Intervista alla dott.ssa Cristina Di Silvio, Direttore delle Relazioni Internazionali con la Comunità Europea dell’Istituto del Commercio con l’Estero degli Stati Uniti d’America, al termine della VI edizione della Convention di Meritocrazia Italia.

La dott.ssa Di Silvio è stata recentemente indicata dalla rivista Fortune tra le 50 MPW (Most Powerfull Woman Italia).

MPW Italia di Fortune è dedicata alle donne più influenti del mondo degli affari, dell’economia e della leadership italiana. Questo progetto mira a riconoscere e celebrare le donne che hanno avuto un impatto significativo nel loro settore, che siano imprenditrici, manager, dirigenti d’azienda o figure di spicco nel panorama economico e sociale.

L’iniziativa comprende una lista annuale delle donne più potenti e influenti d’Italia, selezionate per la loro capacità di innovare, di guidare con successo aziende o organizzazioni e di influenzare positivamente la società. Inoltre, MPW Italia promuove eventi, conferenze e occasioni di networking, dove queste leader condividono esperienze, sfide e idee sul futuro della leadership femminile.

Dott.ssa Di Silvio, grazie per essere qui con noi. Durante il suo intervento, ha toccato vari temi cruciali sul futuro dell’Europa. Potrebbe dirci di più su cosa significhi, per lei, il concetto di “Diversamente Europei”?
Grazie a voi per l’invito. È un onore discutere di un tema così importante. Il titolo della sessione, “Diversamente Europei”, mi ha fatto riflettere a lungo. Il significato che ho tratto da questa espressione è legato all’idea che l’identità europea sia in continua evoluzione, influenzata dalle migrazioni, dalle contaminazioni culturali e dalla capacità di accogliere chi proviene da altre parti del mondo. Come ha affermato saggiamente il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “La storia italiana è da sempre fatta di emigrazione ed immigrazione”. Questo processo continuo ha reso la nostra società un mosaico di popoli, culture e storie diverse.

Ha fatto riferimento a uno studio di antropologia che mette in luce come gli italiani siano, di fatto, un mix di popolazioni. Come si collega questo al concetto di migrazione oggi?
Sì, lo studio a cui faccio riferimento, redatto dalla Prof.ssa Luiselli e dal Prof. Pettener, dimostra quanto gli italiani siano il risultato di stratificazioni genetiche e culturali. Siamo una popolazione che, nel corso della storia, ha accolto o subito migrazioni, integrando diversità che ci hanno arricchito. Oggi, lo stesso fenomeno si ripete: persone che arrivano da ogni parte del mondo vedono l’Europa come una terra di opportunità. Ma per far sì che si integrino appieno, dobbiamo essere in grado di fornire loro le giuste condizioni per diventare cittadini produttivi e ben inseriti, pur mantenendo la loro identità.

Quali sono, secondo lei, le principali cause della migrazione verso l’Europa oggi?
Le cause sono molteplici e complesse: mancanza di sicurezza, guerre, povertà, cambiamenti climatici. Tuttavia, i fattori principali che spingono le persone a emigrare sono di natura socio-politica, ambientale ed economica. Da un lato, ci sono paesi che offrono scarse opportunità di lavoro e diritti umani violati; dall’altro, ci sono paesi come quelli europei che offrono migliori salari, una qualità di vita superiore e migliori prospettive per il futuro. È inevitabile che, in queste condizioni, le persone si spostino in cerca di una vita migliore.

Come vede il ruolo dell’Unione Europea nella gestione delle migrazioni?
L’Unione Europea ha compreso la necessità di gestire la migrazione in modo legale e organizzato. Le politiche di accoglienza devono essere mirate a colmare le carenze nel mercato del lavoro e promuovere la crescita economica, ma è fondamentale che ci sia un’integrazione culturale e sociale adeguata. È necessario accogliere e far crescere questi nuovi cittadini europei, sfruttando le loro capacità e il loro potenziale, affinché diventino parte attiva del nostro futuro.

Ha menzionato anche l’importanza del “Piano Mattei per l’Africa”. Come si collega questo progetto alla riduzione dei flussi migratori?
Il Piano Mattei è un’iniziativa strategica che mira a promuovere lo sviluppo sostenibile in Africa, creando le condizioni per un futuro migliore nei paesi d’origine dei migranti. Attraverso investimenti in settori chiave come sanità, istruzione, agricoltura e infrastrutture, possiamo migliorare la qualità della vita di molte persone, riducendo così la necessità di migrare. L’obiettivo è chiaro: offrire alle popolazioni locali la possibilità di rimanere nelle proprie terre e sviluppare il loro potenziale.

Infine, come vede il futuro dell’Europa in termini di inclusività e integrazione?
Sono fermamente convinta che il futuro dell’Europa dipenda dalla nostra capacità di accogliere e integrare chi arriva. Se sapremo creare una società inclusiva, in cui le diversità siano viste come una risorsa e non come una minaccia, allora l’Europa potrà prosperare. Dobbiamo impegnarci affinché chi arriva da lontano possa sentirsi “diversamente europeo”, ma ugualmente parte integrante della nostra comunità, con diritti e doveri pari a quelli di chi è nato qui.

Grazie mille per il suo tempo, dott.ssa Di Silvio. Un ultimo pensiero?
Grazie a voi. Il mio auspicio è che si riesca a costruire un’Europa forte e inclusiva, capace di affrontare le sfide globali con umanità e intelligenza, valorizzando il contributo di tutti i suoi cittadini, nuovi e vecchi.