Defoe, il grande scrittore inglese di Robinson Crusoe, non voleva essere uno scrittore di romanzi.
La sua è una vita di un astuto politico, un po’ anticlericale e, visti gli anni – siamo nel 1600 inglese- si fece gogna e prigione.
Il suo manuale – guida per dissentire fu messo al rogo. Nel carcere scrive il suo primo libro Moll Flanders. Dicevamo che non voleva scrivere romanzi.
Difatti il capolavoro arriva a 58 anni. Prima, pensate inventa il giornale tabloid che scrive tutto da solo.
Fa la spia per il governo e lavora per sei anni come giornalista sotto mentite spoglie in un giornale di opposizione.
Lui si considerava più un giornalista e un saggista che un romanzierei. Una penna in vendita.
Eppure, soprattutto con Robinson giunge a quella fantastica mistura tra realtà e fiction, tra cronaca più o meno attendibile e risvolto sensazionale, il tutto misto ad aspetti edificanti e gusto del racconto per giungere alla funzione d’intrattenimento.
Possiamo dire, senza ombra di dubbio, che nella scrittura di Defoe troviamo quella natura ibrida che è il romanzo moderno.
Lui lancia dal suo mondo (è vissuto a cavallo tra il ‘600 e il ‘700, la palla ad altri successivi scrittori di diversi paesi che possano sfruttare le potenzialità del racconto, ma come dice Wikipedia:
“di certo la prima sintesi narrativa funzionante (prova ne è il successo di cui ancora godono oggi questi libri) è stato l’astuto e “disonesto” Daniel Defoe”.
Il romanzo di oggi nasce in carcere, abbiamo detto, ed è il suo primo libro.
E la madre di Moll è una reclusa nella prigione di Newgate che riceve un rinvio “appellandosi al ventre”, ovvero invocando la consuetudine di rimandare l’esecuzione per le criminali incinta.
Se ricordate la popolana Sofia Loren in un film del 1963 (Ieri, oggi e domani nel primo episodio Adelina scritto da Eduardo De Filippo) si appellava al ventre per non andare in carcere, storia che si rifaceva a sua volta alla vicenda della napoletana Concetta Muccardi, venditrice di sigarette che per non andare in carcere rimase incinta 19 volte.
Tornando al nostro libro, la madre viene poi deportata in America e Moll Flanders (questo, lei sottolinea, non è il suo vero nome, che non rivela mai) è allevata fino all’adolescenza da una buona madre adottiva; poi decide di andare a lavorare come serva presso una famiglia, dove viene amata da entrambi i figli.
Il maggiore dei due la convince a “comportarsi come da sposati” a letto, ma poi non vuole sposarla e la convince a sposare il fratello minore.
In seguito lei rimane vedova, lascia i suoi figli alle cure dei parenti, e comincia ad affinare l’abilità di farsi passare per una vedova ricca allo scopo di attrarre un uomo che voglia sposarla e darle la sicurezza.
Ma il suo è il calvario di una donna libera che deve passare attraverso tempi difficili per le donne.
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