Lo dice l’AGCOM e  l’idea di utilizzare il Sistema Pubblico di Identità Digitale per verificare l’età degli utenti che accedono a siti pornografici ha suscitato un dibattito acceso in Italia

di Piero Bonito Oliva

ROMA – L’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha espresso interesse per l’adozione di misure volte a limitare l’accesso ai contenuti pornografici da parte dei minori, e una delle ipotesi sul tavolo è l’uso dello SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) per la verifica dell’età.

Tuttavia, l’AGCOM non ha ancora adottato una posizione definitiva o ufficiale sull’utilizzo specifico dello SPID per accedere ai siti pornografici.

L’idea di utilizzare il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) per verificare l’età degli utenti che accedono a siti pornografici ha suscitato un dibattito acceso in Italia.

La proposta, nata dall’esigenza di proteggere i minori dalla fruizione di contenuti espliciti online, ha sollevato questioni legate alla privacy, alla sicurezza dei dati e alla libertà individuale. Analizziamo i vari aspetti di questa proposta e le ragioni alla base delle diverse opinioni.

LA PROPOSTA IN DETTAGLIO

L’ipotesi è quella di utilizzare lo SPID, un sistema di identificazione digitale già usato per accedere a servizi della pubblica amministrazione, per verificare l’età degli utenti che desiderano accedere a siti per adulti. In questo modo, si garantirebbe che solo chi ha almeno 18 anni possa visualizzare contenuti pornografici. L’idea si ispira a misure adottate in altri paesi, come la Francia e il Regno Unito, dove sono stati introdotti sistemi per limitare l’accesso ai siti pornografici ai soli adulti.

VANTAGGI DELLA PROPOSTA

  1. Protezione dei minori: Il principale obiettivo della proposta è tutelare i minori dall’esposizione a contenuti inappropriati. L’accesso a materiale pornografico è sempre più semplice e avviene spesso già in età molto giovane, con potenziali effetti negativi sullo sviluppo psicologico e sessuale.
  2. Utilizzo di una tecnologia già disponibile: SPID è già largamente utilizzato in Italia per l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione, come dichiarazioni fiscali, prenotazioni sanitarie e altro ancora. L’introduzione di questa misura per la verifica dell’età non richiederebbe quindi la creazione di nuovi sistemi, ma piuttosto un’estensione dell’uso di uno strumento esistente.
  3. Maggiore controllo sull’accesso ai contenuti per adulti: Attraverso l’utilizzo dello SPID, i fornitori di contenuti pornografici sarebbero obbligati a rispettare normative più severe, limitando l’accesso solo a chi può dimostrare di essere maggiorenne.

CRITICHE E PREOCCUPAZIONI

  1. Privacy e sicurezza dei dati: Uno dei principali ostacoli alla proposta è il timore che l’uso dello SPID per l’accesso a siti pornografici possa compromettere la privacy degli utenti. Nonostante le rassicurazioni sul fatto che non verrebbero registrate informazioni sui siti visitati, molti ritengono che l’associazione tra la propria identità digitale e l’accesso a contenuti per adulti rappresenti un rischio significativo. La preoccupazione è che i dati possano essere usati impropriamente o esposti a violazioni.
  2. Anonimato online: L’accesso a contenuti per adulti è una questione delicata e molti utenti preferiscono mantenere l’anonimato per evitare giudizi sociali o problemi personali. L’obbligo di utilizzare lo SPID potrebbe scoraggiare le persone dall’accedere a questi siti o spingerle a cercare modi alternativi per aggirare la verifica dell’età, come l’uso di VPN o piattaforme non regolamentate.
  3. Impatto sul mercato del porno legale: L’introduzione di una misura del genere potrebbe favorire il proliferare di siti illegali o non regolamentati, dove la verifica dell’età non è richiesta. Questo potrebbe portare gli utenti a preferire piattaforme meno sicure e più pericolose dal punto di vista della protezione dei dati personali e della qualità dei contenuti.
  4. Esclusione digitale: Non tutti in Italia hanno accesso o familiarità con lo SPID, soprattutto tra le persone più anziane o coloro che non sono tecnologicamente alfabetizzati. Ciò potrebbe creare barriere di accesso non solo per i minori, ma anche per adulti legittimamente interessati a fruire di contenuti per adulti.

ALTERNATIVE ALLA PROPOSTA

Esistono altre soluzioni che potrebbero garantire una maggiore protezione dei minori senza necessariamente utilizzare lo SPID. Alcuni suggeriscono l’uso di carte di credito prepagate o altri metodi di pagamento per verificare l’età, dato che solo i maggiorenni possono ottenere tali strumenti finanziari.

Un’altra opzione potrebbe essere l’uso di sistemi di riconoscimento facciale per stimare l’età dell’utente, pur essendo una soluzione più controversa e invasiva.

Inoltre, si potrebbe incentivare l’educazione sessuale e la sensibilizzazione delle famiglie sull’importanza di monitorare l’accesso dei minori a internet, promuovendo al contempo un uso più consapevole della tecnologia da parte dei giovani.

IL CONTESTO INTERNAZIONALE

L’Italia non è l’unico paese ad affrontare la questione dell’accesso ai siti pornografici.

In Francia, ad esempio, il governo ha introdotto una legge che obbliga i siti a verificare l’età degli utenti, con multe elevate per chi non rispetta le regole.

Anche nel Regno Unito sono state proposte misure simili, ma sono state criticate per i problemi legati alla privacy e alla sicurezza dei dati.

 fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it