di Francesco Magisano
Oggi parleremo di due fatti che hanno segnato la storia del nostro Paese, ma in qualche modo la storia tout court.
Il primo caso è il rastrellamento degli ebrei che i nazisti operarono il 16 ottobre 1943: una pagina tragica assieme a tutti gli eventi della Shoa che, in ebraico, significa ” tempesta devastante”.
Un tratto della drammatica tentata distruzione del popolo ebraico che sicuramente influisce sulla storia di Israele: passata, futura e presente.
Il secondo evento, invece, aiuta ad alimentare una speranza di pace, di rispetto di tutte le differenze, di tolleranza, di fermezza nell’affermazione dei tratti più alti che l’umano può esprimere: l’ elezione di Papa Wojtyla, il 16 ottobre 1978. Cominciamo con il dramma ebraico.
Il 16 ottobre 1943, durante l’occupazione nazista di Roma, avvenne uno dei momenti più tragici della storia italiana: il rastrellamento del ghetto di Roma. In quella giornata, all’alba, le forze di occupazione tedesche, guidate dalle SS e dalla Gestapo, effettuarono una vasta operazione di arresto degli ebrei della capitale.
Circa 1.259 ebrei furono catturati nelle loro case, la maggior parte di essi viveva nel quartiere del ghetto, ma furono prelevati anche in altre zone della città. Di questi, 1.023 vennero deportati al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Tragicamente, solo 16 di loro sopravvissero alla guerra: 15 uomini e una donna. Nessuno dei 207 bambini deportati fece ritorno.
Questo rastrellamento rappresenta uno dei capitoli più drammatici della Shoah in Italia e fu condotto in collaborazione con il governo fascista, benché Roma fosse già occupata dai tedeschi. La data del 16 ottobre 1943 è ricordata come il “Sabato nero” dagli ebrei romani, un giorno di lutto e memoria.
Nonostante la vicinanza del Vaticano, che all’epoca era sotto il pontificato di Pio XII, l’operazione si svolse senza alcuna interferenza diretta. Negli anni successivi, questa mancata azione ha sollevato diverse polemiche riguardo al silenzio delle autorità ecclesiastiche di fronte all’Olocausto.
Il rastrellamento del ghetto di Roma rimane una delle pagine più dolorose della storia d’Italia e un importante monito contro l’antisemitismo e l’odio razziale. Ogni anno, il 16 ottobre, la comunità ebraica romana e molte altre persone commemorano quelle vittime per mantenere viva la memoria di quanto accaduto.
Ora saltiamo di qualche decennio al 1978.
Il 16 ottobre 1978, Karol Wojtyła, arcivescovo di Cracovia, fu eletto papa, prendendo il nome di Giovanni Paolo II. La sua elezione segnò un momento storico per la Chiesa cattolica: era il primo papa non italiano in 455 anni, dal 1523, e il primo papa polacco della storia.
Wojtyła succedette a Papa Giovanni Paolo I, il cui pontificato durò solo 33 giorni, uno dei più brevi nella storia della Chiesa. Al momento della sua elezione, Wojtyła aveva 58 anni, e questo faceva di lui uno dei papi più giovani del XX secolo.
Giovanni Paolo II è ricordato per il suo carisma, la sua profonda spiritualità e il ruolo decisivo che ebbe negli eventi politici mondiali, specialmente nella lotta contro il comunismo. La sua forte opposizione al regime comunista in Polonia e il sostegno al movimento sindacale “Solidarność” contribuirono significativamente alla caduta del comunismo in Europa orientale. È anche noto per i suoi numerosi viaggi apostolici in tutto il mondo, diventando il papa che ha viaggiato di più nella storia.
Il suo pontificato durò quasi 27 anni, uno dei più lunghi nella storia della Chiesa cattolica, fino alla sua morte il 2 aprile 2005. Giovanni Paolo II fu canonizzato nel 2014 da Papa Francesco, e la sua figura rimane tra le più influenti e amate nel panorama religioso del XX secolo.
Francesco Magisano