali siano le reali  o mitologiche origini di questo personaggio, ad oggi è ancora tra gli ever-green fiabeschi più amati da grandi e bambini e che scuote le notti dei più insonni.