Le Nazioni Unite nel 2005 hanno istituito il premio Champions of the Earth, che attualmente è considerato il più alto riconoscimento ambientale. Tra i premiati anche regioni dell’est Asiatico in Cina.

Ogni anno, il programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, l’UNEP, premia individui singoli e organizzazioni che si siano impegnati per individuare soluzioni innovative e sostenibili, per affrontare le problematiche del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità, dell’inquinamento e della gestione dei rifiuti. I Champions sono coloro che “trasformano le nostre economie, innovano, guidano il cambiamento politico, combattono l’ingiustizia ambientale e difendono le nostre risorse naturali”.

I Campioni della Terra si candidano e sono premiati all’interno di quattro categorie: Leadership politica, Ispirazione e azione, Visione imprenditoriale, Scienza e innovazione.

La categoria della Leadership politica riguarda i Funzionari del settore pubblico che attuano politiche globali o nazionali per l’ambiente, agendo per il bene del pianeta. I Leader che intraprendono azioni degne di nota, per ispirare con l’esempio un cambiamento positivo per milioni di persone, al fine di proteggere il nostro mondo, appartengono alla categoria Ispirazione e azione. La Visione imprenditoriale è la categoria che riguarda coloro che sfidano lo status quo per costruire un futuro più pulito, tramite nuovi sistemi, con nuove tecnologie, (i Visionari). Nella categoria Scienza e innovazione rientrano i Pionieri che vanno oltre i confini della tecnologia, al fine di perseguire un beneficio ambientale, per un mondo più sostenibile.

I Champions of the Earth hanno riguardato in questi anni ben 116 vincitori, tra leader mondiali, 27, e inventori, 70 individui e 19 gruppi o organizzazioni.

Negli ultimi anni, la Cina, ha intensificato gli sforzi per affrontare i problemi ambientali attraverso una serie di politiche e progetti innovativi, annoverando alcune sue regioni tra i Campioni della Terra.

Nel 2017 la comunità di Saihanba in Cina ha vinto nella categoria Ispirazione e azione, per aver trasformato un terreno degradato in un paradiso rigoglioso tramite il rimboschimento di un’ampia area.

Saihanba, un’area di 92.000 ettari, che confina con il limite meridionale della regione autonoma della Mongolia Interna, era diventata improduttiva negli anni ’50 a causa dell’eccessivo disboscamento. La sabbia dai deserti settentrionali era arrivata a Pechino.

Nel 1962, centinaia di forestali iniziarono a piantarvi degli alberi che erano in grado di sopravvivere alle dure condizioni climatiche, quali il larice siberiano, il pino silvestre e il pioppo. Ben tre generazioni successive di forestali hanno continuato tale opera, studiando e applicando diverse densità di piantumazione, per garantire che le piante avessero spazio sufficiente per crescere senza competere troppo per l’utilizzo di risorse, con sistemi di irrigazione e conservazione dell’acqua, di gestione integrata dei parassiti, portando la copertura boschiva dall’11,4 all’80 percento. Queste ed altre tecniche combinate, grazie ai finanziamenti statali, hanno reso possibile la trasformazione di un’area degradata in una delle più grandi foreste artificiali del mondo.

La foresta ora fornisce 137 milioni di metri cubi di acqua pulita a Pechino e a Tianjin ogni anno, e circa 550.000 tonnellate di ossigeno. Notevole la crescita economica nel settore del verde.

Liu Haiying, direttore della Saihanba Afforestation Community ha affermato: “Nei 55 anni in cui la azienda è esistita, le persone hanno coltivato alberi e protetto la foresta come fossero figli propri”. “Credo che, finché continueremo a promuovere la civiltà ecologica, generazione dopo generazione, la Cina potrà creare altri miracoli verdi come Saihanba e raggiungere l’armonia tra esseri umani e natura”.

Degna di nota anche l’iniziativa ambientale Blue Circle, premiata come Campione della Terra nel 2023 nella categoria Visione imprenditoriale. Originata a Jiaojiang, Taizhou, nella provincia di Zhejiang in Cina, l’iniziativa dal 2019 mira a combattere l’inquinamento marino da plastica. Si concentra sulla raccolta e sul riciclaggio dei rifiuti marini, utilizzando tecnologie blockchain e l’Internet delle cose (IoT), per monitorare l’intero ciclo di vita dell’inquinamento da plastica, dalla raccolta alla rigenerazione e rivendita.

L’iniziativa coinvolge sia i pescatori che raccolgono rifiuti marini durante le loro attività, sia gli anziani raccoglitori che recuperano rifiuti di plastica dalle spiagge. Per incentivarli sono corrisposti prezzi di acquisto più alti per i rifiuti raccolti. Il programma ha coinvolto con successo 10.240 imbarcazioni, 6.300 individui tra pescatori e residenti locali e 200 imprese, comportando la raccolta e il trattamento di oltre 13.200 tonnellate di rifiuti marini, lungo gran parte dei 6.600 km di costa della provincia, per riciclare circa 2.500 tonnellate di plastica.

Inoltre, il successo del “Cerchio Blu” è evidenziato dall’essere stato preso a modello per altre regioni, dimostrando il potenziale delle iniziative su larga scala, guidate dalle comunità che mirano a trovare soluzioni all’inquinamento da plastica, con un ambizioso impegno progettato a beneficio delle comunità locali.

“Ci auguriamo che il modello di gestione dei rifiuti marini di Blue Circle possa espandersi oltre questo Paese e in tutto il mondo, spingendo più persone ad agire per affrontare l’inquinamento marino”, ha affermato Chen Yuan, capo della divisione ambientale ecologica marina del Dipartimento di ecologia e ambiente della provincia di Zhejiang.

Anche in un paese che sta sperimentando sfide ambientali significative come la Cina, è possibile implementare programmi efficaci per la protezione dell’ambiente, dimostrando indubbiamente una maggiore responsabilità ambientale a livello nazionale e anche nelle comunità locali.

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