Contro tutti i sondaggi che lo davano sconfitto, l’SPD del Cancelliere Scholz ha vinto le elezioni regionali nel Brandeburgo, l’unico Land dell’Est dove governa, anche il più ricco economicamente e culturalmente, e feudo rosso dalla caduta del muro di Berlino.

Risultato inatteso, perché ottenuto dal partito di un Cancelliere indebolito e costantemente criticato perché non sa comunicare, trascinare gli elettori, al punto che ha dovuto affidare la campagna elettorale al governatore del Brandeburgo, suo amico da tempo, Dietmar Woidke, nato nella D.D.R., agronomo, molto popolare e al governo del Land da ben 11 anni.

La domanda che molti si fanno, però, è se la rimonta dei socialdemocratici è opera del Cancelliere o di altri; in questo caso, come già detto, del governatore che avrebbe assicurato a Scholz la sopravvivenza, non sappiamo fino a quando.

 

Scholz non è riuscito a conquistare i tedeschi e la crisi della SPD esiste da tempo e il partito a livello nazionale ha la metà dei voti della CDU, il partito della Merkel, al punto che, se si votasse ora, un terzo dei suoi deputati resterebbe fuori dal Parlamento.

Questo alimenta malumori crescenti nel partito, che si leggono sulla stampa ma sempre in forma anonima; nessuno finora ha criticato apertamente il Cancelliere, anche perché nulla in fondo è cambiato e i conflitti sono sempre presenti e possono innescare una crisi da un momento all’altro.

Forse nella risalita dell’SPD un po’ di merito ce l’ha anche Scholz: ha guidato una coalizione difficile in un momento particolarmente complicato, tenendo insieme due partiti, come i liberali e i verdi, che non hanno quasi nulla in comune, mentre c’era la crisi energetica, il post-Covid e tutte difficoltà oggettive che, però, il cancelliere non ha saputo comunicare al Paese.

Ultimamente, un certo successo l’ha avuto decidendo la svolta sui migranti, ripristinando i controlli ai confini della Germania. Successo tuttavia non in grado di quietare dubbi e malumori all’interno del partito.

La persona in grado di sostituire Scholz c’è ed è il Ministro della Difesa Boris Pistorius, alla sua prima esperienza di governo, il più popolare tra tutti i politici tedeschi, da molti accomunato all’ex cancelliere Helmut Schmidt.

Diversamente da Scholz, Pistorius è molto diretto, parla liberamente, sa entusiasmare ed è un realista, un socialdemocratico conservatore. Ma per defenestrare un leader servono ribelli, che per il momento non ci sono. Solo nello scontento e nell’indebolimento del governo qualcuno potrebbe farsi avanti per chiedere più politica di sinistra e accusare i vertici dell’SPD di non saper risolvere le difficoltà in cui da tempo versa il partito.

Angela Casilli

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