dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;”
Alessandro Manzoni scrisse questi versi, l’incipit della poesia IL 5 MAGGIO, dopo la morte di Napoleone Bonaparte a Sant’Elena. Una poesia che per molti di
noi, ex studenti, può essere stata un piacere o un incubo in vista di un’interrogazione.
Il 13 ottobre 1815 Napoleone Bonaparte arrivò sull’isola di Sant’Elena, dove sarebbe rimasto in esilio fino alla sua morte nel 1821. Sant’Elena, un’isola remota dell’Oceano Atlantico meridionale, era stata scelta dalle autorità britanniche proprio per la sua posizione isolata, che avrebbe reso difficile qualsiasi tentativo di fuga o di soccorso.
Dopo la sua sconfitta finale nella Battaglia di Waterloo il 18 giugno 1815, Napoleone si arrese agli inglesi e fu esiliato per la seconda volta (la prima volta era stato esiliato sull’isola d’Elba nel 1814, dalla quale però era riuscito a fuggire). Sant’Elena rappresentò la fine del suo sogno di riconquistare il potere. Durante i suoi anni sull’isola, Napoleone visse in una residenza chiamata Longwood House, dove scrisse memorie e discusse dei suoi successi e fallimenti.
Napoleone morì il 5 maggio 1821 a Sant’Elena, probabilmente a causa di un tumore allo stomaco, anche se ci sono state diverse teorie sulla causa della sua morte.
La teoria alternativa più accreditata è quella che addebita la morte di Bonaparte ad un avvelenamento per arsenico che non lascia tracce se usato a piccole dosi e per lungo tempo.
In ogni caso il 5 maggio 1821 EI FU.
Francesco Magisano